La scena brasiliana – XXIV

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da BENÍCIO VIERO SCHMIDT*

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L'incendio devasta il Cerrado, con stupefacenti incendi nella foresta demaniale di Brasilia, compresa. Il clima secco e il caldo contribuiscono a esacerbare gli umori. Dispute parrocchiali e cariche di sentimenti fascisti abbondano tra i resti delle colonne di occupazione che vennero ad infestare la Capitale il 7 settembre. In tanti, camionisti compresi, hanno deciso di manifestare attraverso le reti, e anche alla stampa locale, contro le ritirate del loro massimo capo alla presidenza della repubblica. Cercheranno un'altra leadership o aspetteranno le nuove linee guida del leader chiassoso che mette alla prova la pazienza degli altri poteri della repubblica?

La lettera scritta da Michel Temer e firmata da Bolsonaro, senza dimenticare il sigillo dell'integralismo brasiliano (“Dio, Patria e Famiglia”) – triste allusione al movimento che ha riunito il più grande partito politico nazista dopo la Germania di Hitler – non basta a ricostruire legami di reciproca dipendenza tra i grandi gruppi economici e l'attuale titolare della presidenza della repubblica. Già dalla vigilia dei fatti del 7 settembre diversi imprenditori e finanzieri legati a tutti i settori dell'economia nazionale si erano manifestati contro l'instabilità politica generata dal piantagrane e la necessità di riprendere le principali bandiere di Paulo Guedes legate al taglio dei sussidi e la diffusa privatizzazione delle imprese statali.

Nulla, riguardo ai rapporti tra economia e politica, è stato ricomposto; perché il teppista non ha parlato, né di solito parla, su argomenti di cui non ha la minima conoscenza. È il caso del prezzo del carburante, in cui cerca di conflagrare il terreno con accuse ai governatori di far pagare l'ICMS – la più grande fonte di risorse fiscali per lo Stato. Non affronta, anche sostituendo l'ex presidente di Petrobras con un altro militare, il prezzo causato dal pegging che arriva da ottobre 2016 dei prezzi del carburante al PPI (Import Parity Price). A sua volta, la capacità di raffinazione del Brasile, autosufficiente nel petrolio, è di circa l'80% dei suoi impianti; in procinto di essere venduto a società private che stabiliranno nuovi prezzi di monopolio. Di qui la pressione per maggiori importazioni di carburanti e derivati, in condizioni di dollaro alto. Pressione inflazionistica su beni e servizi, non trattata dal governo come una questione cruciale

Ancora una volta, il Paese è immerso nella paura e nell'ansia provocate da un Bolsonaro che incarna a pieno la figura di un piantagrane, distaccato dalle afflizioni generali della popolazione con inflazione crescente, penuria, disoccupazione e scoraggiamento di fronte alle possibilità di un mondo insicuro e spaventoso presente.

Per comporre il quadro di aggiustamento tra la follia del potere centrale e gli interessi del Centrão, la Camera Federale ha approvato (9 settembre) il nuovo Codice Elettorale con 18 punti salienti, che saranno ancora analizzati e votati, prima del progetto (Margarete Coelho, PP -PI) da inviare al Senato e poi per l'assenso presidenziale. Tutto questo deve essere risolto entro il 2022 ottobre, in vigore nel 24. Si prevede la resistenza del Senato. Alla Camera, sette dei 80 partiti politici rappresentati hanno dato l'2026% dei voti al progetto, che allo stesso tempo sminuisce la funzione della Giustizia Elettorale, vieta i sondaggi d'opinione alla vigilia delle elezioni, toglie la possibilità della quarantena per i militari, la polizia, i giudici e i pubblici ministeri (valeria solo dal XNUMX), altera e allenta la responsabilità dei partiti e delle campagne e stabilisce la fedeltà del partito a senatori, governatori, sindaci e presidente della repubblica. Difficile passare dal Senato!

*Benicio Viero Schmidt è professore in pensione di sociologia presso UnB e consulente per Empower Consult. Autore, tra gli altri libri, di Lo Stato e la politica urbana in Brasile (LP&M).

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