La scena brasiliana – XXXI

Immagine: Artem
WhatsApp
Facebook
Twitter
Instagram
Telegram

da BENÍCIO VIERO SCHMIDT*

Commento su eventi recenti

Il governo ha definitivamente allentato i controlli sul bilancio federale, sostanzialmente a seguito delle pressioni del gruppo parlamentare. Paese strano, il Brasile, dove fin dal primo giorno del loro mandato i deputati cominciano ad accumulare risorse per le (loro) prossime elezioni. Proprio così, con il ritiro dell'STF dalla piena divulgazione degli “emendamenti del relatore”, rendendo impossibile il controllo pubblico dell'indicazione delle risorse per opere e altri progetti nelle sedi regionali locali di deputati e senatori.

Nello scontro tra Congresso e STF abbondano le informazioni, confermate in forma anonima dagli stessi parlamentari, sui prezzi per l'autorizzazione all'uso delle risorse da emendamenti segreti: c'è un deputato che addebita tra il 10% e il 15% del pedaggio per l'invio di municipi, organizzazioni sociali e altri titolari di diritti a ricevere. Uno scandalo con finalità elettorali, a cui nemmeno l'opposizione a Bolsonaro ha resistito in Congresso.

Diciamo che le risorse (16 miliardi di R$) sono valide per il 2021 e sono già incluse nel budget 2022, da votare a fine anno. Risorse la cui applicazione non obbedisce a criteri di pianificazione strategica – presumibilmente sotto il controllo del Ministero dell'Economia – al servizio solo delle esigenze immediate degli enti locali e regionali. Una pianta di patrimonialismo, come pure attestato da segnalazioni in Folha de Sao Paulo e Estadão sull'utilizzo di agenzie federali (CODEVASF, per esempio) nel nord-est del Paese, già sotto il controllo di famiglie tradizionali del mandonismo locale, come è il caso del coinvolgimento del presidente della Camera Federale, il famigerato Arthur Lira.

La pressione parlamentare alimenta anche un movimento che mira a ritirare dalla Corte elettorale superiore (TSE) le risorse che andrebbero al Fondo elettorale il prossimo anno. Il Congresso vuole R $ 5,7 miliardi per questo scopo. Tutto ciò indica la natura patrimoniale della politica brasiliana, con parlamentari sempre più desiderosi di risorse pubbliche per mantenere i propri poteri. Ciò dovrebbe tradursi anche in un basso rinnovo del Congresso nazionale alle prossime elezioni.

L'anno si chiude con un bilancio sommario delle riforme attuate, presumibilmente volte a “incentivare gli investimenti privati”. Si configura così l'autonomia della Banca Centrale, con mandato quadriennale per presidente e consiglieri, non coincidente con quello del presidente eletto della repubblica (Legge complementare 179 del 24/02/2021). Nella stessa direzione va anche l'emanazione del quadro regolatorio del gas naturale, volto ad ampliare la distribuzione e presumibilmente a favorire la competitività (Legge 14134 del 08/04/2021).

Il contesto imprenditoriale è snello e meno burocratico, soprattutto per quanto riguarda l'apertura di nuove imprese (Legge 14195 del 20/08/2021); mentre la normativa sul mercato dei cambi (PL 5367/2019) attende l'approvazione presidenziale, essendo passata attraverso Camera e Senato. Altre misure (regolamentazione del mercato del cabotaggio, nuovo quadro normativo per il settore ferroviario e quadro normativo per il settore elettrico) sono in fase di votazione.

Un fatto imbarazzante del 2021: la scelta di André Mendonça per l'STF. Subito dopo essere entrato in carica, ha partecipato a una cerimonia all'Assemblea di Dio, a Brasilia. Il suo impegno per lo Stato laico deve ancora essere dimostrato. Scena triste.

La Polizia Federale invade le case di Ciro e Cid Gomes a Fortaleza, alla ricerca di tracce di operazioni avvenute dieci anni fa. Odore di persecuzione e stigmatizzazione politica diretta dalla Presidenza della Repubblica. Un fatto grave con conseguenze per il teso clima elettorale del 2022.

Gli ultimi sondaggi sulle elezioni indicano Lula in grande vantaggio sull'attuale presidente. Ci sono reali possibilità di vittoria al primo turno. C'è spazio per valutazioni sui vantaggi e gli svantaggi di avere Geraldo Alckmin come candidato alla vicepresidenza. Il sondaggio Datafolha (13-16 dicembre) indica che sì, ci sono vantaggi, anche se piccoli. Ciò che appare evidente è il ritardo, o l'impossibilità, di intraprendere una terza via, sia con Moro che con Doria. Restano intatte le possibilità di un collo di bottiglia tra Lula e Bolsonaro. I dati mostrano che la “gente del seminterrato” (come nella canzone di Aldir Blanc e João Bosco) sosterrà Lula su questa folle nave della politica nazionale.

*Benicio Viero Schmidt è professore in pensione di sociologia presso UnB e consulente per Empower Consult. Autore, tra gli altri libri, di Lo Stato e la politica urbana in Brasile (LP&M).

 

Vedi tutti gli articoli di

I 10 PIÙ LETTI NEGLI ULTIMI 7 GIORNI

Vedi tutti gli articoli di

CERCARE

Ricerca

TEMI

NUOVE PUBBLICAZIONI

Iscriviti alla nostra newsletter!
Ricevi un riepilogo degli articoli

direttamente sulla tua email!