da LEDA PAULANI*
Campos Neto ha portato a termine con vile coraggio la sua pusillanime missione di avviare il movimento per invertire le aspettative positive che stavano emergendo per lo scenario economico sotto il governo Lula
Esattamente sei mesi fa, il 22 giugno di quest'anno, pubblicavo sul sito la terra è rotonda “Labirinto economico”, articolo in cui mi chiedevo quale fosse la catastrofe che aveva trasformato le rosee aspettative sulla nostra economia nei primi quattro mesi dell'anno in uno scenario cupo, carico di previsioni disastrose.
In assenza di qualsiasi base oggettiva in grado di spiegare tale trasmutazione (l’inflazione rientrava nel target, le aspettative sulla crescita del PIL erano in aumento, le entrate fiscali erano sorprendenti e la disoccupazione continuava a diminuire), ho concluso che la risposta alla mia domanda non era tecnica. e che quando si tratta di analizzare gli umori del mercato è necessario tenere conto anche di fattori di ordine diverso.
Avvertevo che, data l’autonomia della Banca Centrale, istituita nel febbraio 2021, e il modo specifico in cui sono strutturate le relazioni tra il mercato finanziario e l’autorità monetaria, oltre, ovviamente, al peso superlativo della ricchezza finanziaria, in Brasile si erano create le condizioni istituzionali per una sorta di autismo monetario, capace di parlare solo a se stesso e di voltare le spalle al Paese. Da qui il potere effettivo che ha il mercato finanziario, e la ricchezza finanziaria di chi ne è l’agente, per cambiare concretamente il comportamento dell’economia (profezia che si autoavvera è il nome della manovra).
Ho poi diagnosticato l’inizio di questo processo di inversione in un discorso del presidente della Banca Centrale, nominato da Jair Bolsonaro, che a metà aprile, da Washington, dove stava partecipando a una riunione del FMI, cominciò ad affermare che c’era , in quel momento, “più insicurezza” di quella percepita durante un precedente incontro con la stessa organizzazione. Roberto Campos Neto ha esordito così per segnalare che non sarebbe possibile continuare la traiettoria discendente del Selic, che, avendo avviato il governo Lula al 13,75%, aveva sperimentato, dall'inizio di agosto 2023, un movimento di tagli che aveva portato al 10,75%, con una tendenza al ribasso che dovrebbe continuare.
Continuando le conclusioni infondate di Campos Neto sul futuro dell'economia, il Comitato di politica monetaria (Copom), nella sua riunione della prima settimana di maggio, con una decisione divisa, ha ridotto il Selic solo dello 0,25%, quando l'aspettativa era che il taglio ricalcherebbe i precedenti, rimanendo allo 0,5%. A quel tempo, la previsione del Focus Bulletin (rapporto di ricerca periodico condotto dalla Banca Centrale con istituti e società di consulenza del mercato finanziario) di un Selic dal 9% alla fine del 2024 era già cambiata al 10,5%. Si prevedeva quindi, entro la fine dell'anno, che il calo di questo prezzo base si arrestasse completamente, un calo decisivo per consolidare il movimento di ripresa dell'economia, anche aprendo spazi per una ripresa del protagonismo del settore in linea con le esigenze imposte dal necessario processo di transizione ecologica.
Per quanto lo scenario che si era creato all’epoca fosse già piuttosto sfavorevole, non c’era motivo di credere che, a fine giugno, avremmo chiuso l’anno con un tasso Selic del 12,25%, cioè più di tre punti percentuali al di sopra della soglia prevista prima dell’inizio del turnaround. Sembra legittimo fare qui, poiché l’argomento è all’ordine del giorno, un’analogia con il colpo di stato militare del 1964. Dell’AI-5, promulgato nel dicembre 1968, si è sempre detto che esso rappresentava un colpo di stato nel colpo di stato, rafforzando un modo Il potere dei militari è decisivo. Perché qui abbiamo un movimento simile: le turbolenze del tasso di cambio, che fanno sì che il prezzo della moneta rimanga, dall'inizio di dicembre, ostinatamente al di sopra di R$ 6,00, funziona come un colpo di stato nel colpo, mettendo apparentemente in evidenza il potere della finanza mercato.
Avviata tempo fa dal presidente della Banca Centrale, un’operazione così astuta mette ora concretamente a rischio la ripresa economica e le buone prospettive politiche che stavano emergendo per la continuazione del movimento che aveva frenato l’ascesa fascista nel paese: l’ascesa del il dollaro influisce quasi immediatamente sulla riduzione degli indici dei prezzi e sull'allontanamento dell'inflazione dal target (che è troppo ristretto, anche per gli standard internazionali per le economie già sviluppate, e dovrebbe essere aumentato dal Consiglio monetario nazionale); Ciò porta ad aumenti del tasso di interesse di base, che causano un aumento del rapporto debito pubblico/PIL e un conseguente peggioramento delle aspettative, dando origine a un nuovo ciclo di svalutazione del tasso di cambio con continua pressione sugli indici dei prezzi e sui tassi di interesse e così via avanti, in uno sfortunato circolo vizioso, che converge verso l’inevitabile riduzione delle prospettive di crescita del prodotto, dell’occupazione e del reddito.
È legittimo però chiedersi: non esiste ormai alcun fattore oggettivo che giustifichi il rialzo del prezzo della moneta? È tutto il risultato della manipolazione di interessi meschini e reazionari? Sì, ci sono alcuni fattori oggettivi, ma nulla che giustifichi un simile aumento del tasso di cambio. In sostanza abbiamo, da un lato, un aumento del prezzo della carne, che, a causa della siccità nelle regioni produttrici, sta ancora attraversando un periodo in cui il raccolto viene stagionalmente ridotto, e, dall'altro, aumenti dei prezzi di materie prime mercati internazionali come quello del caffè e del petrolio (quest’ultimo interessato dalla crescita delle tensioni in Medio Oriente).
Inoltre, anche la domanda di dollari per inviare profitti e dividendi all’estero tende ad aumentare alla fine dell’anno (un altro fattore stagionale), aumentando la domanda della valuta e mettendo sotto pressione il suo prezzo. Infine, a livello internazionale, si registra una tendenza al rafforzamento del dollaro, corroborata dalla vittoria di Donald Trump alle elezioni americane, che ha provocato la svalutazione di praticamente tutte le valute dei paesi emergenti (ma che, in media, hanno accumulato deprezzamenti nel corso dell’anno che ha non raggiunge il 16%, contro quasi il 28% per la valuta brasiliana).
Ora, se consideriamo che la maggior parte di questi fattori oggettivi sono all’altezza del loro nome – stagionali, rimane ben poco per spiegare il movimento al rialzo del tasso di cambio, e non sono sufficienti, in nessun caso, a giustificare il prezzo. che il dollaro ha raggiunto nel mercato brasiliano. Ripetendo quanto avevo scritto sei mesi fa su una questione simile, la risposta alla domanda sulle cause del deterioramento del Real alla fine del 2024 non è tecnica. Quello che stiamo vivendo è un colpo di stato nel colpo di stato, è l'azione dell'ultimo piano le sue armi per impedire l’attuazione di un programma governativo per il quale non ha simpatia e per il quale si sente minacciato nei suoi privilegi.
L’annuncio tanto atteso del pacchetto fiscale, fatto il 27 novembre, è stato per loro una delusione, perché, secondo alcuni “esperti” – quelli che Bacen ascolta nelle sue ricerche per il Focus Bulletin – invece di annunciare misure robuste e effettivi tagli alla spesa (i tagli non hanno cambiato, come volevano, i legami costituzionali tra sanità e istruzione né il legame tra BPC e salario minimo), il governo è arrivato con una riduzione fiscale (la proposta di esentare dall’imposta sul reddito per coloro che guadagnano fino a R$ 5.000,00 al mese, per loro inaccettabile), e per di più annunciando che chi guadagna di più dovrà pagare di più e pagherà più tasse.
In risposta, hanno gettato benzina sul fuoco dei tassi di cambio, in un movimento di riallocazione degli asset con una fuga costante da quelli denominati in Real. Inoltre, il chiusura eccessiva del prezzo della valuta promuove immensi guadagni per coloro che scommettono contro la valuta brasiliana nei mercati dei futures, poiché quanto più aumenta il tasso di cambio, maggiore è il guadagno. La spudoratezza è così grande che addirittura notizie false Martedì 17 dicembre sono stati diffusi sui social media alcuni presunti discorsi di Gabriel Galípolo, il prossimo presidente della Banca Centrale, allo scopo di aumentare l'incertezza e spingere ancora più in alto il prezzo del dollaro.
E per coloro che pensano che tutto ciò sia una mera teoria della cospirazione della storia, vale la pena prestare attenzione a ciò che dice uno dei famosi esperti del mercato finanziario:[I] “Questo calo specifico di oggi, dopo il massimo massimo della mattina, [si riferisce al movimento del tasso di cambio dello stesso martedì, 17 dicembre] è un altro messaggio dal mercato, che mostra al governo che non c’è spazio per errori; Se le riforme non andranno avanti, spingerà nuovamente il dollaro ai massimi livelli”. Il ricatto è lì configurato con cristallina chiarezza.
E con ciò ci ritroviamo intrappolati in questa astuta ragnatela, la cui “razionalità” viene riverberata dai media mainstream, in cui la difficoltà ad accettare un deficit primario di poco più di 60 miliardi di real (che allude, per la maggior parte, alla spesa sociale) ) innesca un movimento che fa sì che la spesa pubblica cresca di oltre 200 miliardi di R$ all'anno - il risultato dell'aumento di oltre tre punti percentuali del tasso di interesse di base rispetto al livello che potrebbe raggiungere senza il ricatto del floor . sopra (quest'ultima spesa va tutta nelle tasche dei possessori di ricchezza finanziaria).
Va notato, in conclusione, che anche un risultato primario così negativo (indesiderato, ma per nulla scandaloso rispetto a quanto avviene oggi, anche nelle economie più sviluppate) sarebbe comunque sostanzialmente più contenuto e rimarrebbe entro i parametri previsti dalla normativa quadro fiscale (risultato primario zero con intervallo dello 0,25% al rialzo e al ribasso), se non fosse per un altro fattore di enorme importanza: la ripetuta insistenza del Legislativo – l’altra ampia e comoda copertura in cui sfila il piano superiore – a non rinunciare ai privilegi fiscali di cui godono vari settori, alle esenzioni fiscali in vista, e che implicano ingenti spese fiscali per il Paese.
A causa di questo potere del Legislativo, alcuni analisti politici affermano che oggi viviamo in un sistema semi-presidenziale, cioè un sistema in cui l’Esecutivo ha effettivamente molto meno potere di quanto sembri avere. Guardando quanto accaduto nella seconda metà del 2024, siamo costretti a dire che la Legislatura ha un partenariato molto armonioso con il mercato finanziario, contribuendo entrambi equamente a impedire che i risultati delle elezioni diventino concreti. Sotto il comando di questo duplice sequestro, in realtà non fa molta differenza quale partito sia a capo dell'Esecutivo.
La necessità di porre un freno al modo propizio in cui si stava delineando lo scenario economico sotto il governo Lula è stato ciò che ha portato Campos Neto, il famigerato entusiasta del bolsonarismo, che vedeva avvicinarsi la fine del suo mandato a capo della Banca Centrale, a iniziare a invertire le aspettative circa otto mesi fa. Ha compiuto la sua pusillanime missione con vile coraggio, creando una situazione in cui i margini di manovra del nuovo management della Banca Centrale sono diventati estremamente ridotti, come dimostra l'ultima previsione del Copom di alzare il Selic di altri due punti percentuali entro marzo 2025. Resta C’è da sperare che, pur in un contesto così avverso, i risultati economici di questo terzo governo Lula siano sufficienti a liberare ancora una volta il Paese dal mostro del fascismo, che resta pericolosamente in agguato.
*Leda Maria Paulani è un professore senior presso FEA-USP. Autore, tra gli altri libri, di Modernità e discorso economico (Boitempo) [https://amzn.to/3x7mw3t]
Nota
[I] https://economia.uol.com.br/noticias/redacao/2024/12/17/dolar-abre-a-terca-feira-em-alta-apos-recorde-e-alcanca-r-614.htm
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