da MARILENA CHAUI e perché VITTORIO MORFINO*
“Prefazione” e “Introduzione” del libro appena uscito.
Prefazione [Marilena Chaui]
Sin da Aristotele sappiamo che il caso non è l'assenza di una causa, ma l'incrocio di due o più causalità, alterando lo scopo di ciascuna di esse. In altre parole, il caso si riferisce alla realizzazione di uno scopo inaspettato che non era presente nella causa iniziale dell'evento – la teleologia perduta è il nucleo di tyche.
Ora, cosa dirà Lucrezio (seguendo Epicuro)? Quella possibilità non ha nulla a che fare con la causa finale ma con il concorso, l'incontro, che può intrecciare o meno cose che, di per sé, non erano in relazione, che l'intreccio possa o meno “prendere piede”, e che il legame che “fa presa” possa durare o meno. passare da telos ao concorso: ecco la gigantesca rottura operata dal Di natura rerum, rottura che si esprimerà politicamente con la fortuna machiavellica come occasione.
Dall'incontro di Vittorio Morfino con Louis Althusser nasce l'incontro di Spinoza con Lucrezio e Machiavelli, ovvero una nuova e inaspettata interpretazione della filosofia di Spinoza, in cui l'idea di connessione determina l'emergere di un'ontologia della relazione.
Per questo cambio di prospettiva, Morfino esamina la differenza tra il Tractatus de Intellectus Amendmentatione e Etica, quando Spinoza passa da una teoria della causalità come sequenza o serie lineare a favore della comprensione dell'ordine e della connessione degli esseri o dell'intreccio che costituisce il tessuto della realtà.
Questa interpretazione innovativa apre una strada in cui sarà necessario: in primo luogo, ripensare il concetto di sostanza al di là del quadro della metafisica aristotelica, scolastica, cartesiana e leibniziana, nonché i tentativi di Kant e Hegel per arrivare a quello che Vittorio chiama il primato della relazione sulla forma; in secondo luogo, ripensare il concetto di necessità, assumendo una nuova concezione della contingenza o della casualità, che Spinoza avrebbe solo apparentemente scartato; terzo, ripensare l'idea di individualità come pluralità strutturale di complesse relazioni interne ed esterne, quindi, come processo, incontro, connessione e transitività, andando oltre il di emendamento, cioè il concetto di interno come intima essenza e dall'estero come circostanza, quando il Etica introduce il concetto di potenza come relazione regolata da un esterno e da un interno che si costituiscono nella relazione stessa; in quarto luogo, per mostrare come queste idee influenzano direttamente la comprensione della storia di Spinoza (in trattato Teologico-politico), affettività (in Etica), della temporalità plurale e dell'evento (in Trattato politico).
Opera storica di studio fermo e sicuro, che spazia da Aristotele e Lucrezio a Cartesio, Leibniz, Kant, Hegel e Feuerbach, esaminando le attuali interpretazioni dello spinozismo come quelle di Kojève e Bloch, questo libro è uno dei contributi più importanti alla conoscenza di filosofia di Spinoza. Averlo ora tradotto in portoghese e pubblicato in Brasile in un momento molto buio è un'occasione di gioia. Detto da un amico come Vittorio, è, per noi, un felice incontro.
Introduzione [Vittorio Morfino]
Nel novembre 2004, Marilena Chaui mi ha invitato all'Università di São Paulo per tenere un seminario di una settimana all'interno del gruppo Spinoza. L'incontro è stato intenso sia dal punto di vista intellettuale che emotivo; Ho rafforzato amicizie che gli anni hanno solo rafforzato. Durante i cinque giorni del seminario, tre ore al giorno, ho presentato le tesi interpretative che hanno guidato – e guidano tuttora – la mia lettura di Spinoza, traendo da quelle discussioni importanti spunti per una rielaborazione e indicazioni per un ulteriore lavoro.
Nelle ricerche che avevano preceduto questo seminario, in particolare nella tesi di dottorato sull'incontro Spinoza-Machiavelli, aveva elaborato l'ipotesi interpretativa secondo la quale l'incontro di Spinoza con il pensiero di Machiavelli, nell'ambito degli studi storico-politici compiuti in vista della composizione di Trattato teologico-politico, aveva prodotto una ridefinizione del suo concetto di causalità: per dirla molto brevemente, da un modello di causalità seriale a un modello di causalità comandato dal concetto di connessione.
Nel primo testo metto in relazione questo modello di causalità con la questione dei tre tipi di conoscenza, seguendo l'ipotesi che Balibar mi aveva suggerito, da cui altre cause, oltre alla matematica, capaci di rompere con il pregiudizio finalistico, del quale Spinoza parla nell'appendice alla prima parte di Etica, può essere una forma di razionalità politica ispirata a Machiavelli, una forma di razionalità che produce una torsione storico-politica del modello di causalità (del secondo genere) e che pone come oggetto del terzo genere il connessioni singolari, nell'esempio di Trattato teologico-politico, la storia del popolo ebraico. Dalle questioni sollevate nel primo testo si diramano quelle sviluppate negli altri: si tratta, infatti, di precisare il modello di causalità mediante connessione che ho affrontato le questioni del primato della relazione sulla sostanza, del primato dell'incontro sulla forma e della temporalità plurale.,
Come dicevo, le discussioni di quei giorni influenzarono le mie successive ricerche. Quelle discussioni però non sono state solo il formidabile inizio di un percorso: l'amicizia che mi legava a Marilena e al suo gruppo mi ha portato negli anni a tornare molte volte a San Paolo per lezioni, convegni e partecipazione a discussioni di tesi di dottorato. Non solo quello. I rapporti con il gruppo di Marilena mi hanno portato anche a rafforzare i rapporti con il gruppo spinozista di Córdoba e poi con il gruppo althusseriano di Buenos Aires e Santiago.
Insomma, Marilena mi ha letteralmente aperto le porte di un continente che avevo imparato ad amare un anno prima, quando andai al colloquio CEMARX a Campinas. I lavori che ho pubblicato da allora portano tutti il segno profondo di questo dialogo e, sebbene il polo dei miei interessi si sia spostato da Spinoza a Marx e al marxismo, in realtà le questioni che affrontai in quel seminario del 2004 sono ancora al centro di il mio lavoro, la mia ricerca, sebbene sviluppata attraverso nuovi confronti teorici.
L'incontro con il gruppo spinozista di Marilena non può però limitarsi all'ambito accademico. Il luglio 2001 ha segnato una fase decisiva per l'Italia e per l'Europa, la violenza della polizia nelle giornate di Genova aveva frenato brutalmente le speranze del cosiddetto “popolo di Seattle”, gli effetti dell'attentato dell'11 settembre e la costituzione di una polizia globale il regime aveva fatto il resto. In questo quadro desolante, a cui si può aggiungere che, nel novembre 2004, il presidente del consiglio italiano era Berlusconi (e continuerà ad esserlo per due anni e poi ancora), il mio incontro con il Brasile è stato l'incontro con uno straordinario politico esperienza, quella della presidenza Lula.
Difficile misurare quanto questo incontro sia stato fondamentale per il mio percorso teorico, che me ne ha aperto molti altri, da quello con l'Argentina dei Kirchner a quello con la Bolivia di Evo Morales e Garcia Liñera, ma fondamentalmente con la storia e l'esperienza politica dell'intero continente latinoamericano. Una volta ho detto a Marilena che mi sento un membro straniero del dipartimento di filosofia dell'USP, ribaltando l'espressione di Arantes.
E questo non solo per i vincoli di amicizia che mi legano lì, ma per la stupefacente esperienza di pensiero che questi legami hanno prodotto: il progetto che porto avanti da qualche anno sul tema della temporalità plurale nella tradizione marxista non sarebbe stato nemmeno concepibile in una prospettiva eurocentrica. È proprio il fatto di trovarmi a ragionare tra Europa e America Latina che ha aperto la strada a una ricerca capace di problematizzare la prospettiva della tradizione marxista, spazzandola, per così dire, controcorrente.
Tuttavia, questa esperienza ha un risvolto politico più immediato. Il Brasile della presidenza di Luiz Inácio Lula da Silva non è stato solo materiale di riflessione, ma una potente iniezione di entusiasmo politico, una tregua per chi, come me, si è trovato in Italia di fronte a un governo Berlusconi, che comprendeva forze razziste e neo -fascisti.
Per questo la grande offensiva neoliberista che ha sconvolto l'intero continente latinoamericano e che, in Brasile, ha portato all'incarcerazione di Lula nel carcere di Curitiba e all'elezione di Bolsonaro a presidente del Brasile, costituisce una ferita aperta per tutti coloro che hanno respirato quelle arie , quell'entusiasmo, quella speranza. Una ferita aperta su cui si sparge il sale del fascismo, del razzismo, dell'omofobia, del sessismo, dell'antiambientalismo e di un anticomunismo così viscerale da diventare caricaturale. Ecco perché il grido "Libera Lula!" significa molto di più della liberazione di un uomo, significa “Brasile libero!”, attraverso una lotta per quei valori che Bolsonaro rappresenta come un negativo fotografico.
*Marilena Chaui Professore Emerito presso FFLCH-USP. Autore, tra gli altri libri, di contro la servitù volontaria (Autentico).
*Vittorio Morfino è professore ordinario di storia della filosofia all'Università degli Studi di Milano. Autore, tra gli altri libri, di Il tempo e l'occasione. L'incontro Spinoza-Machiavelli (LED Edizioni Universitaire).
Riferimento
Vittorio Morfino. La scienza delle connessioni singolari. Traduzione: Diego Lanciote. San Paolo, Contracurrent, 2021, 180 pagine.
Nota
[1] In questo senso il lettore troverà alcune ripetizioni che ho deciso di non rimuovere proprio perché mancano il significato e il luogo teorico di queste ramificazioni. il primo testo indica alcune questioni riguardanti il primato della relazione sulla sostanza, il primato della contingenza sulla forma e la temporalità plurale che saranno ampiamente sviluppato nei testi successivi.