La democrazia in Brasile è a rischio

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da COLLETTIVO USP PER LA DEMOCRAZIA*

Manifesto di docenti, dipendenti e studenti USP

“Se non tutti i momenti saranno ritenuti opportuni per dire la verità, specie se amara e dura, [...] è dovere di tutti, quando sfigurati, proclamarla senza fronzoli e mezze parole”. (Anísio Teixeira, Ancora una volta convocato: Manifesto al popolo e al governo, 1959).

La democrazia in Brasile è a rischio. Abbastanza.

Per questo noi, professori, addetti tecnico-amministrativi e studenti dell'Università di São Paulo, ci proponiamo di allargare il dibattito sulle incertezze e le apprensioni della congiuntura politica, affermando, come esigenza democratica, la necessità che i diritti sociali dichiarano in la Costituzione del 1988 deve essere rispettata e debitamente attuata. Le prossime elezioni saranno decisive per il destino del nostro Paese, in un momento in cui le disuguaglianze sociali si approfondiscono a un ritmo accelerato e in cui la violenza contro le popolazioni vulnerabili è diventata routine e spaventosamente naturalizzata.

Nel gennaio 1959 insegnanti e insegnanti, sentendosi “ancora una volta chiamati in causa”, scrissero un testo storico a favore del diritto all'istruzione pubblica e di qualità, richiamato in epigrafe a questo documento. Anche oggi ci sentiamo nuovamente chiamati in causa: la democrazia in Brasile è a rischio!

Ed è a rischio perché il passato autoritario sembra non essere affatto passato, quando i torturatori rimangono impuniti per i loro crimini e sono ancora pubblicamente elogiati nella “Casa do Povo”. Questa incoerenza, perpetrata da chi dovrebbe tutelare lo Stato di diritto democratico, ha aperto lo spazio all'emergere di situazioni di instabilità giuridica, nonché a ogni tipo di violazione dei diritti fondamentali.

Da quel momento in poi, il notizie false più abietta e pratiche di legge, già utilizzato per il accusa del presidente Dilma Rousseff, eventi combinati che hanno avviato il processo di decostruzione delle istituzioni della Repubblica brasiliana. Le forze che rappresentano l'attuale governo operano a favore degli interessi della necropolitica neoliberista su scala mondiale; e, stimolando l'espansione delle milizie, l'accaparramento delle terre dei popoli indigeni e l'estrazione illegale, indicano la grave erosione della sovranità politica interna. Etnocidio ed ecocidio irreparabili.

Lo smantellamento delle politiche di promozione della scienza e di conservazione del patrimonio culturale mette a repentaglio il futuro delle prossime generazioni e le conquiste consolidate negli ultimi quattro decenni. L'attacco neoliberista all'istruzione pubblica, in cui gli imprenditori si sono fatti mentori delle politiche educative, amplifica la minaccia contro la quale si è levato anche il Manifesto del 1959. Il negazionismo scientifico, associato all'anti-intellettualismo, è stato il segno distintivo dell'azione e dell'omissione del governo, responsabile della morte (e anche la dissolutezza) di centinaia di migliaia di persone durante la pandemia di Covid-19. Tutto questo quadro è fortemente aggravato dalla PEC 95 che ha congelato e definito per il governo federale, per vent'anni, un tetto alla spesa per i diritti sociali, misura che chiede la revoca immediata.

Come coloro a cui è stata revocata la libertà e la loro espressione messa a tacere dal carcere negli anni di piombo della dittatura, ci sentiamo obbligati a reagire agli attacchi all'università pubblica e allo stato di diritto democratico.

Invitiamo la comunità USP a partecipare a un dibattito capace di esprimere la nostra indignazione per le violazioni della democrazia brasiliana. È imperativo che le università pubbliche riaffermino il loro impegno nelle politiche che affrontano la disuguaglianza sociale e la discriminazione, in difesa dell'istruzione pubblica, gratuita e di qualità, nonché nel mantenimento dei programmi di permanenza e dell'azione di affermazione socio-etnica e razziale.

La democratizzazione dei diritti implica, inoltre, il rafforzamento dell'istruzione pubblica di base, che assicura l'appropriazione del sapere e l'accesso di tutti all'Università. Questo accesso, tuttavia, è stato reso impraticabile dalla nuova legge sull'istruzione secondaria, che deve essere abrogata. Nella stessa direzione, esprimiamo la nostra preoccupazione per l'espansione dei programmi filantropici per i centri diurni, con la recente liberalizzazione dell'istruzione domestica e la militarizzazione delle scuole pubbliche.

La nostra azione accademica deve anche concentrarsi sul diritto alla città, alla salute, alla casa, alla sicurezza pubblica, al lavoro dignitoso, alla cultura, al tempo libero, insomma i fondamenti di una società pienamente democratica.

L'Università cova, come è noto, al suo interno diverse tendenze ideologiche e partitiche. Ma il momento esige, da tutte e tutte, la grandezza di riconoscere, come dovere morale e politico imprescindibile, di agire insieme per la ricostruzione della cittadinanza brasiliana.

La democrazia in Brasile è a rischio. Abbastanza.

Il Manifesto sarà letto durante la lezione aperta “Università Pubblica e Democrazia”, con Lula, Fernando Haddad, Marilena Chaui, Ermínia Maricato e Adriana Alves, il 15 agosto, a partire dalle 15:XNUMX presso il Palazzo di Storia e Geografia (FFLCH-USP) .
https://www.youtube.com/channel/UCS-YnI5F7ekee34caVhdCLQ

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