Europa e rifugiati

Immagine: David Peinado
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da FLAVIO AGUIAR*

La legge del Regno Unito che consente la deportazione in Ruanda di rifugiati e migranti considerati illegali arriva sulla scia di altre iniziative discutibili e controverse in Europa sulla stessa questione

1.

La settimana scorsa il Parlamento britannico ha approvato, dopo una lunga battaglia, la legge che consente la deportazione di rifugiati e migranti considerati illegali in Ruanda, nell'Africa centrale, ex colonia tedesca e belga.

Il primo ministro Rishi Sunak, del Partito conservatore, si è impegnato ad approvare la legge, frenata da mesi da un'impasse tra Camera bassa, o Camera dei Comuni, e Camera alta, o Lords, e anche tra governo e opposizione partiti, oltre ad essere il bersaglio di continue critiche da parte delle ONG per i diritti umani.

Il ministro dell'Interno (Home Secretary), James Cleverly, ha salutato l'approvazione della legge come “una pietra miliare nello sforzo di fermare l'afflusso di imbarcazioni” che tentano di portare i rifugiati dal continente al Regno Unito attraverso la Manica, e anche come una “affermazione della sovranità britannica ” contro i “blocchi imposti dai tribunali europei”.

Denise Delic, della sezione britannica dell'International Refugee Aid Committee, ha considerato la misura “inefficace, inutilmente crudele e troppo costosa”. Secondo lui sarebbe meglio migliorare la rete di protezione dei rifugiati e delle loro famiglie, stabilendo, ad esempio, percorsi legali e sicuri.

Esiste già una lista di 350 possibili deportati e il primo volo per il Ruanda è previsto per luglio. Ogni candidato da espellere riceverà una lettera che lo informa di questa condizione e dovranno essere seguite una serie di possibilità di ricorso fino a quando un tribunale non raggiungerà una decisione definitiva.

Si stima che con tutte le procedure legali e i risarcimenti dovuti al Ruanda, ogni deportato costerà alle casse britanniche circa 180mila sterline, l'equivalente di quasi 1 milione e 200mila reais.

I critici del provvedimento ricordano che negli anni '90 del secolo scorso il Ruanda fu teatro di una sanguinosa guerra civile e di un genocidio contro l'etnia tutsi, con un bilancio stimato fino a 800 morti e fino a 500 donne violentate. L'attuale governo del Ruanda richiede, come condizione per l'accoglienza dei rifugiati, che il Regno Unito deporti lì cinque persone accusate di aver partecipato a questo genocidio.

2.

Il provvedimento del governo di Londra arriva sulla scia di una serie di iniziative discutibili e controverse in Europa sulla questione dei rifugiati e degli immigrati. L’anno scorso, la Commissione europea e il governo italiano hanno cercato di negoziare con la Tunisia uno sforzo da parte del suo governo per contenere le ondate di profughi che transitano sul suo territorio in cerca di imbarcazioni nel Mediterraneo che li portino nel continente europeo, in scambio di aiuti finanziari per riequilibrare i conti del paese. L'iniziativa non ha avuto successo, ma è bastata a sollevare una serie di critiche da parte dei difensori dei diritti umani.

All’inizio di aprile di quest’anno, il Parlamento europeo ha approvato in maniera restrittiva il cosiddetto Nuovo Patto su migrazione e asilo che coinvolge i paesi dell’Unione Europea.

La risoluzione comprende un insieme di cinque leggi volte a snellire e standardizzare le procedure per la concessione o il rifiuto dell'asilo, oltre a prevedere una ricollocazione sistematica di quelli accolti tra i paesi dell'Unione, con l'obiettivo di alleggerire l'onere concentrato nei paesi del sud del continente. Apre inoltre l'iniziativa di negoziare misure di contenimento con i Paesi africani che si trovano sulla rotta dei migranti, come ancora la Tunisia, e Mauritania, Marocco ed Egitto. Ancora una volta, le ONG e questa volta Amnesty International criticano la misura, affermando che limiterà anziché proteggere i diritti delle persone in situazioni vulnerabili.

La controversia continuerà. Nel 2023 l’Europa ha ricevuto 1,14 milioni di domande di asilo. Inoltre, ha individuato 380 migranti in condizioni considerate “irregolari”. Di questi, 105 furono deportati e solo 28 furono effettivamente deportati.

Nel Regno Unito c'è chi prevede che la nuova legge sulle deportazioni approvata comporterà una vera e propria fuga di candidati alla clandestinità, evitando la citazione in giudizio. Nel fine settimana, il primo ministro Rishi Sunak ha dichiarato, festeggiando, che molti immigrati stanno lasciando il Regno Unito per l'Irlanda, temendo la deportazione.

D’altra parte, questa situazione, massiccia e delicata, evidenzia l’importanza di misure strutturali che promuovono la pace, evitando guerre internazionali o civili e combattendo la povertà e la violenza contro le persone e i gruppi vulnerabili, come i bambini, le donne e gli anziani.

*Flavio Aguiar, giornalista e scrittore, è professore in pensione di letteratura brasiliana all'USP. Autore, tra gli altri libri, di Cronache del mondo sottosopra (boitempo). [https://amzn.to/48UDikx]

Originariamente pubblicato sul sito web di Radio Francia-Internazionale.


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