da DANIELE BRASILE*
Commento al libro del fisico Marcelo Knobel
Il rapporto storicamente conflittuale tra il sapere scientifico e la vita quotidiana delle persone è di antica data. Anche prima che Galileo Galilei fosse condannato al carcere per eresia, antichi pensatori e scienziati stavano già affrontando la sfiducia dei loro compatrioti.
La costruzione di centri di eccellenza nella ricerca e nel sapere fu dolorosa, e passò attraverso chiese e regni che li modellarono secondo le loro convenienze. Nell'Europa medievale, questa esigenza di raccogliere conoscenze prese la forma di un'università, con Bologna, creata nel 1088, considerata la pioniera. Salamanca e Oxford emersero subito dopo, dimostrando che il progetto pedagogico della conoscenza scientifica poteva essere parlato in più lingue. Ma le prime “università” sono emerse in Asia e in Africa, come Nalanda, in India, Taxila (Pakistan), Alazar (Egitto), e al Quaraouiyine, in Marocco, fondata nell'859, considerata dall'Unesco la più antica attività.
Nel tempo, con il prezioso aiuto dell'Illuminismo e del Razionalismo, la scienza ha guadagnato spazio e riconoscimento, fino a giungere nel Novecento con l'illusione di essere stata pienamente riconosciuta dalla società. La crescita delle metropoli, l'espansione mediatica, la bomba atomica, la televisione, i razzi spaziali, l'eradicazione delle malattie, i computer, l'industria automobilistica, la musica portatile su vinile (poi su CD, poi in streaming), la birra in lattina, il raggio laser, il forno a microonde, il cellulare, tutto ci faceva credere che la scienza, nel bene e nel male, fosse inesorabilmente mescolata all'umanità.
Non è così. In primo luogo, la maggior parte degli esseri umani non gode di tutte le meraviglie tecnologiche o non sente quotidianamente gli effetti dei progressi scientifici. Basta seguire una giornata nella vita di un lavoratore rurale nell'interno del Brasile (o Guatemala, Gabon o Indonesia) per notare che sono molto più vicini allo stile di vita del Medioevo.
In secondo luogo, la raffinatezza raggiunta in settori di punta della scienza li ha portati a distaccarsi dal senso comune, vuoi per un vocabolario impenetrabile, vuoi perché le elaborazioni teoriche spesso non hanno immediata applicazione pratica nel mondo reale. Parallelamente, c'è anche una crescita esponenziale di sette oscurantiste, ciarlatani mediatici che traggono profitto dalla disinformazione, negazionisti e pseudoscienziati.
Uno dei tentativi più riusciti di superare questa scissione è diventato un genere letterario e multimediale: la comunicazione della scienza. Nata nel XX secolo, ha reso famosi alcuni nomi e ha aiutato l'università a ripensare il suo rapporto con la società.
Un bell'esempio di questa postura può essere trovato nel libro l'illusione della luna, una raccolta di articoli scritti dal fisico ed ex presidente di Unicamp, Marcelo Knobel. Scienziato rispettato dai suoi coetanei e con articoli pubblicati sulle principali riviste scientifiche del pianeta, Knobel dedica buona parte della sua produzione intellettuale a costruire ponti tra il sapere accademico e la realtà che ci circonda.
Il volume porta gustose spiegazioni su fenomeni che noi profani non comprendiamo bene (onde elettromagnetiche, materia ed energia, bioacustica, calore specifico, laser), decodificate in esempi umoristici (come cucinare un tacchino, guardare le onde del mare o ascoltare al canto di un canarino). Affronta anche temi urgenti e “umanistici” (vaccino contro il Covid-19, rifugiati, etica scientifica), e fa luce sull'oscurità minacciosa che riaffiora in questo XXI secolo.
Knobel ribadisce l'importanza del dialogo permanente e democratico con tutti i segmenti della società, e non solo sulla divulgazione scientifica. “Più che mai, in questo momento di oscurantismo, negazionismo e attacchi alla scienza e all'istruzione, è fondamentale capire cosa pensa la società dei vari temi che stanno permeando il dibattito pubblico e che toccano direttamente o indirettamente la nostra vita”.
Dividendo i capitoli-articoli del libro in tre parti, Knobel ha definito la terza “Pseudoscienza, il negazionismo e le sue conseguenze”. Ci sono cinque articoli che esemplificano in modo inquietante come le mistificazioni prevalgano nei nostri media, corroborate da politici insignificanti. L'esempio più risibile è il divieto di usare i cellulari nelle stazioni di servizio della città di San Paolo. Senza alcun fondamento scientifico, il divieto diventa ridicolo con l'ovvia contraddizione che la macchinetta dove si paga con la carta, accanto al distributore di benzina, funziona come un cellulare!
Questi e altri esempi dell'ignoranza scientifica in cui siamo immersi ribadiscono la necessità di leggere scienziati come Marcelo Knobel, che non ha paura di segnalare gli errori dell'Accademia stessa nel suo rapporto con il mondo in cui viviamo.
* Daniele Brasile è uno scrittore, autore del romanzo seme di re (Penallux), sceneggiatore e regista televisivo, critico musicale e letterario.
Riferimento
Marcello Knobel. L'illusione della luna: idee per decifrare il mondo attraverso la scienza e combattere il negazionismo. San Paolo, Editora Contexto, 2021, 160 pagine.