La giustizializzazione del neofascismo in Brasile

Josiah Johnson Hawes (1808–1901), Inverno sul comune, Boston, 1850.
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da EUGENIO TRIVINO*

Finché la rete di estrema destra non sarà rimossa dall'apparato statale, il neofascismo bolsonarista continuerà a rimanere

“Il sole di tutti i giorni non è ancora tramontato” (frase latina).

1.

Alla fine dell'ultimo decennio, la promiscuità settoriale tra la base del potere giudiziario e il ministero pubblico federale ha interferito in anticipo nel processo elettorale del 2018, privando, con una lunga reclusione, l'ex presidente Luiz Inácio Lula da Silva, allora favorito candidato, dalla corsa alla Presidenza della Repubblica.

Rapporti da L'intercettazione del Brasile ha aperto le viscere dell'allora operazione Lava Jato e ha reso la procedura promiscua di legge, persecuzione politica attraverso la strumentalizzazione del sistema giudiziario, la visibilità mediatica conservatrice e l'apparato della polizia di stato. Lula ha riconquistato la sua libertà e le energie elettorali che sostengono la sua candidatura continuano a rinnovarsi, facendo di lui il principale candidato alla presidenza.

Tre anni dopo, azioni scatenate ai vertici della Magistratura interferiscono, con reciprocità e analoga anticipazione, nel processo elettorale del 2022: minando la spinta dell'estrema destra, le decisioni, seppur controverse, mirano a padroneggiare, non senza fantasmi di cella, il percorso dell'ospite di Palazzo do Planalto nella disputa dell'elezione. Il riverbero denigratorio delle misure si estende alla reputazione dell'intera famiglia presidenziale.

Questa inquietante dialettica di empirismo la politica mostra, nel drammatico vortice dei fatti, che alcune (poche) istituzioni repubblicane brasiliane, con prerogative e poteri costituzionali, seguono muscoli vigorosi e con ermeneutiche giuridiche ispirate nel triennio 1985-1988, nonostante il vespaio di fakenews e disinformazione sistematica. Almeno per il momento, questo capovolgimento di fatto rivela anche che i pesi e contrappesi della giovane democrazia brasiliana hanno deciso, finalmente, di abbandonare uffici e cassetti, senza indietreggiare di fronte a minacce e timori. La tardiva giurisdizionalizzazione del neofascismo federalista – vale a dire la colpevolizzazione della beffa ultraconservatrice della Repubblica –, a difesa della ragione occidentale contro fakenews e la sua dissuasione socio-strutturale estesa ai canali su YouTube: su richiesta della Polizia Federale (PF), un'ordinanza del Tribunale Elettorale Superiore (TSE) ha determinato la demonetizzazione di diversi di essi.

2.

I colleghi anziani della rete di estrema destra spumeggiano una biliosa sorpresa contro le procedure del Tribunale supremo federale (STF) e dello STE.

serial killer sono anche sorpresi quando la loro disattenzione durante il percorso consente alla polizia di arrestarli. Gli attacchi alla vita assumono molte forme. I sentieri infatti sono uno di questi. Ci sono forme apparentemente più decantate. Riguardano la violenza simbolica, non priva di effetti devastanti. Attaccare copiosamente le istituzioni repubblicane con l'esibizione delle armi incrociate sul petto si inserisce in questo perimetro: non lede solo la Costituzione federale; attacca la vita.

Anni fa, un certo conduttore televisivo brasiliano, protagonista di “affari culturali” notturni con candid camera (telecamera nascosta, in traduzione approssimativa), ha affermato, con indignata sorpresa, che la sua "arte" era stata "censurata" quando le organizzazioni della società civile, preoccupate per la qualità dell'agenda televisiva, sono riuscite a rovesciare i suoi "affari" in tribunale. I prodotti culturali di massa che, oltre alla qualità della pianura fangosa, utilizzano lo schema della telecamera nascosta spesso minano la cittadinanza altrui sottoponendo le persone (di solito povere, bisognose o vulnerabili) a procedure di rapimento per registrare scene luride e deprimenti senza il consenso preliminare delle vittime e , in seguito, esporli nella vetrina audiovisiva come oggetto di risate e di pubblico scherno. Questa “cultura” offerta alla società non nasconde – per chi ha a cuore le filigrane – un pregiudizio fascista sotto pallide arie di “svago” e “gioia”, presumibilmente utili agli spettatori stanchi del cammino quotidiano e preoccupati di ricostituire la propria forza lavoro ( fisico e psichico) per il giorno successivo.

Cosa hanno in comune i casi di cui sopra – uno criminale e l'altro cultura di massa – con l'ultra-destra in termini di partitocrazia? Al di là del cipiglio indignato davanti a un ordine giudiziario o poliziesco, tutti equivalgono, ciascuno a suo modo, ad emblemi, tra centinaia di casi, di quanto soggetti, gruppi sociali e reti siano, fin dall'inizio, privati, paradossalmente, di incertezza giuridica quanto alle conseguenze del loro comportamento e delle loro pratiche. Leggermente o fortemente, sono movimenti coscienti o imprese delle loro proposizioni e atti. Nel caso della folla neofascista, invece, la realtà parallela in cui vivono – Di confine e ossessiva lotta contro il “comunismo immaginario” –, fa sì che il suo presunto estremismo legale, all'interno dell'attuale sistema costituzionale, logori quest'ultimo nella direzione volontaria dell'illegalità. La famigerata confusione in tema di ermeneutica giuridica riparametrizza arbitrariamente le regole pattuite al punto da far passare, “lavati”, come costituzionalmente legittimi atti illeciti commessi consapevolmente in nome di “buone cause”. La dimensione del nonsense si espande quando, come se non bastasse, si verifica che l'estremismo conservatore vuole esportare il suo mondo parallelo come una realtà normale per la società nel suo insieme.

3.

Tutto indica che lo sfilacciamento delle tendenze politico-istituzionali in Brasile è transitato al seguente fallace punto di non ritorno: (a) o l'occupante della poltrona principale della Repubblica si conferma pazzo e applica, in modo maldestro (come il suo amministrazione in quasi tutti i settori), un controverso e vuoto autogolpe, assieme a Forze Armate apparentemente divise e che puntano a un immediato futuro di vita e di morte, con imprevedibili ricadute sociali (a partire dalla libertà dei propri figli, accusati di corruzione e /o propagazione di fakenews e odio); (b) o l'ospite del Palazzo accetta di abbassare la guardia, il pallone e la spavalderia, scoraggiando la folla dei tifosi (soprattutto i più accesi, difensore dell'intervento militare), per un patto di clemenza politico-giudiziaria che, non privo di corruzione fondamentalmente, ha patteggiato il suo ritiro dall'apparato statale – un accordo in base al quale la sua rimozione dalla scena è stata scambiata con una garanzia di protezione per sé e per la sua famiglia, fuori dalle celle.

Entrambe le opzioni sono inaccettabili dal punto di vista politico, legale e istituzionale – per restare solo in questi tre prismi. Non si parli in questo contesto di etica: opportunismi di ogni genere (non di rado patriarcali) minacciano sempre di prostituirla con leccornie di comodo.

4.

Evidentemente, nessuna dialettica garantisce un esito certo in un pugno di ferro. Pur essendo trasparente per chi apprezza il vedere oltre le scadenze brevi, la dialettica politico-giudiziaria citata non fa eccezione.

Sia come sia, la preoccupazione per il neofascismo nel Paese, a cui si è mobilitato il conservatorismo giurisprudenziale (nel flusso di provocazioni a eclatanti onori personali), ha assunto un capitolo istituzionale cruciale, con decisioni intrepide e ardite, con molteplici messaggio e pronto a fare una scuola Stati attraverso. Il fatto che siano stati giustiziati alla vigilia del 7 settembre si è aggiunto al prevedibile tumulto: i gruppi colpiti hanno capitalizzato atti di disidratazione giudiziaria come benzina per le manifestazioni di piazza.

Le prime righe del capitolo antifascista, con un'epigrafe scavata nei precedenti retroscena, ingrossano le fila di tanti segmenti ed entità combattenti del campo del centrosinistra, in difesa della democrazia, dei diritti umani e delle libertà civili. Questa vasta gamma di opposizione progressista vuole disinfettare il Brasile dalla regressione politica post-2018 e minare, dalla base all'apice, la "guerra culturale" negazionista squalificata che ha isolato il paese dalla scena globale e lo ha portato, attraverso una lenta ondata di vaccini, al massimo di 550 morti per Covid-19.

Finché la rete di estrema destra non sarà rimossa dall'apparato statale, il neofascismo bolsonarista continuerà ad appoggiarsi a circa il 20-30% dell'elettorato per ripulire la banca. Il nepotismo e il fisiologismo oligarchico, ampiamente smascherati dai media e, allo stesso tempo – per la folla credulona e/o ignara – adombrati da un robusto canto anti-corruzione fanno parte degli infiniti gradini della china, ancora nella superficiale foce di inferno. A questo livello, la petulanza strategica fa sì che il neofascismo difenda vagamente qualcosa come “democrazia” e “libertà”.

Sperare che il presente capitolo non faccia parte di un trattato – che sia piuttosto un libro veloce, di quelli che, con meno di cento pagine e linguaggio leggero, si scrivono in poche settimane e si leggono “in una seduto” – esige una fede incommensurabile dall'ingenuità. I flussi scoraggiano le aspettative: la disperazione, in un compendio oltre il 2022, proietta sviluppi nel decennio, se non oltre.

*Eugène Trivinho è professore del Corso di Laurea Magistrale in Comunicazione e Semiotica presso PUC-SP.

 

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