da JOÃO CARLOS LOEBENS*
Il discorso meritocratico secondo cui i super-ricchi di regola sono ricchi perché hanno più meriti è falso.
La parola meritocrazia deriva da merito + crazia, sarebbe il governo del merito. Il merito è legato al merito, all'attitudine o alla preminenza nel gruppo sociale, con alcune abilità diverse, come la musica o il calcio.
In questo senso, la meritocrazia viene utilizzata per giustificare l’esercizio della leadership sociale, o del governo, da parte di persone che in teoria hanno più merito, persone che sarebbero le più abili o competenti.
E il capitalismo, quale sarebbe? In una definizione sintetica, sarebbe l’uso del capitale o del governo da parte dei capitalisti. Se pensiamo all'utilizzo del capitale (materiale, finanziario, umano...), potremmo concludere che ogni società utilizza capitale, indipendentemente dal nome politico che le viene attribuito. Non importa se si tratta di capitalismo, socialismo, comunismo o neoliberismo, tutti usano il capitale.
Non ci resta che intendere il capitalismo come il governo dei capitalisti, di coloro che possiedono capitale privato, i ricchi o i super-ricchi (capitale privato, perché esiste anche il capitale pubblico). E perché una società dovrebbe essere governata dai capitalisti super-ricchi? Quale spiegazione è interiorizzata e accettata dalle persone come giustificazione della legittimità del governo dei super-ricchi?
Nei governi gestiti dalla religione, la spiegazione o giustificazione è che papi, pastori, preti o vescovi sono rappresentanti di Dio sulla terra. Al tempo dei re e dei nobili, la giustificazione era l’ereditarietà: il figlio di un nobile nasceva nobile.
E oggi, qual è la spiegazione per cui le persone accettano il governo dei capitalisti super-ricchi? È meritocrazia. I super-ricchi usano la meritocrazia come giustificazione per affermare di essere ricchi perché hanno più meriti del resto della popolazione. Allo stesso tempo, il discorso della meritocrazia serve a attribuire la colpa della povertà ai poveri stessi: sono poveri perché hanno meno merito o perché non si sono impegnati abbastanza.
È corretto questo discorso meritocratico?
Pensiamo, ad esempio, all’eredità. Per ipotesi, se fosse nato il figlio di Roberto Marinho (Rede Globo) o Silvio Santos (SBT), quanti “meriti” in più avresti in questo momento? Hai provato meno dei figli dei proprietari del Globo/SBT in modo che abbiano più “meriti” (capitale/patrimonio) di te? Probabilmente ci hai provato di più e hai molti meno “meriti capitalisti” di loro. Facile da capire... o no? Alcuni si riferiscono a questa situazione parlando di “pari opportunità” o “il punto di partenza conta”.
In alcune occasioni la giustificazione meritocratica è vera, come nel calcio di Pelé o Messi. Tuttavia, il discorso meritocratico che afferma che i super-ricchi di regola sono ricchi perché hanno più meriti (più impegno/competenze), e che i poveri sono poveri perché hanno meno meriti (non fanno impegno o non hanno competenze).
Non è per meritocrazia, è perché siamo nati in una famiglia ricca, trasmettendo “meriti capitalisti” di generazione in generazione. Il figlio di un uomo ricco nasce ricco... proprio come nel Medioevo, dove il figlio di un nobile nasceva nobile. È un mito dire che basta essere laboriosi e abbastanza competenti per avere lo stesso capitale di Elon Musk o Jorge Paulo Lemann (coinvolto nello scandalo Lojas Americanas).
Sebbene il discorso sulla meritocrazia sia falso in questo contesto, si tratta di un discorso accettato in modo massiccio dalla popolazione e utilizzato per giustificare la concentrazione abusiva del reddito in Brasile (e in tutto il mondo), rendendo il Brasile uno dei paesi con le maggiori disuguaglianze del pianeta, con una mezza dozzina di super-ricchi e milioni di poveri.
Per comprendere meglio e poter trarre le proprie conclusioni, segui i suggerimenti del libro La tirannia del merito (Civiltà brasiliana), dello scrittore americano Michael Sandel.
*Joao Carlos Loebens è uno studente di dottorato in economia e revisore fiscale presso l'Agenzia delle Entrate dello Stato del Rio Grande do Sul.
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