da PAULO SERGIO PINHEIRO*
Tutti noi che abbiamo cercato di accompagnare le sue instancabili azioni di resistenza all'ingiustizia e all'arbitrarietà dobbiamo, con l'amatissimo festeggiato, nel suo novantesimo compleanno, un debito incommensurabile
Laureato in giurisprudenza, Marcelo Duarte de Oliveira, divenne Padre Agostinho quando fu ordinato sacerdote nel 1967, come monaco benedettino olivetano, nell'ordine religioso di Nossa Senhora do Monte Oliveto, fondato da São Bernardo Tolomei, nel XIV secolo, a Siena.
Nel gennaio 1969 iniziò a prestare assistenza religiosa ai detenuti del carcere di Tiradentes, a S. Paolo, scoprendo le torture che vi si compivano. Può così confermare che l'Esquadrão da Morte, il gruppo di sterminio comandato dal capo Fleury, prelevava di notte i prigionieri dalle loro celle per giustiziarli. Durante le sue visite ha ottenuto dalla polizia un elenco di detenuti che hanno lasciato il carcere e non sono più tornati.
Inseguito dall'Esquadrão da Morte, è stato nascosto per tre mesi nel Palazzo episcopale dell'arcidiocesi di San Paolo: “Se mi prendessero, verrei sicuramente ucciso”, ha dichiarato in una seduta della Commissione verità. Dopo il 1970, è diventato uno dei principali testimoni dell'inchiesta sull'Esquadrão da Morte condotta dall'allora procuratore Hélio Bicudo, che ha incontrato la resistenza dei governi statale e federale, e anche senza il sostegno del Pubblico Ministero di San Paolo.
Ho conosciuto Agostinho quando mi ha invitato a una conferenza all'Osasco Human Rights Center, da lui diretto. Fondata nel 1977 durante la dittatura militare, è stata la prima ad essere creata a San Paolo e la seconda in Brasile. Dal 1976 al 1982, Agostinho è stato coordinatore nazionale della Pastorale Carceraria, grazie all'appoggio del cardinale Dom Paulo Evaristo Arns, nuovo arcivescovo della diocesi di São Paulo.
Il 9 gennaio 1983, sei pazienti tentarono di fuggire dal manicomio giudiziario Franco da Rocha, a San Paolo, e presero in ostaggio due impiegati dell'istituto. I due sono stati assassinati, insieme a uno di questi impiegati, dalla polizia militare della ROTA (Rondas Ostensivas Tobias de Aguiar). La mattina del 13 gennaio, ricordo di essere andato, insieme all'ex ministro e futuro senatore Severo Gomes, a incontrare padre Agostinho nella chiesa di Nossa Senhora da Mãe da Igreja, nel Jardim Paulista, dove lavorava, per andare insieme alla asilo.
Né lui né noi sapevamo che quella visita, e quella successiva, alla Casa di Custodia e Cura di Taubaté, sarebbero stati gli atti fondanti della futura Commissione Teotônio Vilela (CTV) sui Diritti Umani, composta anche da Antonio Candido, Fernando Gabeira, Eduardo Suplicy, Fernando Millan, Hélio Bicudo, João Baptista Breda, José Gregori, Margarida Genevois. Agostinho è stato il magnete che ha unito tutti questi membri, e quelli che si sono susseguiti, così diversi, nei trent'anni di attività del CTV.
Come scrisse lo stesso Agostinho nel 2003, in un comunicato in occasione del 20° anniversario del CTV: “Nessuno di noi deve essere uscito indenne, dopo aver visitato e immerso nel mondo sotterraneo delle carceri – siano esse carceri, penitenziari, FEBEM, manicomi , eccetera. Nessuno è ingenuo dopo essere passato in mezzo a torturatori e aguzzini, dove i presunti criminali di ieri sono le vittime di oggi. Non ci si illude quando si parla di una società giusta con una polizia arbitraria, truculenta e corrotta. Le violazioni contro l'integrità fisica, psicologica, morale e spirituale colpiscono anche noi, membri della grande famiglia umana”.
Agostinho continua a lavorare con i sopravvissuti colpiti dalla repressione e dall'abbandono dello Stato democratico, come i detenuti, le loro famiglie, i senzatetto, i poveri miserabili, i bambini e gli adolescenti ricoverati. È implacabile, costantemente instancabile, nel difendere i diseredati con le autorità in tutti i casi. Invita chiunque abbia bisogno di denunciare le violazioni e ottenere giustizia.
Per la sua lunga vita di totale dedizione agli impotenti, Agostinho è stato premiato da numerose istituzioni. Nel 1996 lo Stato brasiliano, durante il governo di Fernando Henrique, gli ha conferito il Premio Nazionale per i Diritti Umani. Ci siamo commossi tutti nel 2017° anniversario della sua ordinazione sacerdotale, nel XNUMX, quando ha celebrato una messa con Papa Francesco alla Casa de Santa Marta, in Vaticano.
Attivisti per i diritti umani, ricercatori, professori, avvocati, giudici, pubblici ministeri, capi della polizia, tanti di noi, neofiti come me quando l'ho conosciuto, abbiamo avuto il privilegio di vivere con Agostinho, ispirati dalla sua militanza profetica nella difesa dei diritti umani. Tutti noi che abbiamo cercato di accompagnare le sue instancabili azioni di resistenza all'ingiustizia e all'arbitrarietà abbiamo un debito incommensurabile nei confronti dell'amatissimo festeggiato, nel suo novantesimo compleanno.
*Paulo Sergio Pinheiro è un professore in pensione di scienze politiche all'USP ed ex Ministro dei Diritti Umani. È stato membro e coordinatore della National Truth Commission. Autore, tra gli altri libri, di Strategie dell'illusione: la rivoluzione mondiale e il Brasile, 1922-1935 (Companhia das Letras).