da DANIELE BRASILE*
Commento al libro di racconti di Chico Lopes
Chico Lopes è uno scrittore prolifico, con diversi titoli pubblicati. Noto scrittore di racconti, si è cimentato anche con romanzi, poesie, cronache e critica letteraria e cinematografica, oltre a tradurre classici come Henry James e Hawthorne.
Un fatto curioso della sua biografia è il fatto che è nato e vissuto in piccoli paesi dell'interno, come Novo Horizonte, Brotas o Poços de Caldas. Ciò non gli ha impedito di accumulare un sapere cosmopolita, riflesso soprattutto nella sua attività critica. D'altra parte, determina l'universo in cui i suoi personaggi asfissiano attraverso orizzonti ristretti, strade buie, bar decadenti e un certo pessimismo nei confronti della vita.
Chico ha già confessato, in un'intervista, che la sua letteratura parla di perdenti, di emarginati. Anche se vivesse in una megalopoli, è molto probabile che il fulcro sarebbe lo stesso, trattandosi di una postura estetica e filosofica nei confronti del mondo che ha già prodotto diversi classici della letteratura mondiale.
La scrittura di Chico Lopes non usa trucchi moderni, non dipende da dispositivi elettronici, non è fatta per un consumo veloce e usa e getta. Nei suoi racconti, da quando ha pubblicato il suo primo libro, scava nei sentieri più tortuosi dell'animo umano, calpestando terreni dove il sordido e il sublime possono germogliare fianco a fianco. Ha letto i russi, i francesi, ha letto Machado e Graciliano, e ha distillato da questi maestri l'essenza che anima le sue narrazioni.
Il passaggio invisibile (Original Orange, 2019) riunisce otto racconti, l'ultimo quasi un romanzo, con 46 pagine. Storie dense e tese, dove la violenza di fondo a volte esplode in modo cruento, sia per gelosia incontrollabile, silenziosa rivolta al destino o brutalità istituzionale.
Un superbo esempio di quest'ultima situazione è il racconto ammirevole Bianco Natale, dove un uomo viene inseguito da due poliziotti per il gesto “abominevole” di aver urinato su un albero. Le conseguenze di questo atto raggiungono proporzioni insolite, in un crescendo angosciante che non è secondo a nessuno dei migliori scrittori di suspense, con un risultato di grande impatto che rivaleggia con i migliori momenti di Rubem Fonseca.
In questo, come in altri racconti, c'è anche qualcosa di Kafka. Lo scopo non è solo quello di distrarre il lettore con una bella storia, ma di turbarlo, in un senso più esistenziale. I personaggi sono oppressi dalle circostanze, dalla paura, dall'angoscia, dall'abbandono, ed è nell'esplorazione di queste situazioni che la letteratura di Chico Lopes cresce, occupando una nicchia essenziale nel panorama della letteratura brasiliana contemporanea.
*Daniel Brasile è uno scrittore, autore del romanzo seme di re (Penalux), sceneggiatore e regista televisivo, critico musicale e letterario.
Riferimento
Chico Lops. Il passaggio invisibile. Editora Laranja Original, 2019 (https://amzn.to/3QHuesu).