La caduta del governo Draghi in Italia

Immagine: Rachel Claire
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da ANSELMO PESSOA NETO*

Guerra e politiche di austerità fanno cadere il presidente del Consiglio italiano

Senza cercare di capire la crisi mediatica che avvolge il mondo, non si può capire la crisi e la caduta del governo di Mario Draghi in Italia. Mario Draghi è il super banchiere che è passato da presidente della Banca Centrale Italiana a presidente della Banca Centrale Europea e, da bravo tecnocrate, cosa equivale a un buon dirigente e, ancora meglio, cosa equivale a un buon bastone , ha stampato la politica di austerità con il pugno di ferro (in una lingua straniera, austerità, che dovrebbe suonare come una cosa nobile e che, in realtà, non ha mai significato altro che “poco cibo, prima la mia poltiglia”, o, meglio ancora: voglio solo avere il mio) nell'Unione Europea (che è il uguale all'unione doganale).

Questo cittadino, banchiere per eccellenza, è diventato presidente del Consiglio d'Italia praticamente con una sola frase: tutto il necessario (A ogni costo). Questa frase, detta nel 2012, è l'unica che abbia notizie del repertorio progressista del super Mário Draghi, tutto il resto, tutto il suo arsenale di misure, prima e dopo questa frase che lo consacrò, serviva un solo capo: il mercato che, a sua volta, ha un solo standard: mettere da parte i soldi per ripagare i prestiti! Qual è il pegno? ah, beh, sta a noi decidere ahahahahahahaha (quella risata è loro, gli uomini del mercato finanziario).

In quale contesto Draghi ha pronunciato la sua celebre frase? Pochi vogliono sapere. Meglio non pasticciare con i segreti dei nostri eroi. Meglio essere ingannati, in fondo siamo cittadini di buona volontà, vogliamo solo il nostro bene e quello degli altri ahahahahahahaha (quella risata è mia). In breve, Mario Draghi ha pronunciato la sua celebre frase quando la vacca era già andata nella palude. Basta cercare (ricerca: questo era l'intento iniziale di Internet: voglio sapere: cerco. E questo si è trasformato in: non voglio sapere, lascia che lo dicano per me, seguirò). L'austerità aveva già fatto il suo lavoro e, senza alcuna ironia della sorte, il Paese dell'ora per andare in default (break, in lingua Tupiniquim) era proprio l'Italia. E sembrava che Mario Draghi fosse un nazionalista per gli italiani di buona volontà (gli stessi che si erano già assicurati la poltiglia). La lettura era: Mario Draghi è disposto a tutto pur di salvare l'Italia dalla bancarotta, che bella cosa coccolosa, vero?

La verità, sfortunatamente, per i nostri creduloni, è che Mario Draghi non stava cercando di salvare l'Italia dalla bancarotta, ma stava ancora eseguendo gli ordini, cioè, se l'allora quinta economia più grande del mondo crolla, come saremo noi nella sesta in giu? E gli interessi, chi pagherà? Non è in pericolo di un guasto generale? Ci sono momenti in cui vogliamo credere, giusto? Il pensiero positivo sposta le montagne, dicono. E se la gente vuole credere, chi sarà contrario?

Nel 2021, di fronte a una nuova probabilità di rottura dello Stato italiano, la via d'uscita era chiamare l'eroe del 2012 a un governo di unità nazionale: tutti con Mario Draghi, da sinistra a destra, tranne uno. Per inciso, un film già visto con un altro banchiere, il governo Monti (2011-2013) che, già alle assunzioni, per chi volesse vedere, sono sempre pochi, il fallimento era già annunciato (il fallimento, come tutto il resto, è relativo. Alcuni vincono quasi sempre, altri…). Ed eccoci di nuovo al punto di partenza: l'Italia ama i banchieri? No, decisamente no. Ma i media mainstream lo fanno sicuramente. Ma non sarà perché i grandi media italiani ei banchieri sono la stessa cosa? Che domanda crudele.

Nella puntata di Mario Draghi, le cose in Italia erano aperte come forse in qualsiasi altro momento storico (da qui anche l'importanza dell'Italia, che ci insegna sempre). I grandi media: grandi giornali, grandi reti televisive e derivati, hanno agito come un'unica rete, un'unica verità. Cosa potrebbe unire, tanto per fare un esempio, giornali come Corriere della Sera, La Repubblica, La Stampa (gli ultimi due non nascondono nemmeno di essere di proprietà dell'ex FIAT), IlSole24ore e tutti, tutti gli altri tranne uno, attorno a un'unica verità, cioè “la verità è Mario Draghi sopra tutto e tutti” ripetuto milioni di volte come una cantilena monotona mattina, pomeriggio, sera e alba? Chi risponderebbe che ciò che accomuna queste persone (queste persone sono ancora persone?), questo grande media, è il capitale finanziario, quando si ha a che fare con un uomo di comprovato e comprovato capitale finanziario, sbaglierebbe?

Ma è andata male, Mario Draghi è caduto! La domanda logica è: perché è caduto? Perché è caduto? Perché la pancia brontola e i prezzi non si fermano, no. Lo stesso fattore, con altro nome, è che Mario Draghi è caduto a causa della guerra. Cadde anche Mario Draghi per la guerra che fa salire i prezzi. Deposto Mario Draghi, rinviato il re: i media mainstream hanno già concordato: terrorizzeremo il popolo con la minaccia della Meloni, leader politico di Fratelli d'Italia (in italiano: Fratelli d'Italia. Neofascista o vecchio partito fascista, in quel caso è lo stesso). Ma perché la gente dovrebbe scegliere Meloni e il suo partito di Fratelli d'Italia? Questa domanda è bandita in Italia, almeno nei media mainstream e tra i più creduloni.

* Anselmo Pessoa Neto è professore di letteratura italiana all'UFG. Autore, tra gli altri libri, di Italo Calvino: i brani da non perdere (UFG Editore).

 

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