La realtà parallela del CPO 

Immagine: Mo Eid
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da FRANCISCO FERNANDES LADEIRA*

Gli attivisti del PCO credono che il partito potrebbe influenzare la direzione dei principali eventi della politica nazionale

La settimana scorsa ho scritto un articolo intitolato “Il PCO e l'estrema destra”, spiegando che il Partito della Causa dei Lavoratori è un'organizzazione il cui obiettivo non è necessariamente elettorale, ma servire gli interessi privati ​​del suo presidente. Proseguendo il dibattito, in questo testo faccio notare che il CPO si trova in una sorta di realtà parallela. Non è un caso che il partito sia spesso riferimento nei post di esponenti di estrema destra (noti anche per la loro costanza nella realtà parallela).

Non avendo rilevanza elettorale, né spazio sulla stampa di sinistra, per “attirare l’attenzione”, il CPO utilizza un modus operandi Composto essenzialmente da tre fasi. In primo luogo, il CPO lancia una delle sue polemiche vuote (mera “esca di fidanzamento”), come “Bolsonaro è perseguitato”. Successivamente, queste controversie hanno ripercussioni positive sulle bolle bolsonariste e negativamente sui media progressisti (infatti, il PCO si è caratterizzato per essere “tigro” con la sinistra e “tchutchuca” con l’estrema destra). Infine, gli attivisti del partito, in massa, pubblicano sui social media che il partito è in crescita, disturbando la borghesia e quella che chiamano la “piccola sinistra borghese”. Pertanto, ritengono che il PCO (uno dei più piccoli partiti legali del paese) sarebbe in grado di influenzare la direzione dei principali eventi della politica nazionale (forse globale).

In questo mondo “alternativo” e megalomane, c’è una (presunta) persecuzione del PCO da parte dell’imperialismo statunitense. Pensa attentamente! È surreale pensare che la più grande macchina bellica e di spionaggio della storia dell’umanità, responsabile di innumerevoli colpi di stato nel mondo, si preoccupi proprio del PCO, che finora ha eletto un solo consigliere (e anche allora in un’alleanza con partiti di destra).

In questa “logica”, tutti i media che denunciano le fantasticherie del PCO – A Terra é Redonda, Fórum, DCM, GGN, Carta Capital, tra gli altri – sono al servizio dell’imperialismo, del PSDB, del sionismo e/o sono finanziati da ONG.

Una delle principali tattiche utilizzate dal PCO per corroborare la sua “realtà parallela” è quella di parassitare i movimenti popolari e i politici. In questo modo il partito si è posizionato come portavoce della candidatura di Lula, della campagna per “Fora Bolsonaro” e della difesa della causa palestinese.

In questa strategia della cortina di fumo, chiunque critichi il PCO e i suoi flirt con l’estrema destra non solo “attaccherebbe il partito, ma anche Lula e la causa palestinese” e sarebbe “un agente dell’imperialismo infiltrato a sinistra”. Se, ad esempio, qualcuno denuncia che le dichiarazioni del presidente del PCO, Rui Costa Pimenta, alimentano il bolsonarismo (come affermare che “Bolsonaro è perseguitato perché è l’unico nome in grado di sconfiggere Lula”), la stampa del partito rilascia immediatamente una nota delirante, come “il partito si è confrontato, poiché continua la lotta in difesa del popolo palestinese”. In altre parole, una cosa non ha nulla a che fare con l’altra.

Inoltre, esponenti di tutti gli “organismi parassitati” dal PCO cercano di stare lontani dal partito di Rui Costa Pimenta. Gleisi Hoffmann, presidente del PT, ha già indicato il CPO come promotore dell'iniziativa notizie false e provocando intrighi tra la sinistra. Secondo Valter Pomar, anche lui membro del direttorio nazionale del Partito dei Lavoratori, “il PCO è l'alleato oggettivo di Bolsonaro” e “prenderà presto il posto del PSTU, come 'la sinistra che piace alla destra'”. In una trasmissione in diretta al DCM, il Segretario della Gioventù della Federazione Araba Palestinese del Brasile (FEPAL), Maynara Nafe, commentando la partecipazione del PCO ad azioni filo-palestinesi, ha affermato che il partito “non ha nulla a che fare con noi”.

Ma la realtà parallela del CPO non opera solo in relazione al presente. Anche il passato viene riscritto. Tutta la storiografia brasiliana è sbagliata. Solo i membri del partito conoscono la “verità”. In questa versione della nostra storia, la scoperta del Brasile è stata un evento rivoluzionario, i bandeirantes sono eroi nazionali e il movimento dell’8 gennaio 2023 non è stato un tentativo di colpo di stato, ma “una mera manifestazione di povere cose” (evidentemente, gli amici bolsonaristi non può essere rappresentato negativamente).

Ma le più grandi fantasticherie del PCO, senza ombra di dubbio, riguardano le “analisi” del partito sul calcio. Nella realtà parallela del partito, la squadra brasiliana e Menino Ney sono perseguitati dall’imperialismo, da Globo, da Casagrande, da Galvão Bueno, dal VAR, dalla FIFA, dal Conmebol, dalla UEFA e dalla “sinistra piccolo-borghese”.

Parlando di “sinistra piccolo-borghese”, per il PCO l'attuale deputato federale Guilherme Boulos è responsabile della famosa sconfitta per 7-1 del Brasile contro la Germania ai Mondiali del 2014.

Evidentemente un testo da solo non sarebbe in grado di far fronte ai sogni ad occhi aperti di Pepper. Con ogni “Analisi Politica della Settimana” (l’equivalente del PCO al box bolsonarista), la realtà parallela del partito guadagna un nuovo elemento.

E gli attivisti, di conseguenza, devono replicare tutto ciò che dice il presidente del partito, senza fare domande e senza timore di essere messi in imbarazzo sui social. Come canta Zé Ramalho: “Eh, oô, vita da bestiame”.

Infine, è importante sottolineare che, secondo la realtà parallela del CPO, questo articolo è stato sponsorizzato dall’imperialismo, da George Soros, dal sionismo, dalle ONG e dal PSDB. Aspetto solo che arrivino le foto!

*Francisco Fernandes Ladeira è un dottorando in geografia presso Unicamp. Autore, tra gli altri libri, di L'ideologia delle notizie internazionali (CRV). [https://amzn.to/49F468W]


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