La terza guerra mondiale

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da RUBEN BAUER NAVEIRA*

La Russia si vendicherà contro l’uso di sofisticati missili NATO contro il suo territorio, e gli americani non hanno dubbi al riguardo

recentemente il sito web la terra è rotonda, ha pubblicato il mio articolo in cui delineo diverse possibili traiettorie per il conflitto in corso (di lunga data) tra Stati Uniti e Russia.

Ieri, lunedì 25, l'Ucraina ha attaccato (ancora una volta) le retrovie russe con missili ATACMS di fabbricazione americana, colpendo l'aeroporto militare Khalino nella città di Kursk. Fonti ucraine affermano che l'attacco ha avuto successo (un sistema di difesa antiaereo russo S-400, un obiettivo di alto valore, è stato distrutto). Fonti russe affermano che non ci sono stati danni significativi. Entrambi, però, riconoscono che l'aggressione è avvenuta.

Non solo sistemi sofisticati come l'ATACMS sono gestiti (programmati) da personale militare americano operante clandestinamente in Ucraina, ma l'identificazione, selezione e mappatura delle coordinate spaziali di possibili obiettivi viene effettuata utilizzando l'ISR (acronimo di Intelligence, Sorveglianza e Ricognizione) che possono essere forniti solo dagli Stati Uniti, soprattutto a partire dalle immagini scansionate dalla loro onnipresente rete di satelliti.

Sempre ieri, la Casa Bianca per la prima volta ha dato ufficialmente per scontato che l'Ucraina è autorizzata a utilizzare i missili ATACMS per attacchi sul territorio russo, con la differenza che tale autorizzazione vale per ora solo per la provincia (oblast) da Kursk – come se ciò servisse da attenuante contro i russi.

Vladimir Putin nel suo discorso di giovedì 21 aveva chiarito che, se un attacco di questo tipo si ripetesse, le installazioni militari nei paesi occidentali coinvolti (in questo caso gli Stati Uniti) sarebbero l'obiettivo della ritorsione russa.

Anche se Vladimir Putin potrebbe essere determinato a portare a casa tutti gli insulti fino al 20 gennaio, data in cui troverà un accordo con Donald Trump, gli americani non sono disposti a lasciargli alcun margine di manovra in questo senso. Nel mio testo pubblicato l'altro ieri stimavo al XNUMX% la probabilità che qualcosa del genere si verificasse. Oggi però già penso che il XNUMX% sia tanto.

In breve ebbe inizio la Terza Guerra Mondiale.

La ritorsione russa arriverà – e gli americani non hanno dubbi al riguardo. Sono quindi già preparati al “post-ritorsione”, cioè all’escalation militare contro i russi. Anche la Russia è preparata a questa escalation.

Il problema dell’escalation è che essa sfocia rapidamente in una guerra nucleare – a meno che, nel processo, una delle parti riesca a “imporsi” sull’altra, dimostrando una tale superiorità militare da indurre l’altra parte a ritirarsi (in pratica, a resa). Questa capacità esecutiva si chiama in gergo militare “dominanza dell’escalation"("padronanza dell'arrampicata"). Naturalmente, né gli americani né i russi percepiscono l’un l’altro una tale capacità, altrimenti non commetterebbero la follia di sfidare il proprio avversario.

Tuttavia, analisti militari come Andrei Martyanov sostengono che la Russia ha la capacità di dominare l’escalation – si spera che abbia ragione, altrimenti il ​​conflitto culminerà in una guerra nucleare.

Nel mio testo dell'altro ieri, ho preso come base le parole di Vladimir Putin nel suo discorso del 21 per prevedere che la Russia ad un certo punto dell'escalation lancerà una bomba nucleare su qualche città ucraina, dando però un preavviso in modo da garantire la fuga del maggior numero possibile di civili. Lo scopo sarebbe quello di intimidire gli americani e convincerli a fermare l'escalation, con il presupposto che temerebbero che altre bombe nucleari possano sterminare i cittadini americani e che, dal punto di vista americano, gli ucraini non sarebbero altro che che foraggio per cannoni usa e getta.

Anche se qualcosa di dirompente del genere avesse senso (e potesse avere l’effetto atteso), non sarebbe questo l’ambito dell’escalation (perché gli americani sono anche capaci di sganciare bombe nucleari sulle città), sarebbe al massimo un tentativo di fermare l'escalation prima che le cose diventino davvero, davvero brutte.

In ogni caso, tutti nel mondo (compresi americani e russi) dovranno trattenere il fiato mentre seguiamo lo sviluppo degli eventi.

riguardo a sincronizzazione per la ritorsione russa all'attacco ucraino/americano di ieri: ritengo improbabile che questa ritorsione avvenga immediatamente (come oggi, o domani). A differenza degli americani, i russi sono più cerebrali e meno impulsivi. Ciò che è in gioco è il destino del Paese (Russia) e il “dosaggio” della risposta (non così debole da incoraggiare gli americani a continuare a salire, né così forte da costringerli al “tutto o niente”). richiede di essere molto ben considerato, calibrato e pianificato.

E se, alla fine, arrivasse davvero la guerra nucleare? Il mondo finirà? No, il mondo non finirà. Ciò che finirà definitivamente è questo mondo a cui siamo abituati fin dal giorno in cui siamo nati. E allora dovremo inventare un nuovo mondo e un nuovo modo di vivere la nostra vita in esso. Ho condiviso le mie riflessioni su questo nel testo”La guerra post-nucleare in Brasile”, al quale vi invito ad accedere.

* Ruben Bauer Naveira È un attivista politico e pacifista. Autore del libro Una nuova utopia per il Brasile: tre guide per uscire dal caos (disponibile su http://www.brasilutopia.com.br/).


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