da GERSON ALMEIDA*
In generale, la vulnerabilità agli eventi climatici estremi è fortemente correlata ai benefici forniti agli interessi del capitale
La popolazione del Rio Grande do Sul viene punita con “il più grande disastro climatico dello Stato”, come ha dichiarato il governatore Eduardo Leite, pur riconoscendo le gravi limitazioni del potere pubblico per far fronte a questo evento climatico estremo: “non avremo la capacità effettuare tutti i soccorsi, perché è molto più disperso in questo evento climatico che stiamo vivendo”.
Qualcosa che rivela la dimensione della tragedia e la mancanza di attrezzature da parte dello Stato per affrontare queste situazioni, anche se sono sempre più ricorrenti e, quindi, è sempre più irrealistico trattarli come eventi rari e imprevedibili.
Nello stesso stato del Rio Grande do Sul, nel settembre 2023, si era già verificato il fenomeno climatico più estremo mai registrato, un ciclone extratropicale durante il quale 157 persone rimasero senza casa e 54 morirono. In altre parole, in soli 8 mesi, la popolazione del Rio Grande do Sul è stata duramente colpita da eventi climatici, uno più estremo dell’altro.
Qualcuno chiederà al governatore dello Stato e al sindaco di Porto Alegre quali misure sono state adottate per attrezzare meglio le autorità pubbliche per proteggere le persone e quale piano di emergenza è stato elaborato sulla base delle prove sperimentate otto mesi fa? Cose semplici come qualificare la Protezione Civile statale, mappare le aree più sensibili dello Stato, stabilire partenariati con i comuni per piani di emergenza e prevenzione; oppure, nel caso di Porto Alegre, sono state ristrutturate le stazioni di pompaggio e le paratoie del sistema di protezione dalle inondazioni?
L’attuale tragedia nel Rio Grande do Sul è di proporzioni senza precedenti, ma non imprevedibile. Per limitare al solo sud del paese, vale la pena ricordare che la popolazione di Santa Catarina, nel 2008, aveva già subito piogge così intense che colpirono circa 1,5 milioni di persone, di cui 120 uccise e 69.000 rimaste senza casa, che, in All’epoca fu la peggiore tragedia climatica nella storia della regione meridionale.
Da allora sono trascorsi 16 lunghi anni e si sono verificati molti altri eventi meteorologici estremi, con il 2009 considerato l'anno più secco degli ultimi 80 anni; e il 2022 è stato l’anno in cui 96 comuni del Rio Grande do Sul (il 19% delle città del Rio Grande do Sul) hanno dichiarato una situazione di emergenza a causa della siccità.
Per la loro portata, violenza e ricorrenza, questi pochi esempi sono sufficienti a dimostrare che le autorità a tutti i livelli di governo non possono continuare ad agire come se tutto fosse nuovo e non resta che rammaricarsi della mancanza di strumenti adeguati per proteggere le persone. È necessario consolidare un sistema nazionale efficace, che coinvolga tutti i livelli di governo e della società, per prevenire le cause del cambiamento climatico, difendere le popolazioni vulnerabili e mitigarne le conseguenze.
Il primo passo è abbandonare la posizione negazionista e pensare a una vera rivoluzione nell’occupazione e nell’organizzazione dello spazio urbano e rurale, nella tutela dei bacini idrografici e nelle disuguaglianze nell’accesso ai servizi di base. Difendere, infatti, l'incolumità delle persone non significa solo distribuire armi e investire nella repressione, ma universalizzare l'accesso ai servizi di base e garantire che tutti possano godere della città, senza vivere nell'insicurezza permanente, vedendo la propria casa allagata, le proprie proprietà distrutte ed essere sempre condannati. dover ricominciare da capo, dopo ogni evento climatico estremo.
Ancora una volta, la solidarietà della società è commovente ed essenziale, ma non può continuare a essere l'unica alternativa. Sono necessarie misure strutturali per limitare le vulnerabilità socio-ambientali, uno sforzo quotidiano da parte dei governi e una lotta permanente da parte dei movimenti sociali affinché queste questioni non vengano discusse solo in questi momenti tragici.
In generale, la vulnerabilità agli eventi climatici estremi è fortemente correlata ai benefici apportati agli interessi capitali nelle forme di produzione dello spazio urbano, come la trasformazione in merci di aree cuscinetto per corsi d’acqua e aree destinate ad aree verdi. Ciò porta all’inevitabile conclusione che le tragiche conseguenze sociali degli eventi cosiddetti “naturali” devono essere considerate come inscindibili dall’insieme delle decisioni quotidiane prese a vantaggio degli interessi di chi vuole incorporare a merce l’intero spazio urbano e rurale. .
Questi, invece di qualificare i servizi pubblici per servire meglio le persone, lavorano sempre per fornirli in modo da generare profitto. È questo lavoro quotidiano contro la maggioranza che produce enormi differenze nell’accesso ad alloggi dignitosi e sicuri; nonché infrastrutture adeguate e servizi di base di qualità.
Sebbene le tragiche disuguaglianze siano invisibili nelle discussioni quotidiane, in questi momenti si presentano pienamente. Ma la verità è che non sono questi eventi climatici estremi a creare disuguaglianze, bensì il modello di sviluppo urbano e sociale che pone le persone in una situazione subordinata agli interessi economici.
È tempo che i governi parlino meno a nome del mercato e difendano di più le persone che hanno promesso di rappresentare.
* Gerson Almeida, Sociologo, ex consigliere comunale ed ex segretario all'Ambiente di Porto Alegre, è stato segretario nazionale dell'Articolazione sociale nel governo Lula 2.
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