da LUCIANO NASCIMENTO*
Commenta il documentario con protagonista Emicida
AmarElo – è tutto per ieri è il nome del documentario uscito questo mese (Dic/2020) da NetFlix e ha come protagonista Emicida. Il film presenta filmati dietro le quinte di un'esibizione di rapper al Teatro Municipal de São Paulo, oltre a ritagli di altri brani con l'artista, componendo un mosaico di frammenti di apparizioni e di idee attraversate e incorniciate dallo stesso proverbio africano: “Exu ieri ha ucciso un uccello con un sasso che ha lanciato oggi”.
C'è molto da dire sugli aspetti estetici del "fiore bruto" in cui si trasforma un'opera che riunisce Fernanda Montenegro e Lélia Gonzalez, Mario de Andrade e Dona Ivone Lara, tra le altre personalità, per parlare di black power, brasiliano potere, potere umano, potenza… e appagamento, appagamento e appagamento. C'è molto da dire, ma non sarò io a dirlo. Voglio solo richiamare l'attenzione su un altro aspetto che considero centrale del film: la proposta politico-pedagogica che svolge. Parlo di lei perché ci credo.
In un dispositivo pedagogico che gioca con la linearità in cui tanti cercano di imprigionare il Tempo – uno spreco di energie. È molto più produttivo presumere subito, come mostra il film, che presente, passato e futuro sono una cosa sola, qui e ora: Aleijadinho, la figlioletta di Ismael Silva ed Emicida che suona un sonaglio sulle spalle del padre; Antico Egitto, Brasile coloniale e Vecchia Repubblica; 1822, 1922 e 2020.
In uno sforzo politico che fa danzare spazio e interdizioni discorsive che tentano di segregare neri, donne, gay, lesbiche, transessuali, travestiti e diversi altri soggetti, puntando a togliere loro la possibilità di essere, solo di essere se stessi. Di qui l'importanza assoluta del protagonismo di Emicida su quel palcoscenico, e, ancor più, dell'estasi generale provocata dall'incontro, in quello stesso spazio, con Majur e Pablo Vittar.
Più che un'opera d'arte musicale (e, ora, audiovisiva), Giallo è l'epifania dell'appropriazione dei processi di costruzione collettiva dei diritti e delle libertà, una scommessa sulla conquista attorno alla certezza che tutti gli uomini meritano di godere di ciò che – ieri, oggi, sempre – costruiscono. Ripeto: tutte le persone meritano di godere di ciò che costruiscono. Ecco perché si vede lì, nel documentario, la meraviglia di chi visita per la prima volta il Teatro Comunale al posto dei produttori d'arte e/o del pubblico, ma si vede anche lo schermo posto fuori dal teatro, per chi ancora una volta non poteva entrarvi; ecco perché, nel documentario, si vedono interpreti della lingua dei segni collaborare attivamente affinché i non udenti possano godersi lo spettacolo.
AmarElo – è tutto per ieri è, infine, la dimostrazione della fattibilità di un modo di vedere, vivere e tradurre la vita, favorendo l'incontro delle differenze in vista della condivisione del comune. È, a mio avviso, la proposta politico-pedagogica e, soprattutto, il metodo che dobbiamo portare nelle nostre aule il prima possibile. Prima che sia ancora più tardi e anche il futuro non possa più esistere.
*Luciano Nascimento Ha conseguito un dottorato di ricerca in letteratura (UFSC) e insegna educazione di base, tecnica e tecnologica al Colégio Pedro II.
Riferimento
Emicida: AmarElo – È tutto per ieri
Brasile, documentario, 2020, 89 minuti
Regia: Fred Ouro Preto