Di RAÚL ZIBECHI*
Con Biden ci saranno più rivoluzioni colorate in America Latina
Le forme cambiano, ma lo sfondo rimane lo stesso. Al posto del muro, delle restrizioni agli immigrati e del discorso estremista di Donald Trump, arriveranno le corrette dichiarazioni di Joe Biden sulla democrazia, le donne e le persone di origine africana. Invece di palese militarismo, il rivoluzioni di colore concepito da Società aperta di Soros per promuovere cambi di regime che favoriscano i suoi interessi.
L'indizio è stato dato da Thomas Shannon il 1° gennaio in una lettera aperta ai media brasiliani. Shannon era l'ambasciatore degli Stati Uniti in Brasile nell'amministrazione Obama ed era stato sottosegretario per gli affari dell'emisfero occidentale sotto George W. Bush.
La lettera di Shannon intitolata "The Soft Truth About an Old Partnership" è stata pubblicata su Crusoe Magazine (https://bit.ly/2LLldiB), che oggi opera come giornalismo indipendente e antibolsonarista, ma i cui fondatori hanno avuto un ruolo di primo piano nella causa contro Lula che ha portato al suo arresto e alla rimozione di Dilma Rousseff, operante all'epoca dall'influente sito web O Antagonista.
Shannon inizia la sua lettera assicurando che il rapporto tra Brasile e Stati Uniti è uno dei capisaldi della diplomazia del XNUMX° secolo. Successivamente, esamina le somiglianze tra le loro società, per concludere che il presidente eletto (Biden) conosce bene il Brasile e l'America Latina, assicurando che nessun presidente degli Stati Uniti abbia iniziato il suo mandato con tale conoscenza ed esperienza nella regione.
Nella seconda parte della sua missiva, Shannon sferra un feroce attacco al governo di Jair Bolsonaro, per aver fatto di tutto per complicare la transizione nel rapporto bilaterale, esprimendo la sua preferenza per Trump nelle recenti elezioni, e per aver criticato Biden, che ha chiesto in un dibattito un'azione più energica di Brasilia contro la deforestazione.
Per Shannon è inaccettabile che Bolsonaro abbia reiterato le accuse infondate di brogli del presidente Trump alle elezioni americane, interpretandole come un attacco alla democrazia statunitense e al futuro governo Biden.
Ma il più serio inizia dopo. Shannon dice al governo cosa fare su tre questioni (la pandemia, il cambiamento climatico e la posizione della Cina sulle reti 5G) e poi minaccia. Questa è una cosa che non sarà facile perdonare o dimenticare, conclude il diplomatico.
Qualcuno potrebbe rallegrarsi, anche a sinistra, per la disapprovazione di Bolsonaro nei confronti del nuovo governo statunitense. Da parte mia, sia il silenzio del Partito dei Lavoratori del Brasile che quello dello stesso Lula mostrano le difficoltà della sinistra di fronte all'attuale agitazione alla Casa Bianca.
Non si tratta di Jair Bolsonaro, ma dei nostri paesi, della sovranità delle nazioni. Il presidente del Brasile deve essere condannato e rimosso dal suo stesso popolo. Ha tutti i meriti perché la società si mobiliti per rimuoverlo. Ma che l'impero minacci nuove rivoluzioni colorate è una cattiva notizia. Ora potranno attaccare i governi di estrema destra, ma continueranno contro tutto ciò che viene messo sulla loro strada, sia conservatore che progressista.
L'operazione per rovesciare Bolsonaro ha già un notevole sostegno da parte dei media e delle istituzioni. L'Ordine degli avvocati brasiliano, che ha giocato sporco contro Lula e ha chiesto l'allontanamento di Dilma (https://bbc.in/3soJjAA), sta ora promuovendo la rimozione di Bolsonaro. Il suo presidente, Felipe Santa Cruz, ha dichiarato che il ritmo del processo sarà dettato dalla pressione delle piazze, invocando, di fatto, la mobilitazione popolare (https://bit.ly/3q5ntQS).
Per la destra democratica, quella che scommette sulla difesa dell'ambiente con misure cosmetiche, che adorna l'ufficio di Biden di donne e persone di origine africana, ma continua a sostenere la violenza poliziesca/patriarcale, è giunto il momento di mettere un freno alla estrema destra. I bolsonaristi hanno fatto il lavoro sporco contro la sinistra, ma non servono più. Stessa cosa con Trump.
Per capire questa inversione di tendenza, basta ricordare le guerre centroamericane, dove il Pentagono ha prima sostenuto genocidi militari e poi promosso opzioni centriste, come le democrazie cristiane, per ricomporre lo scenario di fronte alla forte usura dei golpisti in Guatemala e El Salvador.
Se il mandato di Trump è stato abominevole, quello di Biden non sarà da meno. Ricordiamo la guerra in Siria, la liquidazione della Primavera Araba e l'invasione della Libia, promossi e gestiti dalla squadra che ora torna alla Casa Bianca.
In America Latina, i licenziamenti illegittimi (colpi di stato, dicono altri) di Manuel Zelaya (2009), Fernando Lugo (2012) e Dilma Rousseff (2016) sono avvenuti sotto il governo progressista di Barack Obama (2009-2017). Non dimentichiamoci di Trump. Ma anche che, dalla mano di Biden, stanno tornando personaggi nefasti come Victoria Nuland, organizzatrice del golpe e della successiva guerra in Ucraina.
* Raúl Zibechi, giornalista, è editorialista del settimanale Brecha (Uruguay).
Traduzione: Fernando Lima das Neves.
Originariamente pubblicato sul giornale La Jornada.