da DANIEL BRASILE*
Commento al romanzo O Fist e a Renda di Edgard Telles Ribeiro
Il romanzo O Fist e a Renda è un perfetto esempio di come la narrativa possa far luce sul passato, illuminando meandri oscuri e svelando uomini e topi. L'autore, Edgard Telles Ribeiro, è un diplomatico di carriera, pluripremiato scrittore, giornalista e professore di cinema.
Il libro si apre con il tradizionale monito “Questo libro è un'opera di finzione. Qualsiasi somiglianza con persone viventi o decedute è puramente casuale”. Bene, la finzione inizia qui. Se c'è un regista da ricordare (e molti sono menzionati nella trama), è Orson Welles. Un po 'di cittadino Kane, e molto di Verità e bugie.
"Lo scenario è reale”, concede l'autore. La storia inizia nel 1968 e procede in un montaggio ben progettato, con flashback e riflessioni sul tempo presente (il libro è stato pubblicato nel 2010). E ci bastano poche pagine per cominciare a riconoscere personaggi reali, personaggi storici e situazioni vissute. Alcuni nomi sono leggermente modificati, altri ci sono, in tutte le lettere.
Il narratore è un giovane impiegato Itamaraty, discreto, amante del jazz e della letteratura. Prima da vicino, poi da lontano, cerca di profilare un amico più grande, Max, che padroneggia il gioco del potere come pochi altri. La sua ascesa professionale è favorita dalla vicinanza con i militari, facendosi coinvolgere in giochi oscuri che poco a poco si svelano.
Il personaggio, trasferito in Uruguay, articola in modo clandestino la collaborazione tra la dittatura brasiliana e l'esercito uruguaiano, e successivamente cileno. Promuove i contatti con uomini d'affari che finanziano la tortura, si allinea con la CIA, mantiene i contatti con l'M16 britannico. Gli schizzi di sangue dei golpe militari nel continente non sembrano macchiare i pugni reddituali di Max, che in seguito avrà un ruolo di primo piano nell'acquisizione delle centrali nucleari tedesche. Sempre ufficiosamente, ovviamente. È chiaro che il sogno dei generali brasiliani era avere la bomba, cosa che non interessava ai nordamericani.
Attorno al personaggio, siamo invitati a intravedere l'ambiente diplomatico, le sue feste e cene, i pranzi innaffiati da vini pregiati, le dispute di potere, le gelosie e la vanità.
Diversi libri sono stati scritti sul periodo, ma pochi sono originali come questo. Ci colpisce non la banalità del male, nel senso proposto dalla Arendt, ma l'eleganza del male, vestito con abiti impeccabilmente sartoriali e fumando sigaretti cubani. E il talento di Edgard Telles Ribeiro è dimostrare di non essere meno odioso per questo.
Non è un romanzo politico, in senso stretto, ma piuttosto un'indagine su un uomo che vendeva l'anima al diavolo, quando indossava una divisa e comandava dittature. Attraverso l'agente americano, comprendiamo meglio le articolazioni politiche eversive della CIA nel continente, destabilizzando i governi e addestrando gli apparati di repressione.
Chiunque conosca da vicino Itamaraty può identificare la persona ritratta, anche se simbolicamente. Uomo colto, osservatore perspicace e spirito machiavellico, seppe approfittare della ridemocratizzazione per rivestire una nuova pelle, raggiungendo i gradini più alti della sua carriera. I fantasmi che si trascina dietro nel suo passato non puntano il dito contro un collaborazionista. E se indicano, non possiamo vedere.
Compaiono altri personaggi. La moglie di Max gioca un ruolo rilevante nella trama, così come il suddetto agente. Questi sono quelli che rivelano indizi importanti per il narratore, dando un'atmosfera di thriller dallo spionaggio al complotto. La trama non si conclude nel modo tradizionale, con i cattivi puniti ei buoni premiati, cosa che può infastidire i lettori più tradizionalisti, ma proprio per questo stabilisce un preoccupante collegamento con la realtà attuale.
Scritto con maestria e intelligenza, O Fist e a Renda è per noi un'opera fondamentale per comprendere le ombre e le luci di quel deplorevole periodo della Storia. Sono 560 pagine di una lettura avvincente, dalle quali emergiamo con l'amaro in bocca, quando ci rendiamo conto di quanto siamo vicini agli stessi marci poteri fioriti durante la dittatura militare.
* Daniele Brasile è uno scrittore, autore del romanzo seme di re (Penalux), sceneggiatore e regista televisivo, critico musicale e letterario.
RIFERIMENTO
Il polsino e il pizzo di Edgard Telles Ribeiro – marzo 2014 (https://amzn.to/456WDwD)