Di LUIZ RENATO MARTINS*
Considerazioni sulla mostra di Carmela Gross, allestita a San Paolo.
collegamenti espansi
Qual è lo scopo e qual è l'interesse dell'archivio di un artista? In generale, è sussidiario o dipendente dall'interesse per l'opera a cui è legato come documento. La mostra che presenta il trasferimento degli archivi della collana francobolli, di Carmela Gross, per l'Instituto de Arte Contemporânea, in mostra fino al 06 maggio 2023, altera o inverte questa stratificazione attuale.
Infatti, con la presentazione di materiali d'archivio contenenti elementi propedeutici al processo di lavoro, la mostra in corso dà luogo alla rivisitazione e alla reinterpretazione ampliata o estesa del contenuto e del significato della serie espositiva. francobolli avvenuta nel 1978 al Gabinetto delle Arti Grafiche, di Mônica Filgueiras e Raquel Arnaud. Non si tratta di un rifiuto o di una sostanziale alterazione di senso di quanto esposto nel 1978, ma di poter considerare – attraverso i materiali aggiunti – l'aggiunta di nuovi strati di senso. Emerge questo circolo ridimensionato di significato originario. Emergono così connessioni storiche, allora sfuggite agli osservatori, che consentono di ridiscutere l'opera e il suo iter in termini nuovi e ampliati.
Infatti – a giudicare dal materiale giornalistico del 1978 (reportage, interviste e recensioni) che costituisce parte dell'archivio dell'artista qui presentato – i commenti degli osservatori dell'epoca si sono poi concentrati esclusivamente sull'incidenza e l'impatto dell'opera nel campo dell'arte , come le priorità critiche stabilite a suo tempo, o dal movimento dell'arte concettuale o dalla sua variante che si sarebbe poi diffusa come corrente di Critica Istituzionale. Secondo la linea principale di entrambe le tendenze, le opere d'arte e gli artisti si occupavano solo dell'arte e nulla al di là, o tutt'al più solo dei legami simbolici e scenici impliciti nell'azione.
In questa prospettiva, nella mostra del 1978, i piatti di carta risultanti dalla serie francobolli comprendeva essenzialmente la scomposizione analitica, la riduzione e l'automazione del quantistico espressivi di segmenti di opere di autori rilevanti nella storia dell'arte, in questo caso, ricavati da libri divulgativi (nelle circostanze, di Picasso, Matisse, Pollock e Dubuffet) allora disponibili. Serie di timbri – attraverso la ripetizione dell'atto manuale ordinato sulla tavola, a modo di diagrammi, in righe e colonne – hanno riprodotto le “celle” ottenute dai processi sopra citati, accentuando e completando così lo svuotamento di senso e di senso già innescato, come in un crogiolo da laboratorio, dalle operazioni analitiche e riduttive di cui sopra.
Tuttavia, il processo critico controauratico, inerente alle operazioni che hanno generato le opere della mostra del 1978, acquista ora altri ingredienti, un nuovo tono e, presto, salvo errore, maggiore ampiezza simbolica e storica. Come e a quali condizioni? Infatti, ad integrazione della mostra in corso, l'autore ha presentato su un piano di parità, accanto ai risultati esposti nel 1978 (le lastre ei fogli bollati), anche altri elementi materiali e documenti d'archivio del processo lavorativo. Il nuovo set comprende ritagli di carta e altri avanzi, scarabocchi assortiti, foto e frammenti di diverse esperienze, oltre a oggetti strettamente legati alla realizzazione dei francobolli (superfici gommate, cliché metallici e supporti in legno). Questi furono costruiti dopo le operazioni sopra descritte e utilizzati per la stampa manuale della serie di macchie, linee, scarabocchi e pennellate esposte nel 1978.
In sintesi, il connubio attuale ha accentuato la componente genetica di critica al gesto autoriale virtuosistico e unico, già presente nel 1978, e lo ha fatto intensificando l'esposizione e l'attenzione al processo lavorativo, oggettivandolo in vari modi e forme. Se l'attenzione alla qualità specifica e alla specificità dei risultati ottenuti (con i timbri) viene così ristretta, sospesa o messa in pausa, a favore di processi ed esperienze di lavoro – che si dispongono in equivalenza –, quanto di più, in questo movimento, viene in primo piano? Cos'è che intreccia un frammento all'altro, emerge e appare come un elemento di collegamento tra l'uno e l'altro, che fornisce, in breve, l'assemblaggio e l'architettura del nuovo tutto ora messo a fuoco?
Riflessione storica: atto 1
Andando oltre il dominio esclusivo dell'arte, la riflessione storica, nel suo modo di ritagliare, inglobare e collegare, è essa stessa una tecnica e un'arte – proprio come l'architettura e il montaggio nel cinema; arte e tecnica, insomma, di disegnare e costruire nessi e spazi, anche interconnettendo presenze e assenze. Così, nel dominio specifico dell'estetica, correlano spazialmente operazioni e superfici, segni e dintorni, così come diverse temporalità storiche. In questo senso, il pensatore e critico letterario Roberto Schwarz ha coniato oggettivamente il concetto.[I] Che cosa ottiene e suggerisce questo tipo di architettura critica e modalità di totalizzazione?
Arte concreta: economia e valori
Fin dall'inizio, un confronto o un confronto con l'orizzonte della sensibilità e dei criteri dell'arte concreta, il cui paradigma ha esercitato molta influenza fin dalla formazione del gruppo Ruptura (1952) e per tutta la durata dell'arte concreta, nel corso del 1950 e successivi. Nonostante l'avvento di nuove correnti come Nova Figuração (1965), il gruppo Rex (1966, attivo a São Paulo), la Nova Objetividade Brasileira (1967) e così via, la sua eredità etica ed estetica era ancora molto presente nel periodo di raggiungimento di francobolli. Questi negano e superano (dialetticamente) metodo e disciplina, criteri e valori, insomma campo e orizzonte dell'arte concreta. Il confronto tra le due modalità produttive favorisce la reciproca chiarificazione di ciascuna.
In cosa consisteva l'esperienza produttiva dell'arte concreta? In sostanza, in una concezione rigorosamente pianificata e da dispiegarsi secondo accuratezza; cioè in una proposta finalizzata all'esecuzione programmata e predisposta contro il verificarsi di errori. Così, in nome degli ideali progettuali ed esecutivi – incarnati nel culto concretista della “buona forma” –, prevalse nell'arte concreta il precetto dello scarto sommario degli insuccessi.
Opera come negativo di forma
Ora, è proprio in quel momento del francobolli che un'altra trama – slegata dal presupposto della “buona forma” – emerga e invita il visitatore della mostra in corso a misurare i passi da lui compiuti nel muoversi, senza fare distinzioni tra il successo e il fallimento della forma, tra gli elementi raccolti dal processo di lavoro.
Se un francobollo non può dirsi più riuscito di un altro, cosa emerge tra un francobollo e l'altro? Anche qui la riflessione storica previene perplessità e afasie osservando altre trame, sia legate alle successive opere dell'autore che ad altri elementi del contesto.
In questo senso, è possibile notare che temi e segni legati a tratti concreti dei lavoratori che sono frequentemente citati o evocati in altre opere di Carmela Gross (comprese le allusioni all'attività manuale, orale o corporale dell'anonimo operaio, sia esso africano, indigeni o immigrati, per esempio).[Ii] Tuttavia, qui si distinguono segni dell'atto del vivere l'opera o del processo vivo dell'opera, legati ad azioni – oltre a timbrare, scrivere, scarabocchiare, tagliare e fotografare – da parte dell'artista stessa impegnata nella propria temporalità. quello che fai, su più fronti.
Sono, infatti, i materiali, le indicazioni e i segni dell'opera viva dell'artista, che vengono resi – sì e no (dialetticamente) – visibili, perché il visitatore acceda al mondo dietro le quinte del francobolli; vale a dire ciò che è rimasto invisibile o fuori scena: l'espirazione ripetuta, l'indugio, il lasso, lo scarto, lo slittamento, la mancanza, insomma il più e il meno, i tempi che intercorrono tra un timbro e l'altro un altro – elementi che in fondo (per tanti di fretta) passano inosservati, come gli spazi che circondano le lettere sulla carta.
Il lavoro-vivo: il proprio tempo, la sensazione psicometabolica, l'emozione di ciascun lavoratore(x) – non meno reale, anche se il lavoro è soggetto, ovunque esso sia, al regime disciplinare del salario e dell'alienazione. Insomma, il lavoro è percepito in tanti modi diversi. Così, a differenza del lavoro ricevuto in forma astratta e sociale, come merce, il lavoro appare inversamente come tempo ceduto e momento di vita, dal punto di vista del lavoratore.
Ad ogni modo, tornando a risolvere la questione riguardante il francobolli, nonostante il titolo della serie richiami l'attenzione sullo strumento e sull'esito dei francobolli, l'emergere inatteso e incontrollato di occorrenze dal contenuto unico e singolare (o eventualmente dal contenuto epifanico) non avviene esattamente nella conseguenza uniforme o in il risultato stesso decennio timbrato ripetuto, ma avviene, appunto, nella temporalità propria del passaggio dall'uno all'altro; cioè nel corpo del gesto che si prepara e aggredisce il bersaglio (in questo caso sulla carta) – in modo apparentemente meccanico e ripetitivo, ma, di fatto, sempre specifico e unico, secondo la temporalità soggettiva di il lavoratore.
Riflessione storica: atto 2
1977 e 1978, anni di ideazione e realizzazione della serie francobolli, furono contemporaneamente il momento di risveglio dei primi scioperi nel Paese, dopo l'ondata repressiva seguita all'entrata in vigore dell'AI-5 (13.12.1968) da parte della dittatura.[Iii] L'artista-officiante – abile a concepire il lavoro come atto di attrito critico o, quanto al suo ambito di azione, di reinvenzione dialettica e negativa dell'ordine diseguale della città – si è trovata lontana dagli scioperi e senza tempo per assistere ad alcun dei tanti incontri e assemblee che poi si svolgevano nei cortili e nelle piazze dell'ABC. Possibile che, anche così, abbia notato di default, e anche da lontano, qualcosa di sé e per sé, nel movimento operaio, poi rinato in Brasile?
Anzi, alla luce di tale contemporaneità, diventa possibile considerare e chiedersi se la negatività insita nella serie francobolli può essere concepito come uno sciopero di massa (ovviamente, in ogni gesto produttivo dell'artista) contro il feticismo nell'arte e i relativi capricci autoriali? Negatività specifica, si noti, tradotta nella massiccia molteplicità di gesti produttivi che si equivalgono e si sommano, e che di conseguenza giungono a provocare la sospensione o la negazione di giudizi di valore sulla forma o sul risultato (riuscito o meno, secondo altri criteri) . , che non si adattano al caso o diventano sacrificabili).
manovra tematica contrattuale
È un fatto e un fatto concreto che la firma, così come i procedimenti autoriali dei grandi nomi, proclamati dal sistema dell'arte internazionale (musei, case editrici, ecc.), diano luogo, nei loro circuiti, al feticismo della forma e paternità.[Iv] Questi totem, per così dire, hanno un effetto siderante soprattutto sulle culture periferiche e dipendenti. Contribuire alla pietrificazione del status quo e ugualmente consolidare la direttiva, nel campo delle arti, di trascurare il proprio contesto e la propria realtà, a favore di esempi consacrati nei centri egemonici.
Come capire, da un punto di vista strategico o più ampio, qual è la posta in gioco nel corso di questa manovra controsistemica? Non ci sono elementi per supporre che le operazioni della serie francobolli implicano un rifiuto programmatico (ad esempio, presumibilmente in nome del nazionalismo o dell'autenticità) di "forme artistiche avanzate" derivanti da questioni specifiche delle "culture egemoniche". Ma si può assumere, al contrario, una misura puntuale, circoscritta e preventiva, secondo una scala di urgenze e priorità. Cosa e con quale significato o scopo?
Se rimontiamo la serie francobolli alla specificità della sua negatività, già delineata o individuata come sopra, con una forma analoga a quella di uno sciopero di massa, si deduce – dai materiali mirati ed esposti – che tale negazione si pone criticamente contro la produzione di forme singolari e autoriali illustre, quindi, con valore a priori scambio. In che senso? Affinché – si pensi – in un'altra fase storico-produttiva, una produzione artistica sorga, di fatto e di diritto, dalle contraddizioni della situazione originaria. Verrà così formato per un uso critico nel proprio contesto, che si intende rinnovare.
Forse da qui – da questo movimento critico-costruttivo, in formazione –, l'effettiva convergenza che si può visualizzare con gli scioperi spontanei e di massa scoppiati nel 1977-1978. Dal partito critico di francobolli poi, come è avvenuto con il movimento di sciopero operaio, si può formare una nuova organizzazione, viva e costruita nella lotta.
sciopero come chiarimento
Alla fine, il parallelo speculativo tra arte e scioperi non dovrebbe sorprendere. Rosa Luxemburgo (1871-1919), che ne comprese l'ultima riga e la dialettica storica, affermò che lo sciopero di massa non è un addendum o uno strumento, un mezzo aggiuntivo per rafforzare l'effetto della lotta proletaria, ma piuttosto un atto formativo e organizzativo, culmine di un processo di chiarificazione: “è la via del movimento di massa (…), la forma di espressione della lotta proletaria” (intendendo qui – il parallelo proposto tra arte e sciopero – la forma di espressione di ogni gesto produttivo, e di lotta critica, riproposta ad ogni timbro, in questo caso).[V]
Il fatto è che la serie di francobolli 45 anni fa, e ancora una volta, il montaggio ricostruito (oggi in mostra), entrambi compiono, come in un tiro di dadi, la ricostruzione, l'esposizione e la rivelazione, l'oggettivazione estetica, insomma – della sfera pratica e della ordine esistenziale-mentale – , il prendere fiato e il passaggio tra un gesto e l'altro, nell'opera vivo, sebbene segmentato e ripetitivo, dal mondo manifatturiero, allora in vigore nel 1978 nella regione ABC di San Paolo.
Mimesi e totalizzazione
Se è così, si tratta di molto più di una critica antiauratica (dei circuiti di produzione e circolazione dell'arte) – come si era inteso allora nella lettura concettualista e antiistituzionale della mostra del 1978. e di conseguenza nella rinnovata attenzione ai modi di operare –, un effettivo processo di apprensione di senso o di mimesi. E questo, ovviamente, nel senso più alto e completo che la nozione di mimesi comportato nel mondo di polizia greca, come modo di cogliere, esporre e svelare le leggi interne e costitutive della natura dell'essere esposto (qui, in questo caso, il contenuto strettamente imprevedibile e pericoloso del vivere-lavoro, cosa peraltro che il capitale cerca di eliminare attraverso il previsto ricorso alla forma della costanza e della prevedibilità delle macchine).
Un'ultima osservazione: la nuova trama distinta nel caso della serie francobolli, inteso come modalità di totalizzazione del processo storico, può essere esteso al processo di formazione, costruzione organizzativa e chiarificazione critica del movimento operaio dell'epoca, inteso come elemento parallelo e aggiuntivo, di sinergia o consolidamento collettivo di energie creative , così in gioco nel contesto, come abbiamo visto. Allo stesso tempo, la nuova trama, accolta come via di totalizzazione, può essere estesa anche all'andamento temporale della storia dell'opera di Carmela Gross. Quindi la serie francobolli, si può notare, anticipa – alla maniera di un negativo filmico –, per molti aspetti (operazioni e nessi) la serie Boca do Inferno (2020),[Vi] presentato alla Biennale di San Paolo (2021).
In questo modo gli scarti, tra uno stampato e l'altro, riecheggiano e si moltiplicano, in modo espanso e negativo, nelle lagune o black-gap del Boca do Inferno, questi, in contrappunto epico-critico con il genocidio di stato in corso; contrappunto assunto anche, attraverso altri procedimenti, dalla serie coeva teste (2021), esposto alla galleria Vermelho come commovente testimonianza e tragica diagnosi della devastazione programmata su larga scala, che è in atto nel Paese assoggettato all'estrema destra.[Vii]
* Luiz Renato Martins è professore-consulente di PPG in Storia economica (FFLCH-USP) e Arti visive (ECA-USP). È autore, tra gli altri libri, di Il complotto dell'arte moderna (Haymarket/HMBS).
Mostra il testo del catalogo francobolli, di Carmela Gross.
Riferimento
francobolli, di Carmela Gross.
Mostra in mostra presso l'Istituto di Arte Contemporanea di San Paolo, dal 04 febbraio al 06 maggio 2023.
L'IAC si trova in Av. Dott. Arnold, 120\126.
Orario di visita: dal martedì al venerdì, dalle 11:17 alle 11:16; Sabato, dalle XNUMX:XNUMX alle XNUMX:XNUMX.
note:
[I] Schwarz nominato nel 1979 il modo oggettivo la forma estetica operativa come anello di congiunzione tra il dominio storico sociale e quello estetico. Successivamente, nel 1991, la definì una forma dotata di “sostanza storico-pratica”; e, nel 1997, lo descrisse come il “nervo sociale della forma artistica”. Si veda rispettivamente R. Schwarz, “Assumptions, if not wrong, of 'Dialectic of Malandragem'” [1979], in Che ore sono?, San Paolo, Companhia das Letras, 1989, pp. 129-55. Per la citazione del 1991, vedere “National Appropriateness and Critical Originality” [1991] in Sequenze / Saggi brasiliani, San Paolo, Companhia das Letras, 1999, p. 31, vedi anche pag. 247. Per la citazione del 1997, cfr due ragazze, San Paolo, Companhia das Letras, 1997, p. 62.
[Ii] Vedi, tra gli altri, l'installazione senza titolo nella mostra collettiva persone in fibra (San Paolo, SESC Pompeia, 1990), o anche: buchi (1994), Coltelli (1994), annerire (1997), carne (2006), Sud (2006),Vendita (2008), Le persone reali/sono pericolose (2008), Le scale (2012), migranti (2014), Tupi (2014), Esilio (2017), ruota panoramica (2019) ecc.
[Iii] Dopo gli scioperi e le manifestazioni studentesche nella città di S. Paolo nel corso del 1977, all'inizio del 1978 scoppiarono i primi scioperi aperti dei metalmeccanici nel polo industriale dell'ABC (allora principale concentrazione di lavoratori dello stato). Le varie eruzioni, dapprima spontanee nel 1978, prenderanno slancio nell'ABC, il 14 marzo dell'anno successivo - vigilia dell'insediamento del generale Figueiredo -, quando scoppiò uno sciopero di massa, con un forte sostegno (circa 200 metallurgisti), tra cui lavoratori delle principali case automobilistiche del settore automobilistico (Volks, Ford, Mercedes, Scania, ecc.) e delle fabbriche di componenti per auto.
[Iv] Non importa se autori di fama (Picasso ecc.), coinvolti nelle procedure analitiche della serie francobolli, sono o non sono, di per sé, responsabili del processo di feticizzazione delle forme in questione. Qui, in casi del genere, non è in discussione il merito, ma la forma dell'accoglienza.
[V] Rosa Luxemburgo, “Sciopero di massa, partito e sindacati”, in Rosa Luxemburgo: testi selezionati vol. Io (1899-1914), organizzazione e revisione tecnica di Isabel Loureiro, traduzione dal tedesco di Stefan Fornos Klein, São Paulo, ed. da UNESP, pag. 299. Ringrazio Isabel Loureiro per aver consigliato la lettura.
[Vi] Elaborato nel 2019-2020, a Porto Alegre, sui torchi della Fondazione Iberê Camargo e con l'assistenza dell'incisore Eduardo Haesbaert.
[Vii] Grazie per le domande e la tagliente revisione di Gustavo Motta e l'editing delle immagini di Carolina Caliento.