da GIUSEPPE PAOLO NETTO*
Leggete un estratto dalla “Presentazione” del libro di lettere di Karl Marx e Friedrich Engels appena curato.
«Nel metodo di analisi, qualcosa mi ha reso un grande servizio [...]: sono tornato a sfogliare il Logica di Hegel” (Marx, 16).
“Ciò che manca a tutti questi signori è la dialettica. […] Cosa fare? – se, per loro, Hegel non esistesse” (Engels, 27/10/1890).
Il carteggio tra Marx ed Engels – sia esso il numero totale di lettere scambiate tra i due nel corso di quasi 40 anni di singolare amicizia e sodalizio teorico-politico, o quelle da loro inviate e ricevute da terzi – costituisce un indiscutibile straordinario raccolta testuale. . All'inizio del XXI secolo, si stima che abbiano scritto circa 4 lettere, di cui circa 2500 scambiate tra loro, e che avrebbero ricevuto 10 missive da altri.
Sempre alla fine dell'Ottocento, dopo la morte di Engels (1895), il movimento iniziò a rendere pubblici i documenti epistolari (ma non solo) di Marx e di Engels: il primo passo toccò alla figlia minore di Marx, la militante Eleanor Marx, di fatto il suo esecutore testamentario letterario (insieme a Engels). Il movimento è stato incoraggiato dalla direzione del Partito socialdemocratico tedesco e ha finito per diventare un compito collettivo dell'organizzazione. Nel caso specifico delle lettere di Marx ed Engels, un primo sforzo istituzionale-di parte per pubblicizzarle fu condotto da August Bebel (1840-1913) ed Eduard Bernstein (1850-1932): i due organizzarono i volumi, pubblicati nel settembre 1913 , che raccoglieva 1386 lettere, scritte tra il 1844 e il 1883.
Un solitario Vladimir I. Lenin (1870-1924), allora esiliato in Svizzera, esaminò attentamente i quattro volumi e, nel dicembre 1913/inizio 1914 (anno in cui si dedicò allo studio la scienza della logica, di Hegel), pur criticando i criteri redazionali adottati da Bebel e Bernstein, estrasse in gran parte parecchie lettere marx-engelsiane e pronunciò un giudizio lapidario sul loro contenuto: , di tutta questa corrispondenza, il punto centrale a cui converge l'intero corpus di idee espresse e discusse – la parola sarebbe dialettica. L'applicazione della dialettica materialista alla riconfigurazione dell'intera economia politica, dai suoi fondamenti, la sua applicazione alla storia, alle scienze naturali, alla filosofia, alla politica e alla tattica della classe operaia: questo era ciò che interessava di più a Marx ed Engels. Con ciò hanno contribuito con ciò che vi era di più essenziale e di nuovo, costituendo il magistrale avanzamento che hanno offerto alla storia del pensiero rivoluzionario”.
Il lettore che sfoglia le pagine di questo volume potrà prendere in esame alcuni dei testi la cui attualità portò l'uomo che sarebbe stato il grande condottiero della Rivoluzione d'Ottobre ad esprimersi con tanta precisione.
1.
Proprio all'indomani della Rivoluzione d'Ottobre si crearono le condizioni per l'idea di raccogliere l'intero fondo letterario marx-engelsiano e offrirlo alla luce del pubblico - coinvolgendo quelli che erano testi inediti, compresa la sua corrispondenza, ma recuperando anche i materiali già rilasciato - ha guadagnato lo status di un progetto attento. Tali condizioni furono propiziate dall'appoggio del giovane Stato sovietico (con Lenin a capo), che offrì i mezzi per l'organizzazione, nel gennaio 1921, dell'Istituto Marx-Engels (poi, talvolta ribattezzato), sotto la direzione di Davod Rjazanov (1870-1938). Questo qualificato intellettuale rivoluzionario, a capo di un gruppo di ricercatori, progettò e iniziò a realizzare quelle che dovevano essere le opere complete di Marx ed Engels (la raccolta Marx-Engels Gesamtausgabe, conosciuto come MEGA).
Il progetto guidato inizialmente da Riazánov, poi diretto da VV Adoratsky (1878-1945), non fu portato a termine, interrotto dall'aggressione nazista (1941) contro l'Unione Sovietica. Ma le ricerche svolte presso l'istituto creato nel 1921 in qualche modo continuarono: specialisti sovietici lavorarono, tra il 1928 e il 1946, per offrire la prima edizione russa di quella che sarebbe stata la Opere complete [Sochinenia] di Marx ed Engels; nonostante il titolo generale e quanto poi concretizzato nel progetto (28 volumi in 33 volumi), era evidente l'incompletezza del materiale pubblicato in questo lasso di tempo. In ogni caso, in quegli anni crebbe la raccolta epistolare di Marx ed Engels, che uscì dalla novità.
Fu solo con la documentazione raccolta, prima nei volumi di Karl Marx-Friedrich Engels Werke (Edizione tedesca conosciuta con l'acronimo MEW, 39 volumi + 2 supplementi, pubblicati da ciascuno Dietz, Berlino, tra il 1956 e il 1968), e successivamente in quelli di Opere raccolte di Marx-Engels (Opere raccolte di Marx ed Engels, conosciuto con l'acronimo MECW – 50 volumi editi, tra il 1975 e il 2005, da Lawrence & Wishart/Londra e International Publishers/New York) –, solo allora il lascito epistolare di Marx ed Engels portato alla luce acquistò maggiore dimensione, ma, anche così, senza essere, nella sua interezza, disponibile al pubblico esame.
Sta di fatto che, a partire dalla metà degli anni Quaranta, in Europa e nelle Americhe (e anche in Oriente) sono venute alla luce raccolte e selezioni, le più svariate, di lettere dei due rivoluzionari. Non è possibile, in questa occasione, elencare minimamente tali raccolte, ma va notato che l'interesse per lo scambio epistolare di Marx ed Engels rimane vivo oggi.
Va notato che questa corrispondenza acquista il suo significato effettivo solo se opportunamente contestualizzata - sia nel quadro della biografia dei suoi firmatari sia nel preciso contesto storico in cui i suoi pezzi sono stati scritti. Scritte in lingue diverse (soprattutto tedesco, inglese e francese, spesso mescolandole nella stessa missiva), le lettere qui raccolte sono tipiche di una corrispondenza privata, propriamente privata, comprensibilmente trapelata senza preoccupazioni formali, in tono colloquiale (a volte intendendo - anche in termini volgari) e, inevitabilmente e frequentemente, esprimere pareri e giudizi che la foga del momento alla fine rendeva errati e anche stati d'animo momentanei e passeggeri. È evidente che questi aspetti aggettivi contano quando si tratta di firmatari la cui statura teorico-intellettuale e politica ha raggiunto duratura rilevanza mondiale – e Marx ed Engels incarnano, come pochi altri, letterati con tali caratteristiche. Ma tali aspetti non cessano di essere aggettivi.
Significativi sono alcuni tratti generali che sono sempre presenti e ribaditi in ciò che, in effetti, è più oggettivo ed espressivo nel carteggio tra Marx ed Engels – e che concorrono a comporre il profilo di idee e di lotte dei due compagni. Evidenziamo cinque di questi tratti (la cui visibilità, in questo volume, sarà sicuramente verificata dal lettore attento):
– il vivace richiamo al patrimonio culturale dell'antichità (greco-romana), arricchito e ridimensionato con il Rinascimento (lì, naturalmente, compresa la Riforma) e attualizzato con l'Illuminismo, i cui contenuti Marx ed Engels dominavano con estrema sicurezza;
– il dominio esaustivo e critico delle manifestazioni teoriche, culturali e scientifiche ad esse contemporanee nei più diversi campi del sapere (Storia, Filosofia, Economia Politica, Arte/Letteratura, Scienze e Tecnologie…), dimostrando – al di là di ogni eruditezza/ enciclopedismo: l'accumulazione e l'elaborazione di un impressionante universo di informazioni;
– l'acuta consapevolezza della permanente necessità della ricerca di formulare/provare qualsiasi giudizio sulla realtà, concependo la sua conoscenza come storicamente condizionata, quindi soggetta ad ampliamento, rettifica e revisione;
– l'indagine sistematica dei rapporti – di autonomia e di dipendenza – tra i diversi saperi storicamente sviluppati (Filosofia, Arte, Scienza, ecc.) e gli specifici supporti economici, sociali e politici che li sorreggono;
– il rifiuto esplicito di modalità esplicative/comprensive della vita storico-sociale basate sul riduzionismo analitico, che portano a soluzioni semplicistiche e schematiche.
Tuttavia, senza minimizzare quanto si trova in questi (e anche in altri) tratti del carteggio marx-engelsiano già reso pubblico, ciò che ci sembra essenziale per lo studioso che lo esamini oggi va ricercato nei suoi passaggi che si riferiscono strettamente e direttamente alle motivazioni delle più importanti iniziative politiche dei firmatari e, soprattutto, allo sviluppo del loro progetto teorico.
Giustifica questa prioritizzazione, a fronte di quanto già sappiamo dalle biografie di Marx ed Engels, una ragione elementare: in entrambi i casi abbiamo criteri oggettivi per valutare documentalmente gli esiti di quanto registrato nel carteggio come intenzionalità – cioè diciamo: abbiamo oggi molti più elementi fattuali e testuali di quelli contenuti nelle lettere di Marx ed Engels per giudicare i nessi tra le loro intenzioni e ciò che effettivamente avvenne.
Precisiamo che queste ultime osservazioni sono rilevanti per quanto ci interessa di più nel presentare questa edizione del Lettere sul “Capitale”. Sia nel 1948, data della loro prima raccolta in un volume, sia nel 1954, quando fu pubblicata un'edizione tedesca più ampia e dalla metà degli anni '1960 in poi, con la sua maggiore pubblicità (le loro edizioni furono pubblicate successivamente in volumi specifici in francese, spagnolo , italiano e inglese), almeno i tre libri d'La capitale erano già di dominio pubblico. Fino ad allora, lettere come quelle raccolte in questo volume erano praticamente l'unico materiale autografo significativo che potesse contribuire a chiarire la genesi e l'elaborazione del opus magnum marxista.
Ora, al momento non abbiamo solo edizioni complete diLa capitale – e altre opere ad essa collegate –, ma pur sempre materiali propedeutici alla grande e incompiuta opera. Attualmente, quindi, lo studioso diLa capitale hai a tua disposizione un corredo testuale che ti fornisce migliori condizioni per seguire e comprendere lo sviluppo del processo teorico-analitico che, oggetto del carteggio marx-engelsiano qui riassunto, viene poi presentato globalmente formattato. Lo studioso può così esaminare il contenuto del carteggio e valutarlo tenendo conto di quanto oggettivamente ne è derivato.
Ora, alla fine del secondo decennio del XXI secolo, alla luce dei materiali legati a La capitale già note, le lettere raccolte in questo volume possono (e devono) essere apprezzate in un modo nuovo, più rigoroso e meglio argomentato, che fu fuori dalla portata dei principali studiosi che le analizzarono fino al settimo e ottavo decennio del secolo scorso. Pensiamo però che, sottoposte al filtro critico contemporaneo, conservino ancora un'importanza del tutto particolare.
*José Paulo Netto È professore emerito presso l'Università Federale di Rio de Janeiro (UFRJ). Autore, tra gli altri libri, di Karl Marx - una biografia (Boitempo).
Riferimento
Karl Marx e Friedrich Engels. Lettere sul “Capitale”. Traduzione: Leila Escorsim. Revisione tecnica e presentazione: José Paulo Netto. Montaggio: Miguel Yoshida. San Paolo, Espressione popolare, 2020, 480 pagine.