da DANIELE BRASILE*
Commento alle nuove edizioni brasiliane dell'opera del poeta peruviano
Pochi nomi della letteratura latinoamericana sono riconosciuti in tutto il mondo e poco pubblicizzati in Brasile come César Vallejo (1892-1938). Elevato al livello di poeti come Neruda, Girondo e Huidobro, il peruviano ha seminato la sua travagliata vita di poesia, prosa, teatro e articoli militanti.
La prima edizione completa delle sue poesie in Brasile è stata tradotta da Thiago de Melo, pubblicata nel 1984. Per il carattere avanguardista della sua poesia, con elementi formali innovativi, aveva già attirato l'attenzione dei concretisti brasiliani. Una nuova traduzione è stata lanciata quest'anno da Fabricio Corsaletti e Gustavo Pacheco (Editora 34). Nel 2021, l'editore Iluminuras ha pubblicato il romanzo Tungsteno, che affronta lo sfruttamento delle miniere peruviane e la miseria dei lavoratori indigeni.
La prosa di César Vallejo ha appena vinto una preziosa edizione dalla casa editrice Bandeirola. il volume si raccoglie scale melografate, brevi racconti scritti in carcere, e Favola selvaggia, pubblicato nel 1923. Nello stesso anno l'autore lasciò il Perù per l'Europa. Prima in Francia, dove fu espulso, e poi in Spagna, dove conobbe Garcia Lorca e Rafael Alberti, e aderì al movimento antifascista.
Nei 112 giorni in cui è stato imprigionato a Trujillo, in Perù, accusato di “istigazione intellettuale”, Vallejo ha prodotto le fantastiche brevi narrazioni del bilancia, che portano i nomi suggestivi di Parete nord-ovest, parete antartica, parete est, doppia parete e muro Occidentale, che è composto da una sola frase misteriosa. L'eccezione è il pungente parapetto, dove un episodio dell'infanzia viene rievocato in maniera… diciamo, vallejiana.
Nella seconda parte, coro di venti, sono alcuni dei racconti peruviani più famosi, dove la follia sembra circondare diversi personaggi. Mirtha, la bellissima giovane donna dell'omonimo racconto, potrebbe aver ispirato l'ultima opera di Buñuel, Questo oscuro oggetto del desiderio, dove un uomo viene coinvolto con una donna, interpretata da due attrici. Nel racconto, tutti gli amici del protagonista vedono due donne, tranne lui, innamorate. Anche se i crediti del film indicano che è stato ispirato da un romanzo del francese Pierre Louÿs (La femme et le pantin), i legami poetici e affettivi tra l'universo buñuelesco e la letteratura di César Vallejo non sembrano essere solo una coincidenza.
Surrealismo? Non in senso stretto. La letteratura del meticcio andino si tuffa piuttosto nei misteri della realtà, nello specchio infranto della vita, in cui le immagini non formano un insieme cartesiano coerente. Come ha sottolineato Mariátegui, “nella sua letteratura, Vallejo è sempre un'anima desiderosa di infinito, assetata di verità. La creazione è in lui insieme ineffabilmente dolorosa ed esultante”.
la narrativa Favola selvaggia, pubblicato nello stesso anno di scale melografate, funziona proprio con il simbolismo dello specchio, che, una volta rotto, inizia a trasformare la vita del contadino Balta. Comincia a sentirsi perseguitato da uno sconosciuto visto nei frammenti, che può essere reale o meno. Proiezione inconscia, ombra ancestrale di un rivale con cui turberà il suo felice matrimonio Ciao Adelaide. Descrivendo in dettaglio l'ambiente rurale andino, è l'ultima opera pubblicata dall'autore in patria. Andò in esilio nello stesso anno, unendo militanza politica e poesia in una vita sofferta e miserabile, e sempre anticonformista.
La scrittura di César Vallejo a volte ci ricorda Franz Kafka, a volte ci ricorda Edgar Alan Poe, e in molti momenti anticipa il realismo fantastico che sarebbe diventato uno stile della letteratura latinoamericana. La sua caratteristica più originale è la presenza ostensiva della poesia, sia attraverso immagini, costruzioni insolite o aggettivi metaforici. Risultati poetici di alto livello brillano su ogni pagina. Un pastore frusta “le costole del vento”, l'innamorato si rifugia “sotto l'unghia indaco del firmamento”, i cinesi puntano tutto su “bei cubi divini”, si sente il “colore dei limoni raccolti pomeridiani”. Vallejo si rivela un autore profondamente originale e sorprendente, in questi tempi così privi di bellezza.
L'edizione speciale dello spagnolo Antonio Merino per scale melografate e Favola selvaggia servito come base per la casa editrice Bandeirola. La traduzione è di Ellen Maria Vasconcellos, e ha una prefazione illuminante di João Mostazo (“Letteratura in cui l'etico, il poetico e il politico si completano a vicenda”), che colloca César Vallejo proprio nella storia e nel panorama letterario mondiale.
* Daniele Brasile è uno scrittore, autore del romanzo seme di re (Penalux), sceneggiatore e regista televisivo, critico musicale e letterario.
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