da CENTRO STRATEGICO DI GEOPOLITICA LATINO AMERICANO*
La composizione parlamentare al primo turno e gli scenari del secondo scrutinio
Con tutti i voti contati e un'affluenza alle urne del 47%, i risultati del primo turno delle elezioni presidenziali cilene sono: l'estrema destra José Antonio Kast è in testa con il 27,91%. Alle sue spalle arriva il vincitore delle primarie a sinistra, Gabriel Boric, con il 25,83%. Franco Parisi, candidato liberale con discorso impugnatorio e campagna atipica – fatta dagli Stati Uniti, dove vive; non ha votato e non ha messo piede sul suolo cileno – ha ottenuto il 12,8%, piazzandosi terzo. Il candidato di Partito Popolare ha fatto tutta la sua campagna sui social network. Su di lui pesa un'ingiunzione del tribunale che gli impedirebbe di lasciare il Paese se mai mettesse piede sul suolo cileno. È la sua seconda elezione presidenziale, dopo essere arrivato quarto nelle elezioni del 2013 con circa il 10% dei voti.
Sebastián Sichel, candidato di Piñera, è arrivato quarto con il 12,79% dei voti, in parità tecnica con Parisi. Il candidato della coalizione Nuovo patto sociale (quello vecchio Concertazione, che comprende il Democrazia Cristiana e il Partito socialista), Yana Provoste, ha ottenuto l'11,61%, piazzandosi al quinto posto. Il sinistro Marco Enríquez Ominami ha ottenuto il 7,61%.
Per quanto riguarda il Congresso (155 seggi in totale), il risultato ha prodotto una distribuzione dei seggi diversa dall'ordine dei candidati allo scrutinio presidenziale: la coalizione Cile possiamo + (dalla candidatura di Sichel): 53 posti vacanti. Apprezzo la dignità (di Gabriel Boric): 37 posti vacanti, di cui la maggioranza, 12, appartengono al Partito Comunista). Nuovo patto sociale (ex-Concertazione): 37 posti vacanti, di cui la maggioranza, 13, appartengono al Partito socialista. Cristiano Fronte Sociale (da Antonio Kast): 15 posti vacanti. Partito Popolare (di Franco Parisi): 6 posti vacanti. Il Partito Umanista ha ottenuto 3 deputati, i partiti indipendenti 2 e il Partito dei Verdi altri 2.
Quanto al Senato, c'è stato un comportamento simile: 12 senatori per Sichel, 8 per il primoConcertazione, 4 per Apprezzo la dignità (Borico) e 2 indipendenti.
L'estrema durezza del discorso di Kast potrebbe far pensare che in un ballottaggio, con l'obiettivo di frenare l'estrema destra, parte del voto conservatore di Sichel, Parisi e l'exConcertazione sarebbe andato a Boric. La scena è comunque aperta.
La partecipazione a queste elezioni è stata identica a quella del primo turno del 2017 (47%). Se la tendenza si ripeterà, il secondo turno mobiliterà circa il 2% in più di elettori. Il plebiscito è riuscito a mobilitare il 51%. Nella foga degli straordinari risultati della sinistra nel plebiscito, un'ulteriore partecipazione al ballottaggio gioverebbe a Boric.
Il voto della destra ideologica cilena continua ad avere la sua roccaforte nel centro-sud, dove il voto si è concentrato a Kast. Nella regione dell'Araucanía, ha superato i suoi immediati seguaci di oltre 20 punti. Nel nord del Paese, la destra non ha raggiunto il tradizionale 40% dell'elettorato.
Parisi ha tirato fuori uno “strano” candidato, nonostante si fosse già candidato nel 2013. La sua campagna sulle reti e il suo discorso anti-establishment hanno mobilitato parte del voto scontento. Il voto di Parisi si è concentrato al nord, dove ha vinto: è stato a pari voti con Kast ad Arica e Tarapaca, e ha stravinto la regione più popolosa, Antofagasta, con il 34% dei voti contro il 21% di Kast e Boric. Ad Atacama ha eguagliato Provoste (24%), superando Boric (19%) e Kast (18%).
Ad Antofagasta, se escludiamo il voto in Sichel (7%), possiamo dire che circa il 14% del 34% dei voti a Parisi provenivano dagli elettori di Piñera. Il restante 20% sarebbero ex elettori del progressista Alejandro Guillier (che aveva il 24% nel 2017). Si deve presumere che i due terzi del voto di Parisi siano progressisti e, se decidesse di votare, questo elettorato propenderebbe per Gabriel Boric.
In un secondo turno è possibile che si concentrino i voti di Boric e Ominami, che arrivano a quota 2,35 milioni. La maggior parte dei voti in Sichel e Kast si riunirebbero, raggiungendo i 2,76 milioni. In una seconda logica di ripartizione dei voti, invece, due terzi del voto di Parisi (600 voti) e buona parte del voto del primoConcertazione (815 voti) propenderebbe per Boric, il che probabilmente gli darebbe un vantaggio al secondo turno.
A sinistra, accanto al primoConcertazione, avrebbe controllato il Congresso. Con i suoi 74 seggi, insieme ai Verdi e al Partito Umanista, avrebbero la maggioranza assoluta. In caso di vittoria di Boric, il primoConcertazione avrà molte risorse per condizionare la sua politica, dal Congresso e dal Senato.
Kast, in caso di vittoria al ballottaggio, farebbe molta fatica a controllare una Legislatura che, anche sommando i posti vacanti di Parisi e Sichel, mancherebbe di 4 deputati per avere la maggioranza assoluta. Per ottenerlo sarebbe costretto a rompere con il blocco del primo.Concertazione, il che richiederebbe un passo indietro rispetto alle loro posizioni di estrema destra.
*Centro strategico geopolitico latinoamericano (CELAG) è un'istituzione dedicata all'analisi dei fenomeni politici, economici e sociali nei paesi dell'America Latina. Attualmente è coordinato da Alfredo Serrano Mancilla.
Traduzione: Pedro Marini a Rivista Opera.