da Eduardo Bicudo*
I paesi che investono oltre il 2% del PIL in ricerca scientifica e sviluppo (tecnologia), ad eccezione degli Stati Uniti, hanno affrontato meglio la pandemia.
Un'analisi che cerca di mettere in relazione la gestione della pandemia di coronavirus e l'investimento di ciascuna nazione in Scienza e Tecnologia è soggetta a limitazioni e per questo motivo deve essere vista con la dovuta cautela. Stabilire correlazioni è utile per osservare i fenomeni naturali. Tuttavia, non possiamo sempre stabilire relazioni di causa ed effetto da tali correlazioni.
Per questa analisi specifica, è stato effettuato un ritaglio. Vi erano cioè inclusi i Paesi che guidano il numero di casi di infezione da Covid-19, oltre a Brasile ed Estonia. Il Brasile è stato incluso a fini di confronto, tenendo conto del fatto che il Covid-19 si è insediato nel paese più tardi rispetto agli altri paesi inclusi in questa analisi. È importante sottolineare che non sono state considerate le differenze nelle politiche di contenimento adottate dai diversi paesi inclusi in questa analisi.
Tuttavia, non si può ignorare il fatto che tali politiche di contenimento potrebbero essere state decisive per prevenire la trasmissione e l'espansione del Covid-19, almeno nelle fasi iniziali del contagio del virus. L'Estonia è stata inclusa nell'analisi perché è, forse unico, un paese in cui l'economia è in gran parte guidata dal digitale e dove i servizi sono o possono essere forniti elettronicamente. Il novantanove per cento delle famiglie in Estonia ha accesso alla banda larga e il sistema educativo del paese è leader mondiale nell'uso e nello sviluppo delle tecnologie elettroniche.
Detto questo, guardando i dati in tabella, vediamo subito che in relazione al Covid-19 i Paesi che investono più del 2% del PIL in ricerca scientifica e sviluppo (tecnologia), con l'eccezione degli USA, hanno ho affrontato meglio la pandemia... Con enfasi, abbiamo la Corea del Sud e la Germania, dove esiste una forte correlazione tra la percentuale applicata in scienza e tecnologia e la riduzione del numero di morti per Covid-19, 4,55% e 3,02%, e 158 e 560 decessi (entro marzo 30, 2020), rispettivamente. Nel caso specifico della pandemia, ciò è dovuto al volume di test effettuati. La Germania si sta avvicinando alla politica adottata dalla Corea del Sud, che mette alla prova la popolazione anche per le strade. Questa misura ha portato questi due paesi a raggiungere un tasso di mortalità di circa l'1%. In Italia l'indice è intorno al 10%.
Spagna e Italia, invece, tra i paesi considerati sviluppati, sono quelli che investono meno in scienza e tecnologia, rispettivamente l'1,20% e l'1,35% del Pil, e guarda caso stanno affrontando maggiori difficoltà nell'affrontare la pandemia. L'Estonia, nonostante abbia investito l'1,32% del suo PIL in scienza e tecnologia, per i motivi già citati sopra, ha affrontato la pandemia molto meglio di Spagna e Italia.
Nel 2018 il Brasile ha investito in salute il 9,2% del PIL, una percentuale appena inferiore a Francia (11,2%), Germania (11,2%) e USA, con questi ultimi che investono la percentuale più alta, 16,9%, tra i Paesi analizzati. Tra questi 4 paesi, Francia e Germania hanno finora gestito la pandemia meglio degli Stati Uniti. Il Brasile potrebbe avere ancora un po' di forza per affrontare la pandemia grazie all'esistenza del SUS, il più grande sistema sanitario pubblico del mondo, che non è stato ancora completamente smantellato dalle politiche neoliberiste che sono state applicate dal 2016.
È interessante notare che sebbene Spagna, Italia e Corea del Sud investano praticamente la stessa percentuale del PIL nella salute, tra l'8 e il 9%, la Corea del Sud ha avuto molto più successo di Spagna e Italia nella lotta al Covid-19. Anche l'Iran e la Cina, le cui percentuali del PIL investite nella salute si aggirano rispettivamente intorno al 6,9% e al 5,0%, hanno gestito la pandemia meglio di Spagna e Italia. Da segnalare gli Stati Uniti, che nonostante investano una percentuale di PIL significativamente alta, quasi il doppio o più degli altri Paesi qui analizzati, stanno affrontando non poche difficoltà nell'affrontare la pandemia.
In questo senso è importante sottolineare che negli USA il sistema sanitario predominante è quello privato, mentre negli altri Paesi qui analizzati il sistema sanitario predominante è quello pubblico. Altro dato rilevante è il fatto che tra i Paesi qui analizzati la Cina è il Paese che investe meno nella salute, solo il 5% del suo Pil e il sistema di primo soccorso nel Paese è ancora precario. Tuttavia, ha gestito la pandemia meglio di altri paesi inclusi in questa analisi.
Una possibile spiegazione risiederebbe forse nel fatto che, non appena la gravità della trasmissione del Covid-19 è stata rilevata dalle autorità sanitarie cinesi, il Paese ha adottato severe misure di contenimento, impedendo che la trasmissione del virus si estendesse ad altre province, limitandosi principalmente alla città di Wuhan, nella provincia di Hubei. L'Iran, nonostante tutte le difficoltà causate dall'embargo commerciale imposto dagli USA, è riuscito ad affrontare la pandemia molto meglio di alcuni paesi europei, come Italia e Spagna, ad esempio.
Come conclusione principale di questa analisi, fatte salve tutte le suddette limitazioni, abbiamo che un investimento significativo di parte del PIL in scienza e tecnologia è uno dei fattori determinanti per affrontare una pandemia delle dimensioni di Covid-19.

*Eduardo Bicudo È Professore Ordinario in pensione presso l'Università di São Paulo e Professore Onorario presso l'Università di Wollongong (Australia).