Clarice Lispector - La scoperta del mondo

Annika Elisabeth von Hausswolff, Oh madre, cosa hai fatto #032, 2021
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da JOSÉ GERALDO COUTO*

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Clarice Lispector (1920-77), la nostra più grande scrittrice, avrebbe compiuto 102 anni sabato 10 dicembre. Morì il giorno prima del suo 57esimo compleanno In concomitanza con l'evento, il documentario Clarice Lispector - La scoperta del mondo, dall'esordiente nei lungometraggi Taciana Oliveira.

Due preziosi documenti fungono da asse per la costruzione eterogenea del film: la registrazione audio della dichiarazione registrata da Clarice nell'ottobre 1976 al Museo dell'immagine e del suono di Rio de Janeiro e l'intervista da lei rilasciata nel dicembre dello stesso anno al programma I maghiDi TV Cultura.

Attorno alle battute spesso sconcertanti della scrittrice sul proprio lavoro e sulla propria personalità, la regista e la sua sceneggiatrice, ricercatrice e biografa Teresa Montero, hanno costruito un mosaico che comprende testimonianze di parenti (figlio Paulo, cugina Bertha Cohen, una nipote, ecc.) e amici, come l'artista Maria Bonomi, gli scrittori Ferreira Gullar e Nélida Piñon, il giornalista Alberto Dines, il regista Luiz Carlos Lacerda e il montatore Paulo Rocco. Il quadro è completato da un ricco materiale iconografico, immagini dei luoghi in cui visse Clarice Lispector (principalmente Recife e Rio de Janeiro) e voci fuori campo dei suoi testi da parte di attori e, soprattutto, attrici.

Chi parla di più nel film sono gli scrittori Marina Colasanti e Affonso Romano de Sant'Anna, che hanno accompagnato la testimonianza della scrittrice al MIS e sono stati suoi intimi amici negli ultimi anni di vita.

Le testimonianze sono tutti aspetti rilevanti e illuminanti della vita e della carriera di Clarice Lispector, dalle ansie della quotidianità al suo spinoso rapporto con la scrittura stessa, dalla difficoltà di pagare le bollette e crescere i figli ai voli dell'immaginazione.

“Con tutto il perdono della parola, sono un mistero per me stesso”. La frase di Clarice che fa da epigrafe al documentario ne dà il tono e ne stabilisce i limiti: è una figura sfuggente nella sua totalità.

Una delle prime affermazioni che sentiamo da lei riguarda il suo modo di parlare particolare, con le sue “r” pietrose. “Ci sono persone che pensano che sia un accento straniero, ma è una lingua nativa. Sono interamente brasiliana”, dice con fascino la scrittrice, nata in Ucraina, ma arrivata a Maceió quando aveva meno di due anni e ha trascorso la maggior parte della sua infanzia e adolescenza a Recife, prima di trasferirsi con la famiglia a Rio.

Il suo profondo legame con il Brasile – il mare, il sole, la cultura, la lingua di tutti i giorni – si è accentuato nei tanti anni vissuti fuori dal Paese, accompagnando il marito diplomatico. Questa sua brasilianeità è commentata da diversi intervistati.

Nella ricca e variegata vita che si dipana lungo tutto il documentario, spicca il rapporto non sempre pacifico tra la maternità e il mestiere della scrittrice. Clarice Lispector considerava la sua “missione” di madre più importante della sua attività letteraria, il che spiega la sua angoscia e il suo senso di colpa per aver pensato di non sapere come affrontare in modo soddisfacente il figlio maggiore, Pedro, diagnosticato come schizofrenico. Il soggetto è trattato indirettamente e con discrezione nel film.

Vengono illuminati da varie angolazioni alcuni episodi noti della vita della scrittrice, come il piccolo incendio che, provocato da un pisolino e una sigaretta, le deturpò una mano, così come la sua profonda amicizia e passione platonica per lo scrittore Lucio Cardoso, un omosessuale confermato. Si evidenzia anche il rapporto quasi ombelicale con le sorelle, Elisa e Tania.

Frutto di un paziente lavoro di ricerca e di ricerca delle fonti, il documentario è stato prodotto a tappe nel corso di quindici anni. Grazie a questa circostanza, il film vede la partecipazione di diversi intervistati che non sono più con noi, come Alberto Dines, Ferreira Gullar, Lêdo Ivo e la grande amica Sarah Escorel.

Il punto più vulnerabile di Clarice Lispector - La scoperta del mondo, a mio avviso, è un tentativo di costruire una poesia audiovisiva in dialogo con l'opera dell'autore. Tramonti da cartolina, abuso della moviola e un eccesso di musica creano un “grasso” sentimentale che ha poco a che fare con la scrittura di Clarice Lispector.

Tutto ciò non toglie, ovviamente, l'importanza del documentario e il suo interesse non solo per i fan della scrittrice, ma anche per chi ancora non ne conosce la grandezza.

*José Geraldo Couto è un critico cinematografico. Autore, tra gli altri libri, di André Breton (brasiliano).

Originariamente pubblicato su BLOG CINEMATOGRAFICO

Riferimento


Clarice Lispector - La scoperta del mondo

Brasile, documentario, 2022, 103 minuti.

Regia: Taciana Oliveira

Sceneggiatura: Teresa Monterò

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