Clarice nella memoria degli altri

Mona Hatoum, Sospeso, 2011
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da RICARDO IANNACE*

Presentazione del libro appena uscito, a cura di Nádia Battella Gotlib

Impressioni dello sguardo

I cinquantasette partiti e i sessantacinque collaboratori qui riuniti hanno lo stesso scopo: recuperare l'immagine di Clarice Lispector. I colori e le linee che le voci dichiarative prestano alla composizione del profilo dello scrittore di narrativa sono generosi anche nelle variabili di costruzione: intervista, testimonianza, lettera, cronaca, poesia.

Attraverso questi generi ci giungono impressioni di persone diverse: coloro che hanno legami di sangue con l'autore (figlio, cugini, pronipote), oppure coloro che fanno parte del nucleo familiare (nel caso della cognata). legge), nonché da amici, colleghi e conoscenti (alcuni più vicini, altri meno). Da qui la pluralità tonale. Da qui il modo personalizzato di plasmare i gesti testimoniali. Da qui l'assortito mosaico di testimonianze aventi una portata fondamentalmente memoriale.

In effetti, le voci esplicative presenti nelle pagine di questo libro inquadrano il suo personaggio da molteplici angolazioni. I membri della famiglia fanno riferimento all'albero genealogico: illuminano quindi le storie di viaggio (ascendenza, esodo) e i ricordi che segnalano la privazione monetaria sono unti con sentimenti di affetto e desiderio.

Da queste esperienze archiviate, la Clarice bambina, adolescente e adulta emerge in gesti unici, in scorci furtivi. Lei riappare lampeggia, attraversando piazze e strade di Recife; esprime unicità e un talento precoce per la letteratura (sempre la più giovane, bella, legata al padre e unita alle sorelle). In questa ripresa, la vecchia Russia e il nord-est brasiliano si espansero fortunatamente in costellazioni culturali.

Nei resoconti dei suoi amici riposano i ricordi della donna il cui comportamento testimonia la dissonanza con i protocolli, avversione agli standard, alle convenzioni – ignorando il rispetto delle etichette che consentono l'accettazione sociale; tuttavia, coloro che le sono vicini non hanno mai risparmiato gli sforzi per servirla (Clarice Lispector ha umore altalenante e telefona in orari inappropriati – a volte si chiude dal mondo, a volte esige la presenza immediata delle poche persone a cui le affida vicinanza –, e questo a qualsiasi ora del giorno). Ordina loro di portarla in macchina in un ristorante; quando no, senza la minima pazienza, impone l'urgenza di rientrare nell'appartamento.

Ci sono avvenimenti che permettono di imprimere un’analogia con una certa vita quotidiana la scoperta del mondo (1984), ma ovviamente da un altro punto di vista. Cioè, con un cambio di narratore; cioè: narratori (complici) della sensibilità, delle preferenze e delle idiosincrasie di Clarice Lispector (visite e uscite nei fine settimana, andare a teatro, accoglienza lampo dalle colorazioni sinistre in casa; accettata per la partecipazione, seguita da un viaggio con un soggiorno molto strano, in una conferenza in America Latina; riferimenti alle cameriere, alla Coca-Cola, alle sigarette e agli ordini di lavoro;

Racconta di incontri in cui si formano circoli di artisti e scrittori; racconta un intervallo sui generis delle cose, però, salvo rarissime eccezioni, l'autrice non ci racconta il suo intricato, teso e segreto processo di creazione. Senza dubbio, questo argomento è quasi messo a tacere.

In mezzo a questo contesto (in realtà notevolmente familiare al lettore di Clarice Lispector) e alle esperienze di vita condivise, acquista importanza la fluida retorica che costituisce il materiale di questa raccolta, grazie alla quale frammenti indelebili vengono reintegrati, impedendo loro di scivolare nell'oblio.

Sono per lo più inediti. Una parentesi: accanto a questi testi che diventano pubblici per la prima volta, ci sono i testi che nel tempo la tradizione critica dello scrittore ha portato alla ribalta - ma, in questo volume, ricompaiono integralmente e, meglio, in prima persona il discorso, sconfinato (come in qualche modo li conoscevamo) delle produzioni saggistiche che li presentano sotto il pretesto della citazione o dell'allusione.

Quando controlli questo e quel posto status In questo contesto, Nádia Battella Gotlib condivide con noi un impegno intrapreso nell'arco di quattro decenni, perché esattamente nel 1983 insegnò la sua prima materia su Clarice Lispector come professoressa nel Programma Post-Laurea in Letteratura Brasiliana presso la Facoltà di Filosofia, Lettere e Scienze Umane di l'Università di San Paolo. Conciliare l'attività didattica con la ricerca su diverse fonti riguardanti l'autore di Vicino al cuore selvaggio (1943), nacque un progetto robusto, intelligentemente concepito, che coinvolse e accolse giovani ricercatori che guardarono a tutto questo con entusiasmo e ammirazione.

Il risultato è culminato in libri di consultazione su cui la mia generazione si è concentrata, come hanno fatto i miei studenti e su cui si concentreranno le generazioni future: Clarice, una vita che si racconta (Ática, 1995; Edusp, 2009 [7.ed. 2013]) e Fotobiografia di Clarice (Edusp; Stampa ufficiale, 2008 [3.ed. 2014]).

Di carattere biografico, esegetico e iconografico, la ricerca richiedeva qualcosa che andasse oltre l'acume interpretativo del costrutto estetico, il rilievo e l'analisi dei documenti – lo studioso affermava un contatto diretto con personalità i cui occhi avevano intravisto Clarice Lispector; e hanno permesso che i loro discorsi – sia nella struttura di una dichiarazione che nella struttura di un’intervista – venissero trascritti. Ma non solo: c'è chi ha regalato a Nádia Battella Gotlib una fotografia, un bigliettino, un appunto, che si materializzano come pezzi complementari, volti a leggere il personaggio Donna ucraina ed ebrea che scriveva storie in portoghese, preoccupava e colpiva tutti coloro che incontravano il suo cammino a Recife, Rio de Janeiro, Napoli, Berna, Washington e nelle terre italiane e in altri territori in cui passava.

Insomma, un alfabeto dalla A alla W – cioè da Ana Maria Machado a Walmir Ayala – anima quest’opera, riservandoci la traduzione di episodi sotterranei dell’autrice che si inscrive con una penna porosa sull’orlo dell’abisso e redenzione.

*Ricardo Iannace È professore di comunicazione e semiotica presso la Facoltà di Tecnologia dello Stato di San Paolo e del Programma post-laurea in Studi comparati delle letterature linguistiche portoghesi presso FFLCH-USP. Autore, tra gli altri libri, di Ritratti in Clarice Lispector: letteratura, pittura e fotografia (Ed. UFMG).

La presentazione a San Paolo avviene oggi, 22 aprile, a partire dalle 19, con una chiacchierata tra l'autore e Manuel da Costa Pinto, presso la libreria Travessa-Pinheiros (Rua dos Pinheiros, 513).

Riferimento


Nádia Battella Gotlib (org.). Clarice nella memoria degli altri. Belo Horizonte, Autêntica, 2024, 504 pagine. [https://amzn.to/3U8pzjx]


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