da GENERE TARSUS*
Quando un circuito di crisi inizia ad accumulare morti, a spegnere la compassione ea piantare naturalmente i semi dell'odio, è perché siamo arrivati al limite.
“Durante un viaggio a Manaus, Jair Bolsonaro ha preso in giro le vittime del Covid-19 in Brasile. Accanto al presentatore Sikêra Jr., ha posato per una foto in cui teneva un cartello con l'immagine di un CPF e la scritta, in rosso, “cancellato”. L'espressione “CPF cancellato” è nota negli squadroni della morte per menzionare gli omicidi”. L'articolo è tratto dal Sito 247, ieri, 24 aprile 2021, 75 anni dopo Auschwitz. Le istituzioni brasiliane sono appena morte o sono già morte e noi siamo solo spettri di umanità che vagano in altri luoghi, dove i corpi non fanno ombra e le coscienze scompaiono nelle pentole del mercato?
Primo Levi che ha fissato nella Storia i mucchi di cadaveri che Hitler, con l'appoggio di una parte della popolazione tedesca – con l'indifferenza di molti e il silenzio compiaciuto di chi non si opponeva alla “spudorata dimostrazione di quanto facilmente prevalga il male” – ha detto che, in piena Europa del Novecento, “si sognava un sogno demenziale, quello di costruire un impero millenario su milioni di cadaveri e di schiavi” (…) aggiungendo – sulla reazione dell'Europa – che i “pochissimi (che) ha rifiutato di essere tagliato fuori; tutti gli altri acconsentirono, parte con disgusto, parte con indifferenza, parte con entusiasmo».
Primo Levi è sopravvissuto ad Auschwitz e ha scritto “Questo è un uomo?”, una domanda il cui radicalismo filosofico mette in discussione non solo gli esiti politici dell'illuminismo democratico, ma anche le scarse possibilità di concettualizzare correttamente – in termini di filosofia morale – il significato stesso del termine “civiltà”. Quando noi, in Brasile, guardiamo il Presidente della Repubblica e chiediamo "È un uomo?" o “Come è stato possibile”, ci stiamo interrogando allo stesso tempo sul nostro passato e sul nostro comune destino.
Del passato abbiamo le nostre miserie fondate sulla schiavitù coloniale, oltre che sui Luogotenenti sollevati contro l'oligarchia; ci rivediamo nella resistenza legale e “illegale” alla dittatura militare, così come nell'accettazione maggioritaria del golpe contro Dilma e – nel nostro recente passato – vediamo lo spirito meticcio della nostra politica estera (poggiato sui capelli finti di Trump ) ma anche la dignità di Itamarati, in vari momenti della nostra Storia, più recentemente con il cancelliere Celso Amorim, nell'alta e attiva politica estera sulla scena pubblica mondiale.
Certamente illustri storici in futuro sapranno guardare in profondità al deserto politico e morale che ci hanno imposto con la creazione del bolsonarismo. Il suo certificato di validità è cementato dall'impegno del liberal-rentismo come fascismo risorto, destinato a distruggere lo Stato Sociale, anche se costerà 500 morti – o più – alla fine di questo capitolo perverso della nostra Storia.
Dopo avremo ancora gli uccisi dalla fame, le famiglie dissolte dai lutti, la follia generata dalla lotta irrazionale per la sopravvivenza. È un Uomo, questo che propaga un percorso necrofilo? Saremo considerati Uomini, in futuro, se omettiamo o rimaniamo in silenzio? Difficile rispondere, ma quando un circuito di crisi inizia ad accumulare morti, a spegnere la compassione ea piantare naturalmente i semi dell'odio, è perché siamo arrivati al limite.
Rolando Freisler (1893-1945), giurista tedesco della Repubblica di Weimar e nominato come il giudice più importante dell'era hitleriana, condannò a morte centinaia di oppositori ebrei e non ebrei e simboleggiava quella che era la parte più depravata della magistratura tedesca, nel cosiddetto “Tribunale del Popolo” (Wolksgerichtshof), la giurisdizione più rilevante dello Stato per i “crimini politici” ai tempi di Hitler. Sua abitudine, oltre a condannare a morte esseri umani che non si arrendevano di fronte alla disumanità necrofila, era quello di drammatizzare i suoi processi al fine di umiliare brutalmente gli imputati, la difesa e la famiglia del futuro condannato.
Qualche somiglianza con le condanne anteprocessuali, con le quali il giudice Moro ha ottenuto la sua complicità con Rede Globo? Sì, ci sono delle evidenti analogie, non solo per lo stretto rapporto tra il giudice Moro e il già notoriamente candidato fascista, ma anche per le precedenti umiliazioni e condanne, fatte da gran parte della stampa tradizionale, nei confronti dei “condannati necessari”, coloro che avrebbero dovuto essere eliminati perché il fascista vincesse e il giudice diventasse il suo ministro.
Negli ultimi 30 giorni un gruppo di avvocati (me compreso) e giuristi ha redatto e proposto, per conto di PCdoB e PSOL, una “azione diretta di incostituzionalità per omissione” contro la Presidenza della Repubblica. In questa azione, suffragata da fatti pubblici e notori – privi quindi di ogni dubbio – si dimostra che il Presidente non rispetta la Costituzione, per le politiche omissive (e omicide) che va sviluppando e perché pratica esplicite azioni di sabotaggio alla salute pubblica e ad altri diritti fondamentali.
Riteniamo in atto, quindi, che il Presidente si stia confrontando con la scienza e la ragione. Toccherà presto alla STF dire – attraverso la metafora universale che solo il Diritto può produrre – se siamo un popolo composto da individui dotati di sentimenti umani in tutta la loro pienezza o se siamo (e di riflesso loro, Giudici , sono anche) un gregge passivo condotto dal giudice Freisler alla gogna della vergogna. Questo è un grande luogo che non manca mai di accogliere chi rinuncia alla propria condizione umana, per pensare come un gregge schiavo del mito: immune all'amore e alla solidarietà.
* Tarso in legge è stato Governatore dello Stato del Rio Grande do Sul, Sindaco di Porto Alegre, Ministro della Giustizia, Ministro dell'Istruzione e Ministro delle Relazioni Istituzionali in Brasile.