Commento sul libro tesoro, di Airton Paschoa, recentemente pubblicato nella seconda edizione riveduta
da Daniele Brasile*
L'attuale narrativa di Airton Paschoa è irregolare. Inciampa in dilemmi morali, si contorce tra desiderio e frustrazione, si arriccia in presenze e assenze e rivela una bellezza tortuosa, come un ruscello di montagna ingrassato da una pioggia improvvisa. La tempesta è provocata dall'emergere di Dárlin nella vita del narratore, un uomo maturo e sposato che vede nella giovane Darlene (ragazza squillo? giovane senzatetto? angelo caduto?) il riscatto della sua mediocrità.
In poco più di 60 pagine, la sagoma splendente di Dárlin luccica su Avenida Paulista, sfuma nell'ombra di un palazzo dove si esercitano coppie rispettabili swing, si rivela in un bagno pubblico, si moltiplica in una marcia verso Praça da Sé. Sono 121 capitoli-passi, che formano il mosaico di epigrammi, interrogazioni, poesie, angosce e sarcasmo di questa secolare Via Crucis.
Anticonformista, la scrittura di Paschoa non si sottomette alle tendenze letterarie alla moda, ma rivela riferimenti universali. L'indomabile Dárlin è una Nadja tropicale, e impone un'atmosfera di surrealismo poetico e decadente alla confessione ubriaca del protagonista. Allo stesso tempo, la narrazione assume toni di realismo allucinatorio, di a romanzo traumatologico Brasiliano, cangiante e sintetico. Fuggendo dal luogo comune, il turbolento torrente non muore in una palude di luoghi comuni: rimane in un territorio scosceso, castigando l'immaginazione del lettore.
*Daniel Brasile è uno scrittore, autore del romanzo seme di re (Penalux), sceneggiatore e regista televisivo, critico musicale e letterario.
Riferimento
Airton Paschoa. tesoro. 2°. edizione rivisitata. San Paolo, e-galáxia, 2020 (https://amzn.to/47EJUTt).