da JEAN PIERRE CHAUVIN*
Le scelte lessicali, gli accorgimenti e i filtri applicati dagli autori di resoconti e notizie dipenderanno da chi si parla e a chi è destinato il foglietto quotidiano.
Il primo passo di un lettore o telespettatore, interessato all'origine della notizia e all'accuratezza dei giornalisti, sarebbe quello di leggere e/o ascoltare con la dovuta attenzione ciò che viene scritto o detto.
Lunedì 25 novembre Reinaldo Azevedo ha pubblicato un articolo d'opinione sul portale dell'UOL[I] in cui metteva in discussione l'uso eccessivo di certe formule di eufemismo, cioè l'ammorbidimento in termini di linguaggio verbale.
Facendo riferimento al testo originale, il giornalista illustra alcuni casi che suggeriscono questa pratica. Questo è ciò che accade quando uno scrittore usa “supposed” – che può essere usato come aggettivo, quando si tratta di qualcosa che deve ancora essere dimostrato (come vediamo in “il presunto colpo di stato”); sia come verbo, se comprendiamo che “supporre” corrisponderebbe al participio passato di supporre (ad esempio “Il giornalista aveva supposto”).
Un'altra risorsa utilizzata dalla stampa mainstream, per rallentare ciò che viene riportato o commentato, coinvolge il passato imperfetto composto (al modo indicativo). Per chi non ricorda la terminologia grammaticale, si tratta di coniugare i verbi, in modo da unire due termini: l'ausiliare e il principale. È il caso di “avrebbe detto”, ad esempio, in cui “avere” (flessivo al passato imperfetto) è combinato con “dire” (al participio passato). Entrambi i termini partecipano a una frase verbale, acquisiscono cioè un nuovo carico semantico, articolato con lo stesso obiettivo: ridurre l'impatto, o forse la virulenza, di ciò che affermano certe affermazioni.
Reinaldo Azevedo è stato preciso nel mettere in guardia lettori e colleghi professionisti. Ciò che si vede, infatti, confrontando alcune chiamate trasmesse su diversi siti e canali radiofonici, televisivi o internet, è che l'imbocco di alcuni professionisti o collaboratori varia a seconda della casa a cui sono legati. Oltre alla prospettiva di manutentori ed editori, il parametro più importante dei giornali è l’audience e il riverbero di ciò che viene pubblicato in essi – che oggi può essere misurato con meno complessità, grazie all’uso di strumenti e algoritmi nello spazio digitale.
Il lettore non ripeta l'errore secondo cui Reinaldo Azevedo sarebbe un presunto membro del PT o sarebbe legato alla leggenda del partito. Oltre ad aver avuto un legame molto breve con il PT (dal 1980 al 1981), tra gli anni '1980 e 2010 il giornalista è diventato uno dei maggiori oppositori di numerose azioni e misure adottate dal partito. Spoiler per binaristi e odiatori di turno: criticare il tentativo di colpo di stato orchestrato dal precedente (mal)governo, che ha ricoperto la presidenza della repubblica tra il 2019 e il 2022, non significa difendere ciecamente e acriticamente il governo che gli è succeduto...
Allo stesso modo, il fatto che io celebri in questa occasione il contenuto del testo di Reinaldo Azevedo non implica che manterrò un accordo assoluto con tutto ciò che scrive o dice. Ecco perché il giornalista e questo professore, ciascuno a modo suo e con le risorse di cui disponiamo, negli spazi in cui lavoriamo, auspicano di favorire la formazione di interpreti competenti della realtà, capaci di esercitare in ogni momento il pensiero critico.
Se non fosse per la capacità di indagare cosa c'è al di là e al di sotto degli articoli che compaiono sui giornali, o nei talk show podcast, non suggerirei al lettore di questa pseudocronaca di controllare i gruppi e le società che sponsorizzano i giornali che si vantano di avere maggiore credibilità. Forse questi dati li aiuteranno almeno a speculare con maggiore dose di fondamento sull'impossibilità di un veicolo di essere neutrale, disinteressato e imparziale.
Ovviamente non ho bisogno di dire che questo si riflette anche nel linguaggio, cioè nelle scelte lessicali, negli espedienti e nei filtri applicati dagli autori di cronache e notizie, a seconda di chi si sta rivolgendo e a chi è destinato il volantino giornaliero.
* Jean-Pierre Chauvin Professore di Cultura e Letteratura brasiliana presso la Scuola di Comunicazione e Arti dell'USP. Autore, tra gli altri libri di Sette discorsi: saggi sulle tipologie discorsive. [https://amzn.to/4bMj39i]
Nota
[I] https://noticias.uol.com.br/colunas/reinaldo-azevedo/2024/11/25/chega-de-tantos-supostos-e-futuros-do-preterito-compostos-na-imprensa.htm
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