Donald Trump è un fascista?

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da EUGENIO BUCCI*

Sì, devi chiamare Donald Trump come fascista. Restaura e rilancia il fascismo

Donald Trump è un fascista? C'è chi dice che non dovremmo qualificarlo in questo modo. La politologa Wendy Brown, ad esempio, ritiene che l’autoritarismo che è cresciuto nel nostro tempo sia di natura diversa. Nel 2022, in un'intervista per il sito Nuova Società, ha sottolineato le distinzioni tra la dittatura di Benito Mussolini e gli attuali regimi di estrema destra. Secondo lei, le autocrazie del 21° secolo “nascono dalla razionalità neoliberista” e differiscono da fascismo classico per essere “autoritario nella sfera politica e libertario in materia di vita civile e personale”.

Non sono in disaccordo con Wendy Brown. Oggi ci sono autocrati a cui non frega niente di questioni come il matrimonio gay. Se alcuni sono sessisti furiosi, e Donald Trump è uno di questi, altri non adottano il moralismo misogino del vecchio. Duce. Ci sono perfino leader di estrema destra che sono apertamente lesbiche.

Le differenze non si fermano qui. Il fascismo di cento anni fa era più statalista dell’autoritarismo ultraliberale che esiste oggi. Era anche più “lavoratore”. Benito Mussolini si atteggiava a difensore della classe operaia e, in Germania, il partito di Adolf Hitler aveva addirittura “socialista” nel nome: Partito Nazionalsocialista Tedesco dei Lavoratori. Sappiamo bene che entrambi decimarono i sindacalisti di ogni tipo, ma, almeno all'inizio, pretendevano di rappresentare i poveri. Non a caso Getúlio Vargas, conosciuto come “padre dei poveri”, andò a cercarloCarta del Lavorodell’Italia fascista l’ispirazione per il suo Testo Unico delle Leggi del Lavoro (CLT).

Adesso Donald Trump non vuole avere niente a che fare con i sindacati, si limita a promuovere la causa capitalista e a convincere le masse: oggi i servi più diseredati si definiscono “imprenditori”, non più lavoratori. A quanto pare, quindi, non avrebbe nulla in comune con Hitler o Mussolini.

Se andiamo oltre le apparenze, però, vedremo che Donald Trump ha un piede, o addirittura due, nel fascismo più sfacciato. La loro strategia è smantellare la democrazia per distruggere i diritti sociali, abbandonare i più fragili nel deserto, perseguitare gli stranieri, gonfiare il nazionalismo e autorizzare ogni forma di accumulazione di capitale nei loro territori. Come Hitler e Mussolini.

Nel 1995, il pensatore italiano Umberto Eco scrisse per la rivista The New York Review of Books un saggio intitolato “Ur-Fascismo”. Umberto Eco non aveva in mente il fascismo storico, ma un regime totalitario senza tempo, il “Fascismo eterno”, che descrisse in 14 tratti caratteristici.

Il primo di questi tratti è l'elogio del glorioso passato del Paese, un passato inventato. Donald Trump, con il suo “Rendere l'America Great Again”, o semplicemente “MAGA”, completa il costume. Il secondo tratto è il rifiuto della modernità e dell'Illuminismo, con un forte ripudio dell'intellettualismo. Poi viene l’irrazionalismo, alimentato dalle teorie del complotto, dal discorso “noi” contro “loro”, dal razzismo (o dall’odio per gli immigrati), dal ricorso al risentimento delle classi medie frustrate, dal nazionalismo esacerbato, dallo sfruttamento dei sentimenti di umiliazione e dalla costruzione di un clima di guerra permanente.

Il decimo tratto del “Fascismo eterno” consiste nel disprezzo per i più deboli, seguito dall’educazione all’eroismo: tutti devono voler morire per il regime. La fissazione sugli oggetti fallici, come le armi, è un'altra caratteristica, molto tipica del “machismo” (parola usata da Umberto Eco). Poi abbiamo esacerbato il populismo. Il tratto numero 14 è il linguaggio rozzo e primario, che respinge il ragionamento complesso e la ragione critica.

Hai riconosciuto il Trumpismo? O vuoi di più? Un altro studioso che può aiutare è Jason Stanley. Nel libro Come funziona il fascismo, elenca caratteristiche essenziali (alcune coincidono con quelle di Umberto Eco): il passato mitico, la propaganda come fonte di verità, l'antintellettualismo, il senso di irrealtà, la predilezione per soluzioni gerarchiche, la cultura del vittimismo (soprattutto del leader ), il costante appello alla legge e all'ordine, l'ansia sessuale (desideri repressi in superficie), l'ossessione per la patria (“l'America prima”, “Il Brasile soprattutto” oppure “Deutschland über alles”) e la disarticolazione tra sindacato e benessere pubblico.

I fascisti generano instabilità, producono rivolte e rivolte (come il 6 gennaio 2021 negli Stati Uniti e l’8 gennaio 2023 in Brasile), promettendo allo stesso tempo di disciplinare la società attraverso un’autorità violenta.

In un articolo del 1951 (“La teoria freudiana e il modello della propaganda fascista”), il filosofo Theodor Adorno dimostrò che la comunicazione del fascismo “deve mobilitare processi irrazionali, inconsci e regressivi”. Questo è ciò che il trumpismo ha fatto e sta facendo grandi tecnici.

Sì, è necessario definire fascista Donald Trump. Restaura e rilancia il fascismo. Lunedì, durante una delle sue cerimonie di inaugurazione, Elon Musk è salito sul palco e ha fatto il saluto nazista. Due volte. Era un “Ehi, Trump" pazzo. Il giorno prima, in una manifestazione informale a Washington, Steve Bannon aveva compiuto lo stesso gesto per salutare i rappresentanti del AfD Tedesco. Due volte. Aiutaci, democrazia.

* Eugenio Bucci È professore presso la School of Communications and Arts dell'USP. Autore, tra gli altri libri, di L'incertezza, un saggio: come pensiamo all'idea che ci disorienta (e orienta il mondo digitale) (autentico). [https://amzn.to/3SytDKl]

Originariamente pubblicato sul giornale Lo Stato di San Paolo.


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