da ANDRE FLORES*
Senza una vittoria al primo turno, sarà molto più difficile contenere l'avanzata del colpo di stato.
Una clamorosa vittoria di Lula al 1° turno non elimina i rischi di un colpo di stato. I pretesti per mettere in discussione il risultato elettorale non dipendono dalle prestazioni di Jair Bolsonaro alle urne. Per il bolsonarismo le elezioni sono state truccate in anticipo, poiché Alexandre de Moraes e il TSE non hanno ceduto alle imposizioni dei militari. Nella sua narrazione del complotto, se la differenza di voti è ampia, sarà presa proprio come prova di frode, a causa della sua discrepanza rispetto a "Datapovo". Se la differenza è risicata, sarà vista come una dimostrazione inequivocabile della manipolazione degli istituti di ricerca, che avrebbero agito per nascondere la maggioranza bolsonarista nella società e legittimare i brogli elettorali. Il documento diffuso dal PL, riprendendo gli attacchi al sistema elettorale, mostra che, per il bolsonarismo, il processo è già screditato, indipendentemente dal risultato.
La minaccia di un colpo di stato persisterà finché il bolsonarismo sarà considerato una forza legittima e avrà i suoi diritti politici assicurati. La pressione per l'annullamento delle elezioni e il tentativo di impedire il “ritorno del comunismo” continueranno anche dopo ottobre, per cui non basterà solo sconfiggere il bolsonarismo alle urne, sarà necessario costruire forza nella società per garantire la proprietà e riuscire a governare. Non basterà solo aumentare il consenso sociale e politico, come ha fatto (a mio avviso correttamente) la candidatura di Lula. La mobilitazione sociale sarà necessaria perché, parafrasando Luís Fernando Veríssimo, “la nostra parte ha ragione ma la loro parte è armata”.
Detto questo, penso che abbiamo ragioni e argomenti più coerenti per difendere la soluzione del disegno di legge al primo turno.
In primo luogo, come già sostenuto da diversi analisti e leader politici, la vittoria al primo turno aumenta i costi politici del golpe, in quanto comporta l'annullamento dell'elezione di 513 deputati e 27 senatori, a parte i governi statali che possono essere eletti già al primo turno (i sondaggi indicano questa possibilità per circa 10-14 stati). Sarebbe del tutto possibile per i golpisti annullare o sospendere le elezioni del secondo turno, senza modificare i risultati del primo, neutralizzando così eventuali contestazioni del centrão e dei partiti fisiologici.
In secondo luogo, nelle quattro settimane tra il primo e il secondo turno possono accadere eventi nuovi e inaspettati, riducendo ulteriormente il divario tra Lula e Bolsonaro. Ci sono molte variabili in gioco e, sebbene al momento il bolsonarismo sembri aver raggiunto un tetto, nulla garantisce che questa tendenza sia irreversibile e che non possa essere cambiata. Il secondo turno potrebbe davvero essere una nuova elezione. È illusorio fare proiezioni statiche in una congiuntura instabile e mutevole. Non è detto, ad esempio, che Jair Bolsonaro non possa riscuotere dividendi da prestazioni sociali che hanno iniziato a essere distribuiti solo ad agosto. Anche se questo non sembra essere lo scenario più probabile nelle condizioni odierne, non può essere semplicemente escluso.
In terzo luogo perché, oltre al bolsonarismo, il secondo turno interessa le forze restie ad aderire alla candidatura di Lula, rappresentate nella “terza via”. La tendenza è che, andando al secondo turno, Lula dovrà fare più concessioni nel suo programma per attrarre e consolidare settori ancora restii a sostenerlo. Un declassamento programmatico ancora maggiore di quello attuale presenta seri rischi per il futuro, limitando notevolmente i margini di manovra del governo eletto e potenzialmente frustrando le aspettative di cambiamento delle masse che lo hanno eletto. Le recenti esperienze in Perù, Argentina e Cile hanno qualcosa da insegnare al riguardo: governi eletti dalla sinistra che, una volta al potere, applicano un neoliberismo moderato, perdono consensi sociali e si ritrovano murati dall'opposizione. Questo scenario può essere ancora più tragico di fronte a un'opposizione apertamente golpista con il sostegno di massa.
Oltre a questi, si possono elencare altri argomenti, come il possibile scoraggiamento della militanza progressista e un probabile aumento delle intimidazioni e della violenza politica tra il primo e il secondo turno.
Cioè, la vittoria al primo turno non offre garanzie, ma senza di essa sarà molto più difficile contenere l'avanzata del colpo di stato. Per questo, per tutti coloro che sono consapevoli dei rischi che rappresenta il bolsonarismo, è da considerare il voto utile per Lula al primo turno.
* André Flores è dottoranda in scienze politiche presso Unicamp e membro della Consulta Popolare.
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