da WALNICE NOGUEIRA GALVÃO*
Ricordo di alcuni momenti alti (o bassi) avvenuti sotto l'egida della regina inglese
Non c'è nessuno che non ammiri la discrezione, la compostezza, il senso del dovere di Elisabetta II. Si possono anche considerare con indulgenza i loro gabinetti e cappelli. I necrologi hanno innalzato al cielo le loro virtù, spazzando sotto il tappeto ciò che era ed è meno glorioso.
Tutti sanno che la massima che regola la condotta del sovrano inglese è: “Il re regna, ma non governa”. È stata caritatevolmente tenuta all'oscuro, nonostante il suo incontro settimanale obbligatorio con il primo ministro? E non leggeva i giornali, né guardava la TV, né ascoltava la radio? Ma era sul trono durante il processo di decolonizzazione dell'impero più potente del mondo, il suo: circa 70 paesi, la maggior parte dei quali sono ancora membri del Repubblica.
Ricordiamo alcuni momenti alti (o bassi) avvenuti sotto gli auspici di Elisabetta II.
Ad esempio, la repressione dei guerriglieri Mau-Mau in Kenya, decisi ad espellere la colonizzatrice inglese dal 1952 in poi, anno in cui succedette al padre, venendo incoronata l'anno successivo. Poco si sa qui che i sopravvissuti Mau-Mau, torturati e mutilati dagli inglesi in Kenya, hanno presentato una richiesta di risarcimento e scuse firmate da non meno di 6 di loro. E, cosa rara, lo hanno fatto.
Un altro punto da ricordare è l'amministrazione di Margareth Thatcher, appunto, una tripla amministrazione durata 12 anni come Primo Ministro, e la sua aporofobia (orrore dei poveri). Per 12 anni la regina l'ha incontrata settimanalmente.
Margaret Thatcher odiava tutto ciò che avvantaggiava i poveri dallo Stato, perché pensava che fosse il socialismo. Certo, nella sua concezione lo stato era solo per i ricchi... Ma ha fatto il lavoro che voleva la classe dirigente e quando se n'è andato, dopo tre mandati, aveva smantellato il stato sociale e la classe operaia. Dicono che quello che si temeva davvero fosse il potere politico dei 250 minatori, una categoria professionale con una tradizione forte e politicizzata.
Basta vedere cosa fece nel 1981 con la repressione dell'IRA (Esercito Repubblicano d'Irlanda), che si batteva per l'indipendenza, quando lasciò morire in uno sciopero della fame i militanti incarcerati che rivendicavano lo status di prigionieri politici, come erano stati condannati come criminali comuni – ciò che Margaret Thatcher insisteva che fossero. Bobby Sands, patriota irlandese di 27 anni eletto deputato per l'Inghilterra mentre era in prigione, è morto il 66. giorno di sciopero insieme ad altri dieci. E questo, nel bel mezzo di una tremenda pressione internazionale. Un esempio di imperialismo inglese.
Per quanto riguarda la decolonizzazione dell'India, Lord Mountbatten, amato zio del marito di Elisabetta II e ultimo viceré, condusse una disastrosa spartizione, separando gli indiani secondo la religione: indù per l'India e musulmani per il Pakistan. Nel bel mezzo dello scambio, le popolazioni entrarono in conflitto, con un bilancio di un milione di morti, il tutto sotto l'approvazione del viceré e della sua regina.
Non possiamo dimenticare il saccheggio delle opere d'arte del Partenone, ora conosciute come "The Elgin Marbles" dal British Museum. Lord Elgin, nel c. Nell'Ottocento acquistò due dei quattro fregi del Partenone dall'occupante turco, che, si dice, estrasse la sega. E altre 200 statue a grandezza naturale, attribuite alla bottega di Fidia. In tutto riempì 22 navi per portare il frutto della preda in Inghilterra, dove lo vendette al Museo. Nel 1981 Melina Mercouri, ministro della Cultura della Grecia, chiese ufficialmente il suo rimpatrio. Ovviamente non è stata data risposta.
Non è stata Elisabetta II a inventare il campo di concentramento, ma l'onore, come nessuno ignora, spetta ai suoi antenati inglesi in Sudafrica. Furono gli inglesi a mettere all'angolo i boeri e i neri lì durante la guerra boera. Il paese divenne indipendente ma vi rimase Repubblica. Poco dopo avrebbe creato le leggi di Apartheid, nel 1963. Per quasi mezzo secolo, il mondo avrebbe guardato con stupore. Elizabeth, ferma e muta.
Sarebbe il caso di chiedere: una goccia di sangue non si è mai versata sulle sue immacolate vesti regali? È così che il re regna ma non governa? Viene registrato almeno un pomodoro, lanciato in segno di protesta pubblica per la morte di 11 attivisti dell'IRA, a Oslo, in Norvegia, il 5 maggio 981.
*Walnice Nogueira Galvao è professore emerito presso FFLCH presso USP. Autore, tra gli altri libri, di Leggere e rileggere (Sesc\Ouro su Blu).
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