Saggio sulla rabbia

Richard Mortensen, Visione. Dipinto di Arthur Rimbaud, 1944
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da CRISTIANO RIBEIRO*

Commenta il libro recentemente pubblicato di Fabiane Albuquerque

Vale la pena menzionare, inizialmente, che il libro Saggio sulla rabbia di Fabiane Albuquerque è un ritratto senza ritocchi o sottigliezze stilistiche che finiscono per ammorbidire la narrazione del suo autore. È un romanzo con testi pulsanti, fin dalle prime pagine con ogni parola e che genera un accumulo di potere narrativo che acquisisce più sfumature e strati man mano che l'opera si sviluppa. È un libro provocatorio, teso, nervoso, che ci rende spettatori attivi della narrazione.

Colloca la centralità delle donne nere nella comprensione e nel superamento della nostra incompletezza come nazione, guidando una narrazione da una periferia urbana brasiliana, relegata a una marginalità strutturale che possiede razza, classe, genere, corpo e anima in Brasile. Si presenta come un'opera inserita nel processo di reinterpretazione e risignificazione del mondo, che la letteratura nera porta avanti, attraverso un pregiudizio femminista dichiaratamente nero.

Senza timore o preoccupazione di essere etichettati come libro militante, vittimismo, revanscismo o qualsiasi altro rimprovero che si applica sempre alle manifestazioni artistico-culturali provenienti da classi sociali, storicamente subordinate nei rapporti di potere di questo Paese.

Il libro che inizia con una domanda, posta da Teodora, la sua protagonista, permetterà a Fabiane Albuquerque di discutere i dettagli che non vengono ascoltati nella sua sistematica cancellazione cittadina nei processi di resistenza delle popolazioni nere in Brasile, in particolare quelle originate dalla loro origine afro-brasiliana. donne.

Cosa ci permette di comprendere questa domanda: “E io dove corro?”, la domanda-motto che chiude il primo paragrafo del libro Saggio sulla rabbia di Fabiane Albuquerque come il grande fastidio che istigherà il lettore durante tutta la costruzione argomentativa e narrativa del romanzo in cui seguiremo la vita di Teodora. Una donna nera, sempre sola al mondo, anche in mezzo a tante, madre, nonna, figlia, sorella, amica, compagna, domestica...

Sempre consapevole del suo non-posto nel mondo, nel mezzo di una non-esistenza quotidiana. Sempre invisibili e silenziati nei loro desideri, amori, sogni ed emozioni. Mai in grado di ricevere e donare amore a chi le stava vicino, ma sempre ipocritamente fingendo di essere tenera, appassionata e paziente di fronte a chi non la riconosceva nemmeno come essere umano.

Nel suo secondo libro, Fabiane Albuquerque affina e perfeziona la sua scrittura in un romanzo discorsivo più elaborato, meno memoriale del suo libro precedente. Lettere a un uomo di colore che amavo (Malê, 2022). Scrittrice raffinata quale è, abile negli sviluppi e nelle connessioni delle emozioni che risveglia nello sviluppo di un racconto, ci presenta una produzione bibliografica più tradizionale. Ma non per questo meno elaborato e con risultati esuberanti come il suo predecessore.

Qui abbiamo un autore che ci presenta un'opera incentrata sull'inserimento nella vita quotidiana della sua protagonista, Teodora. Nel mezzo dei loro mondi quotidiani tra famiglia e lavoro. Tra le loro relazioni sociali di [non] amore, odio e frustrazioni... Di fronte alla problematizzazione di un mondo che ti dà solo dolore e ancora dolore, traumi e abusi, in cambio di una resilienza servile che finisce sempre per perpetuare l'oppressione della tua non vita !

In quanto intellettuale e attivista femminista nera, Fabiane Albuquerque, nel suo lavoro di scrittrice, dà luogo a una coraggiosa e squisita problematizzazione letteraria contemporanea su cosa significhi essere una donna nera in una società storicamente e strutturalmente razzista come il Brasile. Senza concessioni o accordi conciliatori di pacificazione sociale, che finiscono per costruire il nostro mito di una società socialmente armoniosa, senza conflitti o violenze di genere, classiciste o etnico-razziali. In cui sebbene la “carne più economica” sia sempre quella nera, e soprattutto quella femminile, il razzismo è sempre visto come qualcosa che appartiene all’“altro”. Lontano dall'“io/tu”, che non incide né fa parte della quotidianità del “nostro/vostro”. Come se sia la sua causa che i suoi effetti fossero limitati agli altri e non a te, o ai tuoi.

Saggio sulla rabbia È una costruzione narrativa del meglio che mette a nudo l’ipocrisia e la canaglia di questa caratteristica incivile nazionale. Il che mette in discussione il ruolo che giochiamo in questo gioco di illusioni in cui abitiamo e chiamiamo “società brasiliana”. Allo stesso tempo, mette in luce il ruolo delle donne nere nell’affrontare la decostruzione di questo immaginario e potenziali costruttrici di nuove potenzialità. Non solo di esistenze, ma di socialità costituita oltre la mediocrità alienante e opprimente del nostro arcaismo razzista e sessista.

Il che ci introduce allo sviluppo poetico di Teodora come personaggio inizialmente perso nelle sue frustrazioni personali, che appare alienato, se non incapace, di amare e lasciarsi amare. Quando sopravvive solo per soddisfare i bisogni e i capricci di un mecenatismo che si postula come superiore, per una condizione di razza e di classe. Fino a quando questo tessuto della realtà si sfilaccia, il che porta a interrogarsi, dal punto di vista della tensione: “qual è il tuo posto in questo mondo?”

Qui c'è un gioco di scrittura, che associa il tuo processo di conoscenza di sé e di autovalutazione come donna nera e lavoratrice, con la preparazione del caffè nel primo capitolo del romanzo. C'è un'intera concezione e debug di questo processo. Alla fine, sentendosi rinvigorita e riconnessa ai suoi colleghi lavoratori di razza e classe, che condividono i suoi desideri, sogni e desideri. Le loro parole non saranno più ostacolate o vietate.

Non hanno più paura di essere quello che sono. Trovare forza e coraggio nell’essere l’uno per l’altro. Con la samba come elemento purificatore in questo processo di riscoperta di se stessa da parte di Teodora. In cui Fabiane Albuquerque, sottilmente, lo elabora come una forma di preghiera che libera tutto il dolore e le paure del suo personaggio. Il samba apre la strada a tutti gli amori. Come connessione vivente con i tuoi antenati e allo stesso tempo preservando la tua umanità.

Ciò che le fa non vergognarsi più di avere odio, di avere la rabbia come sentimenti coltivati ​​nel suo essere, che ormai li domina... Teodora, non negando più la rabbia come parte del suo essere, smette di vergognarsi di se stessa. E non lo dirige più contro la sua famiglia e i suoi simili. Ma direttamente contro il “sistema” che ha cominciato a vedere e a guardare direttamente negli occhi…

Momento di liberazione che il libro intreccia pagina dopo pagina, ribollendo e bilanciando le diverse parti che compongono un buon caffè. Filtrandone le impurità e bilanciandone i sapori senza mascherare lo zucchero ideologico, portandoci così a rinvigorire la nostra consapevolezza di chi siamo veramente, come popolo, come esseri umani. Perché anche il pubblico dei lettori decida di uscire nel mondo, lasciandosi ispirare dall'aroma del caffè per accompagnarci nell'eterna certezza che non siamo soli – e mai lo saremo. Andare là fuori, sperando di ricrearlo in una nuova alba, una nuova alba!

La rabbia libera, come elemento di amore, comunità, affetto e affetto… Spezza legami e pregiudizi! Ricostruzione di identità e solidarietà, fuori dalle logiche limitanti eurocentriche e piccolo-borghesi. Saggio sulla rabbia È un romanzo che parla dei tempi che erano, sono e saranno!

Una speranza nell'eterna rinascita, quella dalle periferie di un non-luogo, di un'immensa massa informe chiamata Brasile, cucita in linee così ben intessute da questa artigiana della scrittura che è Fabiane Albuquerque, nel proporre un'opera che ci ricorda perché leggere è arte che brilla. Il meglio che ci fa e ci rende umani!

Ma non è una lettura facile, non commettere errori. Regalandoci una lettura vivida, intensa, proprio come il caffè dolce e amaro di Teodora. Riscaldando la nostra anima, rinvigorisce il nostro spirito, di fronte alle difficoltà del mondo! Non lasciandoci arrendere e non dimenticando mai che solo la nostra immagine e somiglianza cambia il mondo. Quando non ci fermiamo più borandar per i nostri sogni. Concludere la storia d'amore, in pace con te stesso...

Rispondendo al motto provocatorio della prima pagina secondo cui non è più necessario fuggire da questo mondo, per ritrovare se stessi! Mai più essere ostaggio delle illusioni altrui, né rassegnarsi all'alienazione di cercare di sopravvivere, attraverso tristi speranze! Rivelandoci come atto finale della sua storia, la costituzione dell’oscurità. Che pur essendo stato così (ri)negato nel corso dell'intera vita di Teodora, alla fine è sbocciato e si è rivelato, in spazi e forme fino ad allora inimmaginati.

Nere contemporanee catturate dallo sguardo attento dell'autore – anche se impercettibili agli occhi e alle sensibilità più conservatrici o alienate – che esistono e sono attive al centro della nostra socialità, anche se talvolta nel senso di resistenza. Che esistono e persistono di fronte alle difficoltà di un’ortodossia sociale che sembra costituirsi sempre per la negazione e la distruzione di umanità in disaccordo, nella non accettazione dei canoni di un bianco apparentemente universale nella sua dimensione elitaria, sessista e sessista. logica di civiltà razzista.

Un'opera letteraria che sfida limiti e premesse insensate, senza timore di etichette di alcun tipo. Impegnato in modo unico a dare sfogo alla sua costruzione letteraria, che mette in tensione e permea criticamente la normatività sociale e storica brasiliana, attraverso l'elaborazione e lo sviluppo di uno dei romanzi più stimolanti pubblicati negli ultimi tempi. Saggio sulla rabbia Si tratta, tra tante qualità e particolarità – di alcune delle quali ho parlato qui – un'opera più che consigliata agli amanti della buona narrativa. Allo stesso tempo consolida Fabiane Albuquerque come uno dei nostri grandi autori e pensatori nazionali.

Accomodatevi, sorseggiate con calma il caffè offerto da Teodora, e lasciatevi trasportare dall'incantevole lettura di questo libro che è già un classico. Non te ne pentirai! È ora di farlo borandar...

*Cristiano Ribeiro è un dottorando in sociologia presso Unicamp.

Riferimento


Fabiana Albuquerque. Saggio sulla rabbia. San Paolo, Editora Patuá, 2024, 164 pagine. [https://amzn.to/423uvf7]


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