da Chico Alencar*
Folle sparse, ma unite per fischiare a squarciagola i carnefici della logica, i mercanti della fede, i gangster della politica, i carnefici della scienza, gli assassini della speranza.
Durante la dittatura, iniziata con il colpo di stato economico-militare del 1° aprile 1964, molti amici furono arrestati, torturati e “scomparsi così, mai più”. Ma altri compagni, sopravvissuti, dovettero sopportare tre, quattro, sei anni nelle segrete del regime oscurantista.
Ho imparato molto da loro e dalla vita. Soprattutto ho imparato che nessuno ci toglie la nostra libertà interiore. L'essere umano – colui che “è l'unico vivente che rifiuta di essere quello che è”, come scriveva Albert Camus – riesce ad aprire strade in prigione ea vedere l'universo in un granello di sabbia.
È così che ho cercato di trascorrere questi giorni di isolamento, in una situazione non solo inaspettata, ma senza precedenti. Fin dalla mia infanzia, una nuova meteora che potesse cadere sulla Terra è sempre stata una gigantesca minaccia apocalittica, ma noi, nella nostra giovinezza, credevamo già che la scienza spaziale avrebbe avuto successo, con l'aiuto delle tremende armi sviluppate dalle potenze nucleari per la distruzione di “nazioni e popoli rivali”, colpirlo e frammentarlo.
Con il microscopico nuovo coronavirus è diverso: nessuno sa ancora con certezza come fermarlo. Fede nella scienza, fede nella ricerca, fede nel buon senso dei funzionari governativi: sì, alcuni non l'avranno mai e dovranno essere isolati e interdetti. Fede in ciò che verrà! Il mondo post Covid-19 sarà lo stesso? Il sistema capitalista, che ha ora esposto le sue viscere di disuguaglianza strutturale, sarà riformato? Tendenzialmente sembra che subirà solo “aggiustamenti”. Non più fiscale, per ora, ma riconoscimento del ruolo dello Stato e della necessità del suo intervento, soprattutto per salvare chi emargina. Il keynesismo torna a cavalcare...
Vorrei però parlare qui di qualcosa di più prosaico, semplice, quotidiano, legato a ciò che ci spetta e che nessuno farà per noi: la nostra capacità di sopravvivere in mezzo alla quotidianità. In isolamento, assolutamente necessario – solo pochi stupidi al mondo non capivano.
Sopravvivere in isolamento, in una solitudine accettata in modo imbarazzante, è anche creare strade in “prigione”. Rendi la tua camera da letto il tuo tempio, spazio di preghiera e/o meditazione. Crea un giardino con una pianta in vaso, annaffiata ogni giorno. Fare le faccende quotidiane di lavare, cucinare e spazzare - una novità per alcuni! – un esercizio di disciplina e anche di svago. Trasforma la lettura in un tappeto magico, sul quale viaggi per il mondo senza alzarti dalla sedia. Fare esercizio fisico essenziale, che è così buono per prepararsi alle Olimpiadi in cui sei entusiasta di competere, come se fossi un ragazzo.
Di più: rendi la tua finestra il miglior osservatorio umano e astronomico. E il suo posto nel raduno atomizzato della folla. Folle virtuali che cantano e applaudono chi non può fermarsi a salvarci: il personale sanitario, i contadini che producono cibo e gli operai che lo lavorano, i camionisti, gli spazzini, gli operai urbani che mantengono i servizi di acqua, luce, gas, telefono e internet, lavoratori di panifici e mercati, giornalisti che ci informano, becchini, autisti e macchinisti che li trasportano.
Stiamo imparando cosa è essenziale e cosa è un lavoro secondario, e come dipendiamo da quegli anonimi che raramente ricordiamo. In questo ritorno al minimo di sussistenza, chiusi nelle nostre case (quelle che possono), vediamo come ci sia un fondamentale senza il quale moriremmo di fame, sete e ci ammaleremmo, e come siamo schiavi di tanto superfluo! Tutti siamo chiamati a fare la passeggiata socratica tra quattro mura: si dice che il filosofo andasse al mercato solo per verificare quanta roba non gli servisse per esistere.
La nostra dimensione politica e cittadina non può essere messa in quarantena, nonostante la sua immobilità. È bello vedere che non c'è immobilità quando folle sparse ma unite fischiano a squarciagola i carnefici della logica, i mercanti della fede, i gangster della politica, i fanatici del profitto, i carnefici della scienza, gli assassini della speranza.
Un giorno, un “domani che sarà un altro giorno”, ci ritroveremo di persona, cresciuti nella sofferenza. E, coloro che sopravvivono alla grande tribolazione, ancora più fermi nella volontà di trasformare i meccanismi che riproducono l'ingiustizia e degenerano le condizioni abitabili del pianeta.
*Chico Alencar è professore, scrittore ed ex deputato federale per PT e PSol.