da Vetrata LORENZO*
La copertura mediatica europea della guerra in Ucraina è parziale e riflette una totale mancanza di autocritica.
Sulla base dei giornali francesi, mi riferisco a Le Monde e per Rilascio, in cui ci si aspetterebbe un approccio più riflessivo al conflitto Russia-NATO-Ucraina, tutto indica che l'opinione pubblica dominante francese, e probabilmente europea, non è stata ancora adeguatamente informata sulla posta in gioco di questo conflitto. Leggendo l'editoriale Le Monde e il primo numero di Rilascio del 12 marzo, possiamo vedere alcune proposte di buon senso che riflettono il vecchio, inguaribile eurocentrismo, che ci ha già lasciato in eredità tutte le tragedie del colonialismo e le grandi guerre degli ultimi secoli.
O Le Monde Non manca però di notare, in un primo momento, la contraddizione dell'Unione Europea, che, avendo avallato le sanzioni previste dagli USA, continua a pagare alla Russia 700 milioni di dollari, al giorno, per garantire l'approvvigionamento di gas. I coraggiosi 27 paesi della NATO riconoscono che l'opinione pubblica, in particolare in Germania e in Italia, non è pronta ad accettare l'impatto di una radicale interruzione dell'approvvigionamento russo. Per il Le Monde nonostante questa debolezza, che si prevede temporanea, la decisione dei 27 di stanziare un miliardo di euro per armare la resistenza ucraina va nella direzione giusta (“vai nel modo giusto”) e mitigherà la delusione di Volodymyr Zelensky per il fatto che i 27 non abbiano finanziato l'adesione immediata dell'Ucraina all'Unione europea; ed è anche compatibile con la promessa dell'Ucraina di unirsi in futuro alla bella “famiglia europea”.
Per il giornale l'Ucraina ha pagato col sangue, nel 2014 e adesso, la sua scelta di “libertà. La buona notizia, sempre secondo il Le Monde è il “risveglio” europeo alla necessità di un'escalation degli armamenti per contenere il “regime” russo (unico Paese vincente finora, cioè gli USA, grazie…). O Rilascio è più schietto: il titolo è che Parigi e Berlino metteranno Putin “contro il muro” attraverso nuove sanzioni; e chiedere che le forze russe si ritirino dall'Ucraina e poi, da brave persone civili, avviare la diplomazia, che è stata rifiutata dall'Occidente dal 2007, con l'avvertimento russo contro l'espansione della NATO verso est. Il giornale, che riflette le parole di L'Eliseo, sfrutta la disperata situazione umanitaria in Ucraina per chiedere il ritiro russo. Per il L'Eliseo, tutte le dichiarazioni russe sono bugie e Vladimir Putin sembra iniziare a sentire il colpo perché non parla più di "denazificazione" dell'Ucraina o di deposizione di Zelensky.
Ciò che è all'ordine del giorno è quale versione della realtà di questa guerra dovrebbe prevalere. Non sappiamo ancora se ci sarà un venditore netto, come quello degli Alleati contro l'Asse. Come è noto, la versione buona è quella dei vincitori. La demonizzazione dell'altro russo finora ha avuto molto successo e sembra molto difficile da invertire, soprattutto perché quelli che stanno morendo non sono i soliti arabi, asiatici o africani, ma europei bianchi, come ha notato l'opinione pubblica americana nonostante la sua notoria ignoranza della geografia.
Soffre dell'assenza di autocritica europea nel senso di non riflettere ancora, almeno per il grande pubblico, sulle conseguenze di un'esclusione frettolosa di un Paese dell'importanza della Russia, a prescindere dal giudizio morale delle sue azioni . Tutto accade come se si tornasse alla tradizionale visione europea degli slavi abbrutiti la cui nobiltà, come ben narrata da Tolstoj, si comunicava attraverso la civilizzata lingua francese.
Siamo ben lontani da ogni tipo di riconoscimento delle diverse concezioni civilizzatrici come se ci fosse di fatto una credenza nella fine della storia e nella vittoria definitiva del cosiddetto assetto democratico dei paesi occidentali, che può essere ridiscussa contemporaneamente in vista del movimento inclusivo di milioni di persone verso il sistema di assistenza ai bisogni di base nel contesto dell'economia concreta della Cina in contrasto con la crescente esclusione di ampie fasce di popolazione nell'economia fiat occidentale; il sistema occidentale, pur essendo una democrazia formale, cessa di essere una repubblica con il declino del welfare state.
Alla fine, come già sottolineato da molti, sembra essere proprio questo “passaggio di testimone”, le cui conseguenze definiranno il secolo, ad essere in gioco. Occorre anche riconoscere la ripetizione e il definitivo seppellimento di ogni pretesa di “progresso” civilizzatrice sulla falsariga dell'Illuminismo.
* Vetrate Lorenzo Professore di Linguistica presso la Facoltà di Lettere dell'UFMG.