da CARLO DE NICOLA*
Poiché la sinistra brasiliana ha una difficoltà strutturale nel dare voce a possibili soluzioni, i “sintomi morbosi” si incarnano in personaggi e mettono in discussione l’immaginazione popolare in modo regressivo.
Questo articolo si propone di fare un confronto tra il libro Fascismo di Evguiéni B. Pachukanis (Boitempo), e il fenomeno elettorale delle elezioni municipali di San Paolo del 2024 chiamato Pablo Marçal.
Il confronto è asimmetrico, poiché da un lato esiste il canone marxista per l’analisi del fascismo, che sono i testi di Evguiéni Pashukanis, il più giovane dei quali ha quasi un secolo, pubblicato nel 1933. Dall’altro lato, Esiste un fenomeno di massa dell'estrema destra che, se non canonico, è recentemente riuscito a essere canonizzato da migliaia di persone sulle reti e alle urne.
Negli anni '1920 e '1930, mentre scriveva il suo materiale, Evguiéni Pashukanis fece un'analisi secondo cui la Germania era diversa dall'Italia del primo dopoguerra perché la borghesia tedesca si era mossa per salvare le proprie istituzioni statali, mentre gli italiani concentravano il potere politico in il partito fascista. Nel caso del Brasile contemporaneo, nonostante non ci sia una guerra recente, le istituzioni sono allo sfascio, per parafrasare l'editoriale del giornale Lo Stato di San Paolo alla vigilia del colpo di stato militare del marzo 1964.
Una delle chiavi di lettura del fenomeno Pablo Marçal è: la democrazia brasiliana è in crisi, e alcuni dei suoi sintomi morbosi sono personaggi di estrema destra, che indossano abiti “antisistema”, nonostante il loro programma consista nell’approfondimento del capitalismo radicale. neoliberista che ha governato la nazione negli ultimi decenni.
L'autore sottolinea che la forza trainante dei fascisti era il "motto comunitario", il quale, a suo avviso, nascendo in una lotta per un collettivo ispirato da un idilliaco passato comunitario, elimina la possibilità della lotta di classe, cercando di amalgamare le tutto ciò che è sociale da uno standard che prevenga spaccature, divisioni e conflitti all’interno della socialità capitalista.
D’altro canto, i “motti di Marçal”, se così possiamo chiamarli, consistono nell’incoraggiare l’imprenditorialità sfrenata, poiché “lo Stato ostacola lo sviluppo”, oltre ad essere “contro tutto e tutti” in quello che dice rispetto al patto minimo di civiltà che coinvolge, ad esempio, la lotta delle donne nel 1929° secolo. Si tratta, in un certo senso, come per i fascisti, di un tentativo di ritorno a un passato fantasticato come futuro possibile, poiché la “società senza regole” e il diritto di “discriminare liberamente chiunque” riflettono una fase della storia che è ancora immaturo in termini di discussione sui diritti umani, o anche in termini di lezioni apprese dalle élite globali alla luce della crisi della Borsa di New York del XNUMX.
Nell'ambito del fascismo, secondo il teorico sovietico, il capitalismo sostituisce il vecchio sistema dei partiti politici con organizzazioni terroristiche del capitale, paramilitari e militari. In Brasile ci sono milizie sparse sul territorio, che in linea di principio non sono istituzioni politiche, ma sono coinvolte in interessi acquisiti. La maggior parte di loro sono di destra e di estrema destra, che impongono un “nuovo ordine” nei territori, ma non dal punto di vista dell’organizzazione comunitaria dal basso. Ma con la forza del denaro, delle armi e degli interessi nel perpetuare le dinamiche della violenza a solo beneficio della leadership imposta.
Secondo Evguiéni Pashukanis, nel criticare il parlamentarismo e la Costituzione di Weimar, nella prima metà del XX secolo, in Germania, i sostenitori di Hitler usarono il paragone di due momenti: il vecchio regime in Germania sotto la monarchia di Guglielmo II, quando si lavorava e salario, e quel momento, della “Repubblica della disoccupazione”, della povertà, dell’umiliazione nazionale, del predominio del capitale straniero. Pertanto la conclusione di questi sostenitori del futuro dittatore fu: “Abbasso gli strozzini stranieri, abbasso i marxisti, abbasso i banditi rossi, abbasso la Repubblica di Weimar”.
A questo proposito, è interessante osservare la difficoltà della democrazia brasiliana a consolidarsi nonostante l’amnistia, la Costituzione del 1988 e la relativa longevità del suo regime elettorale democratico formale. Una parte del popolo brasiliano sostiene la rottura perché non vede i propri desideri espressi nella democrazia. Con l’avanzamento della cultura dell’“autoimprenditorialità”, la rottura dei legami sociali (e comunitari) minimi, le reti di aiuto collettivo, l’imposizione del tempo del capitale, il popolo brasiliano si ritrova alla mercé di strutture che non sembrano più appropriato per te.
Poiché la sinistra brasiliana ha una difficoltà strutturale nel dare voce a possibili soluzioni e nel creare una disputa sociale sulle prospettive future, i “sintomi morbosi” si incarnano in personaggi e mettono in discussione l’immaginazione popolare in modo regressivo. “Non andrà peggio di quello che è”, secondo il parlamentare-pagliaccio Tiririca nelle passate elezioni. Ma sì, puoi restare. Pablo Marçal ne è la prova.
Ritornando al giurista sovietico, “il fascismo è una sovrastruttura politica del capitalismo decadente e, pertanto, non ha prospettiva e deve, involontariamente, quando cerca di offrire una certa coesione teorica, rivolgersi al passato, idealizzandolo e distorcendolo”. In questo caso è possibile stabilire un’analogia diretta con il culto della dittatura militare di Jair Bolsonaro e dei suoi scagnozzi.
Nei suoi discorsi c'è un astratto elogio della legge e dell'ordine, che parte dal sentimento di insoddisfazione delle classi popolari nei confronti del capitalismo brasiliano, ma che rimanda alla sua fase peggiore, che fu il regime del 1964-1985. In questo aspetto vale la pena ricordare Antonio Gramsci, un rivoluzionario italiano, che parlò dell'importanza dell'intellettuale organico all'interno della lotta di classe. Indicare alla comunità un’altra possibile strada per la trasformazione radicale della realtà, oltre il menu dell’estrema destra brasiliana, è nostro compito fondamentale.
Evguiéni Pashukanis afferma quanto segue: “tutto il rumore che molti fascisti fanno contro il sistema parlamentare è chiaramente destinato a catturare demagogicamente quegli strati che già cominciano a riconoscere l’essenza bugiarda e ripugnante della democrazia borghese, ma non sono ancora arrivati a credere nella necessità generale di rovesciare il potere del capitale”.
Pablo Marçal dà voce al discorso confuso di una parte rilevante della società brasiliana contro lo stato di cose stabilito. Ma le soluzioni che propone, se concretizzate, peggioreranno questo stato di cose. “Libertà di discriminare” e “CNPJ per tutti” sono in realtà bandiere dell’anarchia capitalista totale, della guerra generale del più forte contro il più debole, e non un discorso anticapitalista. Il nostro problema come sinistra è: come lo spieghiamo alla gente?
Per quanto riguarda il contrasto tra anziani e giovani in politica, Evguiéni Pashukanis, a suo tempo, sottolineava quanto segue: l’attività dei vecchi partiti parlamentari borghesi è messa in pratica dalla vecchia generazione. Nel frattempo, organizzazioni militari e paramilitari, unite dalla disciplina militare, mobilitarono la gioventù borghese e piccolo-borghese. Si organizzarono e usarono la borghesia come truppe d’élite contro il proletariato. Gli spiriti si formarono nella compagnia e nella disciplina, nell'addestramento al combattimento e nella preparazione a scatenare la violenza.
Oggi in Brasile, oltre alle milizie territoriali, ci sono milizie digitali, e Pablo Marçal comanda addirittura un impero della riproduzione di contenuti, parte del quale può essere attribuito al suo eccezionale risultato elettorale al primo turno delle elezioni municipali di San Paolo. C’è “ideologia” in questi “attivisti virtuali” o “farebbero qualsiasi cosa per soldi”? Cosa spinge i giovani ad aderire a questo progetto, anche se pagati? Dove manchiamo come educatori militanti, a favore di persone critiche, consapevoli dei dilemmi del capitalismo brasiliano e disposti a fare qualsiasi cosa per affrontarli?
Infine, Evguiéni Pashukanis, in uno dei testi contenuti nella raccolta, descrive le manovre burocratiche del 1918° Congresso tedesco dei deputati degli operai e dei soldati del XNUMX, una sorta di forum collettivo che riuniva le classi popolari della Germania dell'epoca. Tra queste manovre, provenienti anche da quello che potremmo definire il “centrosinistra”, c'erano false accuse di “corruzione nei soviet”. I Soviet erano questi spazi deliberativi popolari, la forma politica che il collettivo in Germania (e Russia) trovò per dare uno sbocco organizzato ai propri desideri.
Nel Brasile del 2024, c’è un’immensa sfiducia tra la popolazione nei confronti dei movimenti sociali, forgiati giorno dopo giorno nei media e promossi dall’estrema destra come una delle sue più grandi risorse. Questa sfiducia, infatti, rende l’elezione di candidati di sinistra a posizioni importanti nelle grandi città una difficoltà letteralmente “storica”.
Ciò che il pensatore sovietico ci rivela è che, nonostante le immense difficoltà di vivere e lottare per il socialismo sotto il segno del fascismo, è sempre possibile reagire e vincere.
*Carlos De Nicola è un membro del movimento socio-ambientale.
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