Forze Armate – Degrado e Redenzione

Immagine: Alexey Demidov
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da GENERE TARSUS*

Ciò che rimane, attualmente, per le forze armate brasiliane, è affondare nel golpe bolsonarista o adeguarsi al progetto democratico della Carta del 1988

Il degrado senza precedenti del prestigio delle Forze Armate in Brasile avviene proprio dal momento in cui il presunto rappresentante di una parte delle caserme – dell'estrema destra militare presente anche come rappresentanza parlamentare – sale al potere attraverso le elezioni. Inutile dire che questo evento non è al di fuori della curva ascendente delle ideologie di estrema destra – fascisti e nazisti – in tutto il pianeta, con particolare evidenza nel continente europeo. I bolsonaro sciamano sul palcoscenico dell'eredità illuminista.

Lì, nella culla originaria della Rivoluzione francese, la socialdemocrazia puntò le sue batterie contro l'era medievale e stabilì anche – nell'immaginario civilizzante europeo – lo Stato di diritto che garantiva formalmente i diritti umani e la democrazia politica più organizzata dell'era moderna. Ma lì, nel continente della Rivoluzione, prospera anche l'estrema destra razzista, misogina, nazionalista e conservatrice, in tutti i suoi pori, corteggiata da imprenditori di tutto il mondo, per mobilitarsi contro lo Stato Sociale, a difesa dell'imprenditoria di “sé”. stessi”.

Il processo democratico europeo si è svolto sotto l'impulso della Rivoluzione francese in paesi che hanno mantenuto – anche dopo la seconda guerra mondiale – i loro domini coloniali e che hanno aggiunto le risorse di questo sistema di sfruttamento “civilizzante” alla loro “cassa” e alle risorse dello Stato contanti. La costruzione di meraviglie architettoniche, di infrastrutture pubbliche moderne e complete, di ampie politiche di coesione nazionale, anche di carattere socialdemocratico, ha questa traccia dell'eredità coloniale e neocoloniale.

Il prestigio delle Forze Armate nella maggior parte di questi Paesi ha la sua memoria ancorata nella ricostruzione postbellica e nella sua convivenza con la democrazia politica, possibile solo con la sconfitta del nazismo. La rapida ripresa del dopoguerra, dopo la vittoria contro la Germania nazista, fu garantita dalla potenza militare ed economica degli USA e dell'Inghilterra, sommata alla potenza dell'Armata Rossa. I loro 27 milioni di morti in URSS colorarono di eroismo e sacrificio patriottico la difesa della Nazione, tema caro anche alla tradizione della Rivoluzione Francese.

Senza l'Unione Sovietica e la disposizione delle democrazie occidentali, Bolsonaros di ogni genere avrebbero assunto il potere nel mondo a partire dagli anni 50. Il prestigio delle nostre Forze Armate, nel senso comune dei brasiliani, si è però stabilito in modo diverso, come avvenne sia per la parziale accettazione della FFAA, del complesso processo democratico instauratosi dopo l'Antica Repubblica, sia per la difesa della formazione del nostro moderno Stato nazionale. A questi due elementi si aggiunse l'intervento politico, civile-militare, per “difendere il Paese dal comunismo”, argomento che la maggioranza della popolazione civile accettò dopo il golpe del 1964.

Evidentemente si è trattato di un inganno del Dipartimento di Stato USA, che ha propagato sulla scena mondiale la presunta verità del “pericolo rosso”, al fine di prevenire minacce al dominio imperiale in Sudamerica. Gli USA consideravano l'America Latina, per mitico destino, un territorio da “proteggere” dai nordamericani, per il loro godimento economico, previsto nella dottrina del presidente James Monroe (1823), adottata da tutti i presidenti americani come dottrina di Stato.

Il quadro globale ha cambiato le pratiche di dominio dei grandi paesi capitalisti, poiché oggi tutti sono soggetti all'internazionalismo pragmatico del capitale finanziario, che ne ha alterato i concetti – prima uniformi – di pericolo esterno. I cambiamenti alterarono la natura dei conflitti e le azioni “patriottiche” dei paesi del capitalismo maturo, cominciarono ad essere dettate dagli indirizzi diffusi – delle vie del mercato mondiale – il cui oggetto non era più la difesa della sovranità interna o la lotta contro l'avanzata del "comunismo".

In questa nuova fase, il tema dell'affermazione nazionale diventa la distruzione dei “nemici esterni”, interni allo stesso capitalismo, per appianare le differenze tra gli azionisti degli oligopoli globali, al tempo della convivenza internazionale nel mondo “post-comunista”, la cui espressione sopravvissuta non è meno pragmatica della verve del capitalismo universale, il cui polo moderatore è la Cina popolare. Ma cerca anche i mercati, non la sovversione rivoluzionaria del passato.

Il Brasile era considerato un'importante “pedina” nello scacchiere geopolitico del Sud del continente ai tempi della Guerra Fredda, quando le indicibili violenze commesse dal regime militare, nei sotterranei dell'eccezione, sarebbero state un sacrificio della precarietà dello Stato di diritto, destinato a “garantire la pace sociale contro il comunismo”. Questa missione e la missione di difesa del territorio nazionale custodivano allora, all'epoca, un patrimonio politico eretto, da un lato, dall'importanza delle Forze Armate nella formazione del nostro Moderno Stato Nazionale e, dall'altro, dal loro responsabilità con la difesa della nostra integrità territoriale, stabilita dalla Costituzione. L'ideologia giustificante – al tempo della Guerra Fredda – era cementata nel viscerale anticomunismo della maggior parte dei suoi alti quadri.

La difesa del Paese, della sua integrità territoriale, comporta altre condizioni tecnologiche, culturali, comunicative ed educative – ambientali e informative – che vanno ben oltre la difesa militare del territorio dello Stato, con truppe e materiale bellico, come avvenne nel secolo scorso . L'”aggressione comunista”, in un mondo integrato dal mercato e dal sistema finanziario privato, è un bluff settario dell'estrema destra. Con ciò, intende complici l'establishment militare con un presidente perverso (come politico) e un fallimento (come militare) oltre ad essere profondamente ignaro delle sue funzioni di Stato.

Ogni Presidente eletto in una democrazia ha l'obbligo di dialogare con i vertici militari che sceglie per formare, all'interno della Costituzione, un nuovo patto di principi, volto a colmare il vuoto che si è formato intorno all'esistenza stessa delle Forze Armate, in un mondo dove la Guerra Fredda non polarizza più il mondo, come prima, e in cui la difesa del territorio e della sovranità nazionale è già lontana miglia dall'anticomunismo storico, che minaccia solo il sonno dei dinosauri della lontana era del mondo bipartito.

Ciò che rimane, attualmente, per le Forze Armate brasiliane, è affondare nel golpe bolsonarista, che sarà di breve e violenta durata, o adeguarsi al progetto democratico della Carta del 1988, uscendo dallo scivolo dell'anticomunismo nevrotico senza comunismo in vista. E in partenza, come recita la Legge Maggiore, sostenere il Paese nel mondo della cooperazione con la sovranità e tutelare il popolo, tutelare la democrazia e la Repubblica. Come detta la legge.

* Tarso in legge è stato governatore dello stato del Rio Grande do Sul, sindaco di Porto Alegre, Ministro della Giustizia, Ministro dell'Istruzione e Ministro delle Relazioni Istituzionali in Brasile. Autore, tra gli altri libri, di possibile utopia (arti e mestieri).

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