Frammenti IX

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Di Airton Paschoa*

sei brevi pezzi

Come parlare al fascista

Come garanzia di un trattamento civile, senza il quale il dialogo non sarebbe stato possibile, è essenziale mostrare una mente aperta. Mani e piedi legati sotto il tavolo, infilate la testa, se necessario, nell'apertura al centro di esso, prevista a tale scopo, e sistemate il laccio emostatico sul lato, sospendendolo per i capelli, se non per le orecchie, se non li hanno. , al punto da immobilizzargli il collo, sperando di mettere a tacere il gergo gogó che gira. Una buona, vistosa e verticale accetta, spaccando a metà la zucca, gli permette di udirla in condizioni controllate. In nessun caso è consigliabile, come le scimmie viventi, amare il nocciolo molle, il cui aspetto di fungo velenoso non deve ingannare. Butta via tutto e passa a quello successivo.

BP

Sul biglietto di cartone inchiodato con un chiodo spesso e profondo al petto del samango, si leggeva tra impronte di terra e sangue calpestato a mo' di punteggiatura: "MEGANHAS QUE ARREPIAM ARREGANHAMOS BP" Brigata Popolare penso di tradurre l'acronimo - con due bic traforature che rifiniscono i tempi delle maglie. La trascrizione non riproduce le lettere maiuscole strappate, forse traballanti. Il corpo appeso allo stendibiancheria improvvisato non tremava più, come ad alludere all'impossibilità di lavare in casa le divise sporche. Pensieri agitati, perdonatemi, di uno che tremava sul posto, dalla testa che girava ai piedi e alle gambe senza fettine, incapace di inginocchiarsi, posseduto da quella strana emozione, quasi estetica, che si prova di fronte a una rapina ben eseguita, senza vittima. Una sensazione simile, non so, so solo che tremavo, chissà se era per il vento o per l'avvento.

cecchino

Spara e cadi. Un casco integrale vola più lontano di una moto in fuga. Senza testa, la bambola schiva il palo e si schianta contro il muro. Proprio nel centro del bersaglio! Delizia ancora maggiore quando si dimena, elettrizzato, prima di allungare gli stinchi. Scuola perché? Gustoso è farli scoppiare robusti. O tempio. Mandali all'inferno... a pregare?! Non hai imparato niente da Amleto, il vacillante? Aspettare che se ne vadano è il comandamento e, mentre respirano profondamente l'inebriante etere della superba domenica mattina, ringraziano in petto al miracolo di esistere, riempiendo di pallettoni i loro polmoni di pavone, aprendo lo sciroppo rosso e la gelatina degli occhietti. No, non c'è azione più sostenibile che far saltare in aria le cervella. Ecco cosa ci distingue dal pollo tiratore. Appoggia il mento sulla bocca del barile, in attesa dell'ardente dichiarazione, e attacca con stupide mani le parti inferiori, interne, i due fori intorno, le dita che perfezionano, disegnandole, contornandolo, G — il punto, G del godimento & gattino.

Arrivo

Almeno aveva qualcosa da fare. Il numero 1 risplendeva faccia a faccia sullo sfondo trasparente del siero. Doveva essere la presentatrice del circo. Era come aprire le tende e trovarla, strofinarsi le zampe con gioia, come se annunciasse il più grande spettacolo dal vivo sulla Terra. Sono apparsi di notte, penso che abbiano volato, che è quando mi sono svegliato. O quando pensavo di essermi svegliato e loro volavano. Il numero 2 era più pieno di suspense. Imitando lo sfondo del sangue, ha lasciato intravedere un'antenna distratta, un filo di essa che salutava i fan. L'artista era lì, il pubblico lo sentiva, respirando affannosamente. Ovvero, quando non ha salutato l'ingresso, per variare il numero, carriera inaspettata e circolare, rientrando nel backstage, sfoggiando una gambetta, se non il sedere ricurvo, da bravo ballerino di cancan. Semplicemente non mi piaceva quando apparivano il numero 3 o il numero 4, il che interrompeva l'inizio. Per fortuna succedeva solo dopo, come il pubblico che invadeva la pista al traguardo. Non all'inizio. All'inizio, il numero 1 avrebbe fatto il suo giro di presentazione inaugurale e avrebbe aspettato che il numero 2 apparisse con grazia, scendesse il filo e finalmente debuttasse in uno splendore disgustoso, dall'interno della borsa come se uscisse e lasciasse cadere il rivolo di sangue sulla sua scia.

Non sapevo quanto tempo ci fosse voluto, tante marce e contromarce, e perché non confessare a questo punto? uno o due pisolini, ma ero sicuro che sarebbero venuti. Lì è stato divertente; anche se non li vedevo, li sentivo, gli atleti che si dimenavano per non annegare nel suo petto peloso. E prima di raggiungere il bordo del letto, esausto ma salvo, gli fece sorridere, pensieroso, intubato com'era, il solletico involontario del nuoto disperato. Ora era il momento di aspettare e scommettere su un'altra corsa.

Metamorfosi

Tra un secolo o due, quando l'uomo sarà cancellato dalla faccia della terra e gli scarafaggi batteranno le mani per la gioia, il Libro rimarrà. Tra un secolo o due, quando avranno decifrato le tracce nere lasciate su muri così sottili, esulteranno con la bella meta del mondo antico, la grande Madre originaria che esce dal guscio umano. La critica attenta loderà poi il rapsodo parabolico, che, con le orecchie a punta di una K, aveva già intuito l'emergere delle parabole del Giudizio Finale.

bruciatura totale

Quando la Terra non sarà altro che un cimitero lunare che ruota dallo spazio, non mancheranno le lapidi (ordini accettati) per tutti i gusti. Un libro, un quadro, un'auto, una tomba, un violino, un viadotto, a shopping… Niente come la libera scelta! Mancheranno lettori, intenditori, artisti, ingegneri, becchini, consumatori, insomma, ma non bisogna, oltre all'etichetta, rimpiangere la vendita di stock. Un'umanità all'80%. MENO vive in liquidazione.

*Airton Paschoa è uno scrittore, autore, tra gli altri libri, di la vita dei pinguini (Nanchino, 2014).

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