da AIRTON PASCHOA*
sette brevi brani
Toccare
Tutto sembra uguale e cambiato. Più o meno come sempre accade, ed è successo quando le campane hanno taciuto. Tutto sembrava uguale ma cambiato. Una rifrazione di pelle, di onde d'aria, di capelli. Come il telefono che non squilla più, o che non squilla da così tanto che ha smesso di squillare. Quando ricordo di sfuggita, non il tocco, vorrei! che suonava, io rispondevo d'impulso, bramando l'attesa, il caso, ciò che era pronto. Anche muto, anche morto.
ragazza del mattino
Perché porta promessa senza riposo? Perché parto di notte? Perché eterno ricordo della creazione? Perché infanteque parla la lingua degli uccelli? Perché cresce e non invecchia? Perché si accende e si riscalda? Perché chiamare? Perché abbiamo bisogno, disperatamente bisogno, disperatamente bisogno di aprire il sipario e rivelare anche solo uno spiraglio di luce in fondo alla tomba? O perché porta, la mattina, la fede fanciullesca di un giorno, chissà domani, per farsi finalmente notare?
rasoio
Questa mattina pigra che ti invita a fare una passeggiata senza convinzione — Questa mattina che si ringiovanisce un milione di mattine fa — Questa mattina una ragazza e a cui non prestiamo attenzione — il corpo che ha fretta — Questa mattina vanitosa e pigra mattina — Questa mattina che ci si spoglia e non chiede altro che la nostra epidermide — la superficie della pelle — Questa mattina — il rasoio
azzurro vanitoso
Penso agli uomini, così piccoli, sotto l'abisso blu. Evitano di spiarlo troppo, per paura di mancare, chissà, con un tale ordine di grandezza. Si abbassano e toccano, disobbedienti, obbedienti, collo e stanchezza. Oh mio blu, blu principale, blu cielo, blu sereno, blu cerrado, non sappiamo nemmeno cosa chiedere o perdonare di nuovo. Ci abbassiamo e giochiamo, senza la testa, con la pancia. Sempre più sepolto, sempre meno toccato.
crocifisso
Singhiozzando, abbracciando il collo del povero cavallo con un massetto e un fendente coperto, a immagine e somiglianza di qualsiasi cristo tormentato, sussurrandogli, dio sa quale parola, preghiere confuse ai piedi di orecchie e sguardi perplessi, Nietzsche non fece che cosa, di fronte alle creature sofferenti, alle creature sofferenti, ci ferma il decoro dei pantaloni, che di fatto servono solo a coprire la vergogna? Sono mondi di colli e mondi di cavalli. Le lacrime sarebbero finite in un diluvio e tutto sarebbe ricominciato nella valle strabiliante, con la frusta, la carrozza, il cocchiere e l'odore, l'uno che tirava l'altro.
onde
il rumore delle strade
ai piedi del guscio di schiuma
di bollicine e foglie cagliate
nuove note notizie
fittizio fittizio
del commercio stanco
la nuova fucina del tempo
e sempre e mai
uscire - un segno di fortuna?
dalla fatidica officina
ti prego
palloncino caldo
mattina d'autunno
insegnami
passare così
sopra
di me
sotto
da sotto
continuo
mondo sordo
*Airton Paschoa è uno scrittore, autore, tra gli altri libri, di la vita dei pinguini (Nanchino, 2014)