frammenti XV

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da AIRTON PASCHOA*

cinque brevi pezzi

Pioggerella

È bello ricordarti, ricordarti anche sbrogliandoti, diluendoti in corde, alle quali cerco di aggrapparmi, pretendendo di scendere sempre più in profondità, lasciandomi appena cogliere nel gesto, nella risata, nello sguardo basso d'archi neri, salendo, sai dio a quale cielo dimenticato da dove ogni tanto cadi miracolosamente come la pioggerellina spenta della città e poi mi trovo legato, coperto, coperto, e cado a letto congestionato, quando con la forza della febbre faccio mille affermazioni che tu non capisci, nemmeno io, e ridiamo, voglio dire, tu ridi, sto morendo di tosse tra le tue braccia, io espettoro, io stertore, tutto storto, così incollato al tuo grembo, il cuore in gola che batte, anch'io ho paura, ma apro la porta e busso agli stivali, con il vento in scatola e la visione.

 

grondaia

A Webern

Ho pensato di dire che eri tu che passavi, poi ci ho ripensato e ho pensato che fossi io che passavo, poi ho pensato ancora meglio e ho visto che eravamo noi che passavamo. È. Ho pensato di dire che ero io davanti, poi ci ho ripensato e ho pensato che fossi tu ad andare avanti, poi ci ho pensato ancora meglio e ho visto che eravamo noi vicini. È. Ho pensato di dire che eri tu che giravi la testa, poi ci ho ripensato e ho pensato che fossi io a girare la testa, poi ho pensato ancora meglio e ho visto che eravamo noi con la testa girata. È. Ho pensato di dire che io, che tu, che noi, e qualcuno è passato o l'ombra di qualcuno o l'avanzo di qualcuno e io taccio, o mi è servito. Essere, ho pensato.

 

ridurre

la carne fresca
la pelle d'oca
i pori in fiore
pollo
brivido
nervi allo sbando

giù per lo scarico del mondo
scomparendo andare
pisato
ripetuto
attuali e ricorrenti
trascinato
trascinato

un quasi urlo acuto
quasi un infarto
un quasi-te

 

zaino

Triste, triste, adulta, ti vedo stringere il lenzuolo, e se fosse davvero adulterio, solo per vederti tenere il broncio, se non fosse amore, la cosa triste, solo per vederti dimenare gli occhi, chocho, chocho, all'improvviso crescendo nello stupore tra braccia e colpi, negando come un grembo, tu che mi salti sulla schiena, era il mio zaino, e non potevo alzarmi, dovevo passare l'intera giornata a letto, stupido piccolo brabinho, uno zaino da solo non non fare l'estate, girando su se stessa, scivolando, dondolando la ragazza, cullandomi, mio ​​dio, dove stai andando, la ragazza che non dovrebbe più essere una ragazza, signora? Non ti immagino se non zaino in spalla, su tante piste, nel solito viaggio verso l'infanzia, perché non sei mai cresciuto, lo zaino in spalla non cresce, cresce? gli uomini sono miseramente cresciuti, e tu non dovevi farlo, abbandonati, ma abbandonali, zaino in spalla, sei cresciuto? che la mia incredulità non è nemmeno cresciuta? ora che sono con uno, trattenendo la voglia di ridere, senza un posto dove andare, ma andando, andando, dio solo sa dove, con l'infantile, assurda speranza di imbatterti in un improbabile parco giochi, gli occhi che improvvisamente si spalancano lo stupore tra braccia e bracciate e mettiti sulla mia schiena, Zaino, e vai là fuori come volevi, non attraverso la finestra.

 

Poesia solo per Manuel Bandeira

A Rita Kehl, che ha corretto il poemetto

Piove. Piove una pioggia sottile e senza fine. Non penso alle donne che ho amato, io che ho smesso di fumare, né alle donne che mi hanno amato, io che ho smesso di fumare. Penso umilmente all'antica, ancestrale sensazione che le cascate lavino un po' i peccati del mondo. Ma la pioggia, sottile e infinita, forse vuole solo ricordarti che non ha mai fatto altro che correre.

*Airton Paschoa è uno scrittore, autore, tra gli altri libri, di vedi navi (Nanchino, 2007).

 

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