da AIRTON PASCHOA*
sei brevi pezzi
Tagliare l'erba
Ci sono cose che ci danno sensazioni di pace così, così implacabili, suvvia, che a malapena soffochiamo la voglia di sbagliare urlando. Ad esempio, falciare il prato. E non serve avere un albero, un parco vicino, non serve nemmeno avere un prato vasto o vistoso. La striscia che coltivo è abbastanza stretta. Anzi, ti incoraggio addirittura a fare sempre più attenzione, tagliando da vicino, in modo uniforme, la tripinha. Provatela, l'emozione è impagabile. Equivalente a tagliare il mento di una creatura morta, presumo. E se continua ancora a crescere… Taglia l’erba! Questo è ciò che potrò chiedere loro umilmente, quando un giorno passeranno al mio fianco.
Palestina
A Chris Hedges
Concepire, chi può, l’inconcepibile – generare figli per alimentare la corrente della morte, non la morte filosofica della finitezza umana, non la morte naturale inscritta in ogni carne, la morte prematura, la morte giovane, la morte adolescenziale, la morte di fanciulla, la morte infantile, immediata morte, morte prevista, morte considerata, perché non c'è altra risorsa per le persone intrappolate che vogliono sfuggire alla scomparsa, alla decimazione, se non quella di continuare a nascere per continuare a vivere-morire-morire-vivere. Come vive una madre del genere? Come si sopravvive alla richiesta di dare alla luce corpi? Un utero vivo in un cuore morto, un cuore vivo in un utero morto, chi può saperlo? La morte in grembo, allattata, coccolata, cullata, servita. Pianto? Ci saranno ancora lacrime? Gli occhi asciutti sono insopportabili.
Crocifisso
Singhiozzando, abbracciando il collo del povero cavallo con borchie e borchie ricoperte, a immagine e somiglianza di un qualunque Cristo tormentato, sussurrandogli chissà quale verbo, preghiere confuse ai piedi di orecchie e sguardi perplessi, Nietzsche non fece quello , di fronte alle creazioni sofferenti, alle creature sofferenti, ci ferma il decoro dei pantaloni, che in realtà servono solo a coprire la vergogna? Mondo di colli e cavalli. Le lacrime finirebbero in un diluvio e tutto ricomincerebbe da capo nella valle strabiliante, con la frusta, la carrozza, il cocchiere e l'odore, l'uno che tira l'altro.
Divino e meraviglioso
Scrivo in modo storto lungo linee rette. Questa non è l'unica differenza con il Creatore, voglio credere. Né il più rilevante, affatto. Anch'io appaio molto poco e non vengo riconosciuto come Lui… La frase era fuorviante, ma fate pure. La mia pazienza non gode della fama di essere infinita. La differenza con il più grande Onnipotente riguarda l'altezza – meno di 1,80 metri. Non sono molto in basso, anche se ammetto che sono lontano dal raggiungerlo. Per quanto riguarda la differenza morale, sento che arriva col tempo, si accorcia nei confronti testa a testa e, se contassimo l'eternità davanti a noi, saremmo inevitabilmente accoppiati. Crescente cifra di indifferenza.
Aspirina
L'uomo inspira ed espira.
Tra un respiro e l'altro aspira.
Dio starnutisce.
Airton Paschoa
(1977-2017)
Il resto è un deficit della previdenza sociale.
Possa la Provvidenza,
Nella Sua infinita saggezza fiscale,
Aiuta i nostri governi austeri,
Richiesta immediata di recupero.
Amen.
*Airton Paschoa è uno scrittore. Autore, tra gli altri libri, di Polishing chinelo (e-galáxia) [https://amzn.to/4at8YgM]
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