Friedrich Engels - una biografia

Immagine: El Lissitzky
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da GIUSEPPE PAOLO NETTO*

Presentazione del classico libro di Gustav Mayer, recentemente pubblicato in Brasile

Il passaggio del bicentenario della nascita di Friedrich Engels, celebrato nel novembre 2020, è stato oggetto di vicende accademiche, culturali e politiche che, pur nel mezzo della pandemia che oggi rende infelice la vita di centinaia di milioni di persone – colpendo mortalmente soprattutto le popolazioni lavoratrici – effettuate nei centri di tutto il mondo civilizzato. Non è infondato ritenere che, tra gli omaggi che si renderanno quest'anno al più grande amico e compagno di Karl Marx, ci sarà l'arricchimento della bibliografia che lo riguarda.

In Brasile, questa edizione della pionieristica e rinomata biografia di Engels di Gustav Mayer (di seguito GM) riproduce il testo di quella che, nella sua prefazione del 1935, l'autore dichiarò essere “questa nuova biografia, che ho scritto per il mondo anglosassone ”. Il testo, poi noto come “edizione condensata” – costituisce un ottimo contributo a quell'arricchimento all'interno della documentazione esistente nella nostra lingua, nella quale, se non sbaglio, GM è rimasta inedita fino al lancio di questo libro.

Lancio, quindi, con cui Boitempo Editorial partecipa agli eventi legati al passaggio del bicentenario della nascita di Friedrich Engels e, allo stesso tempo, consente l'accesso diretto al pubblico luso-brasiliano (e di altri paesi della nostra comunità linguistica ) al notevole lavoro di GM – un intellettuale che è passato dal campo del giornalismo a quello della storia sociale, inscrivendosi teoricamente e politicamente nel quadro del pensiero socialdemocratico.

1.

È necessario, proprio in apertura di questa brevissima presentazione, fare due osservazioni in relazione a quanto affermato nel paragrafo precedente. La prima riguarda il carattere pionieristico dell'opera di GM, frutto dell'enorme ricerca da lui svolta tra il 1913 circa e l'inizio degli anni Trenta, carattere sottolineato da tutti gli specialisti di F. Engels. Infatti, fino alla fine del secondo decennio del XX secolo, quando GM concluse il primo volume della sua biografia di Engels, non si conosceva nessuno studio sistematico della vita e dell'opera dell'autore dell'Engels. Anti-Duhring: solo testimonianze e sintesi informative diffuse dalla stampa legata al movimento socialista, oltre a evocazioni sparse contenute nelle memorie di personaggi che si sono occupati di Engels (peraltro, lo scenario in cui F. Mehring ha lavorato per pubblicare il suo anche ampio e biografia pionieristica di Karl Marx). E questo stato di cose non è cambiato quasi fino a quando GM non ha concluso il suo secondo volume.

Per qualificare la biografia di Engels di Mayer come opera consacrata è pertinente la seguente osservazione: dal momento in cui è stata resa pubblica, l'opera di GM è stata oggetto di una calorosa accoglienza tra accademici e studiosi collocati negli spazi più diversi della scena teorica e politica spettro - ricezione che ha superato la prova del tempo. Soffermiamoci brevemente su questo aspetto, che merita sicuramente un'attenzione meno epidermica di quella qui dedicata.

Nel 1935, Hans Speier, in quella che fu forse la prima recensione di una figura accademica, predisse che il libro di GM avrebbe contribuito a una migliore comprensione della Germania, così come delle origini del socialismo. Permettetemi di aggiungere che il libro è anche un monumento letterario all'amicizia unica tra Engels e Marx.

Una quindicina d'anni dopo, Maximilien Rubel, divenuto ben presto un rispettato marxologo, scriveva, riferendosi espressamente alla biografia di Engels preparata da GM:

Nello stesso momento in cui Marx aveva trovato in Mehring il suo primo grande biografo, Engels lo avrebbe trovato nella persona di Gustav Mayer, notevole ricercatore e storico, che seppe usare con giudizio le ricchezze degli archivi Marx-Engels conservati dal tedesco Partito socialdemocratico.

Nella seconda metà degli anni Settanta, il prestigioso accademico inglese G. Stedman Jones non esitò a formulare un giudizio francamente lusinghiero sul libro di GM: “Engels è stato oggetto di una delle migliori biografie erudite del XX secolo, quella di Gustav Mayer , frutto di una ricerca durata più di trent'anni e di una conoscenza della storia operaia tedesca e socialista dell'Ottocento che non ha eguali”.

Più o meno nello stesso periodo in cui Jones si esprimeva in questo modo, quello che molti considerano uno dei più grandi storici marxisti del XX secolo, Eric J. Hobsbawm, lamentava che, a causa dell'ascesa al potere di Hitler, “la monumentale biografia di Engels scritta di Gustav Mayer, opera caratterizzata da una straordinaria erudizione, dovette essere pubblicata nel 1934 da una casa editrice olandese in esilio, rimanendo pressoché sconosciuta ai giovani marxisti della Germania Ovest del dopoguerra fino agli [19]70”.

Si vede, dalla voce di questo piccolo – ma scelto per la sua alta qualificazione quasi unanimemente riconosciuta – campione intellettuale, che il lavoro di GM su Engels è stato oggetto, nel corso dei decenni, di un'accoglienza molto generosa e favorevole. Per inciso, per quanto riguarda in senso stretto e specifico gli ambienti marxisti, in cui si ribadisce il riferimento ad esso, solo un autore veramente importante lo ha apprezzato con notevoli riserve – David Riazanov – e lo ha fatto per ragioni che, a nostro avviso, sono non completamente sostenibile. Su questo punto dobbiamo fermarci in fretta.

David Riazanov (1870-1938) non si distingue all'interno della tradizione marxista solo per essere stato un profondo e competente studioso di Marx ed Engels, ma anche per la sua importanza come responsabile del primo grande progetto editoriale che ha riunito le opere di entrambi, conosciuto per MEGA, acronimo di Marx-Engels Gesamtausgabe [Le opere complete di Marx ed Engels]. Riazanov conosceva certamente solo il primo volume (1920) della biografia preparata da GM e probabilmente non aveva accesso ai titoli dell'autore usciti successivamente; ricordiamo che, nel gennaio 1931, iniziò il suo martirio politico: esonerato dalla direzione dell'Istituto Marx-Engels/IME, che aveva fondato dieci anni prima, fu arrestato e presto confinato a Saratov; nel 1937 fu nuovamente arrestato e, l'anno successivo, fucilato da sicari al servizio di Stalin.

Il giudizio di Riazanov sulla biografia di Engels di GM è espresso in una conferenza del 1921. Eccolo, molto brevemente: a proposito della vita del giovane biografato, Riazanov osserva che “va riconosciuto che Gustav Mayer ha dei meriti nello scoprire fatti importanti della vita da Engels al 1842”. Prendendosi cura dell'opera intellettuale di Engels durante la sua giovinezza, sottolinea l'esame di parti dil'ideologia tedesca, finora inedito; valuta questo esame come il punto più alto del libro, affermando che GM ha accostato elementi del testo marx-engelsiano con originalità – ma critica la mancanza di precise indicazioni documentarie dei brani analizzati da GM, il che segnala, a suo avviso, carenze scientifiche che , derivanti dalla pratica giornalistica, compromettono il lavoro dello storico.

E fa notare quella che gli sembra essere la ragione di fondo dei limiti che annota: GM “è uno scrittore borghese. Solo di recente è diventato un socialdemocratico o, più esattamente, un socialdemocratico nazionale e tedesco. A causa del suo background, non è in grado di comprendere che il marxismo è una dottrina filosofica e rivoluzionaria. Nella migliore delle ipotesi, vede Engels come un buon patriota tedesco.

Alcune delle riserve che Riazanov fa sulla biografia di Engels pubblicata nel 1920 possono anche essere ritenute valide, ma non si estendono all'opera nel suo insieme, compiuta nel secondo volume. E quella che sopra abbiamo chiamato la “ragione fondamentale” non è sostenibile – anche e anche perché la posizione socialdemocratica di GM era tutt'altro che recente: veniva dalla metà del primo decennio del secolo. Ci sembra che la parzialità politica del giudizio del comunista Riazanov riflettesse certamente da subito la congiuntura posta dalla sanguinosa repressione che segmenti della destra socialdemocratica (F. Ebert e G. Noske) comandarono contro la dirigenza spartachista, culminata nell'assassinio di Rosa Luxemburgo e Karl Liebknecht nel 1919 – evento che aprì una frattura allora incolmabile tra socialdemocratici e comunisti.

Considerando gli studi sulla natura dell'opera biografica e più di un secolo di approssimazioni biografiche a Marx ed Engels, si capisce che il fatto di non essere marxista (che è di per sé una classificazione controversa) non impedisce, in linea di principio, a uno studioso legato alla una prospettiva teorico-metodologica e ideologico-politica diversa da quella di Marx è in grado di offrire un approccio completo e valido alla sua vita e alla sua opera (ea quelle di Engels).

È reale la possibilità di un biografo non marxista, superando con imparzialità scientifica e ricchezza analitica i limiti della sua prospettiva teorico-metodologica, di cogliere fedelmente il senso particolare della vita e l'essenzialità dell'opera del suo biografo - purché ne sia portatore di consistente bagaglio culturale, operare con onestà intellettuale e dimostrare dedizione al lavoro, rigore investigativo e passione per il suo oggetto. GM ha raccolto questi requisiti e attributi e ha dimostrato, nella sua biografia di Engels, come questa possibilità si realizzi concretamente. Detto questo, diciamo qualcosa sul GM stesso.

2.

Gustav Mayer nasce, primogenito di una famiglia ebrea dedita ad attività commerciali, il 4 ottobre 1871, a Prenzlau, un piccolo paese nel nord della Germania. Terminati gli studi universitari, nel 1896 fu assunto presso il Francoforte Zeitung [giornale di francoforte], periodico credibile che circolò dal 1856 al 1943, occupandosi di questioni economiche e finanziarie. Come corrispondente estero per il giornale, GM ha lavorato in Francia, Olanda e Belgio, quando ha stabilito rapporti con importanti leader politici del movimento socialista riformista. Il suo matrimonio, nel 1905, con la figlia di una famiglia benestante, gli fornì le condizioni per, senza abbandonare del tutto il giornalismo, dedicare sempre più tempo a indagare sulla storia del movimento operaio tedesco – iniziò allora le sue ricerche (prima ad Heidelberg, poi a Berlino) che lo renderanno, negli anni, uno dei più accreditati conoscitori di questa storia.

Il primo risultato espressivo di queste ricerche fu pubblicato nel 1909: Johann Baptist von Schweitzer e la socialdemocrazia: un contributo alla storia del movimento operaio tedesco. Schweitzer (1833-1875) diresse per tre anni, tra il 1864 e il 1867, l'organo ufficiale – Der socialdemocratico [Il socialdemocratico] – dell'Associazione Generale dei Lavoratori Tedeschi, fondata nel 1863 da Ferdinand Lassalle (1825-1864); dopo la prematura scomparsa di Lassalle, assunse un ruolo importante nell'organizzazione che segnerà profondamente l'evoluzione del proletariato tedesco, in un complesso rapporto con la corrente marxista emersa successivamente.

In questo saggio politico-biografico del 1909 appare già l'oggetto centrale e la linea guida dell'opera dello storico di GM, che si svilupperà da allora in poi: la costituzione del movimento socialista tedesco, con particolare attenzione e simpatia di fronte alla situazione sociale tendenza democratica lassalian. E, negli anni precedenti la prima guerra mondiale, GM avanza nelle sue ricerche e tematizza, con astuzia ed erudizione, in un saggio del 1912, Gli inizi del radicalismo politico prussiano pre-marzo.

Nel 1914, reclutato dalle autorità militari, GM fu inviato in Belgio, dove prestò servizi amministrativi durante l'occupazione. Naturalmente la guerra interrompe le sue indagini, ma trova le condizioni per pubblicare un testo significativo – Il marxismo tedesco e la guerra. Con la fine delle operazioni belliche e in mezzo alla repressione dei tentativi rivoluzionari che hanno scosso il Paese, GM riprende le sue ricerche e cerca presto di entrare nella vita universitaria: presenta una tesi all'Università di Berlino per qualificarsi per un posto presso l'istituto; pur con l'appoggio di personalità di spicco, il suo ingresso fu impedito da un gruppo di professori reazionari, con a capo Dietrich Schäfer (1845-1929).

L'opposizione al suo nome era chiaramente di natura politica: le convinzioni teoriche e ideologiche socialdemocratiche di GM suscitarono forti sospetti nei segmenti tradizionalisti - nonostante il fatto che lui, identificandosi con i suoi settori moderati e non marxisti, non si fosse mai affiliato formalmente al Partito socialdemocratico. Solo alla fine del 1919 fu ammesso all'Università e solo nel 1922 divenne professore associato nella cattedra di Storia della Democrazia e del Socialismo; in seguito fu nominato membro della Commissione Storica degli Archivi dell'Impero, nella quale si oppose al predominio dei militari nella storiografia ufficiale.

All'inizio degli anni Venti, la sua reputazione di ricercatore altamente qualificato era già ampiamente riconosciuta, consolidata con la pubblicazione del primo volume della biografia di Engels. Non a caso, i creatori dell'Institut für Sozialforschung [Istituto per la ricerca sociale], fondato a Francoforte nel 1920-1922, base della poi famosa “Scuola di Francoforte”, quando dovettero cercare la sostituzione del loro primo defunto il direttore, Kurt Gerlach (1923-1866), contattò presto GM, che era il suo nome preferito. Ma GM non accettò la proposta fattagli da Félix Weil – e il successore di Gerlach risultò essere il marxista Carl Grünberg (1922-1861).

Gli anni '1920 furono proprio gli anni più produttivi e fruttuosi della vita intellettuale di GM: in quel periodo poté dedicarsi intensamente alla sua ricerca storica. Preparandosi a scrivere il secondo volume della biografia di Engels, GM esaminò una ricca documentazione, accedendo a fonti che fino ad allora sonnecchiavano negli archivi del Partito socialdemocratico a Berlino e, nel 1928, a Mosca, quando era al Marx-Engels Institute/IME (creato da Riazanov, come abbiamo visto nelle pagine precedenti), raccogliendo informazioni di prima mano attraverso il suo dialogo con figure di spicco della teoria e del movimento socialista – ​​Karl Kautsky, Eduard Bernstein e Conrad Schmidt (1863-1932). In quegli anni '1920, però, GM non indagò esclusivamente su materiale relativo ad Engels – continuò anche una ricerca incentrata sul processo costitutivo della tendenza socialdemocratica legata all'attività di Lassalle; è così che ha potuto organizzare i sei volumi della corrispondenza e degli scritti di Lassalle, nonché un volume che raccoglie la corrispondenza e le conversazioni tra Lassalle e Bismarck.

L'arrivo al potere di Hitler costrinse GM, come migliaia di altri tedeschi – soprattutto intellettuali, artisti, scienziati e militanti democratici delle più diverse estrazioni politiche, liberali, socialisti e comunisti – all'esilio. È vero che GM lasciò la Germania nel 1933, in condizioni finanziarie molto difficili e un dispositivo “legale” nazista impedì ben presto agli ebrei di emigrare senza pagare tasse altissime, oltre a perdere i diritti acquisiti alle pensioni e ai fondi bancari all'estero. Non si conoscono dettagli su GM e la sua famiglia, sua moglie ei due figli, in visita in Olanda; ma si sa che, nel 1936, si stabilirono a Londra.

L'esilio in Inghilterra segnò, per GM, l'amara fase finale della sua vita. Avendo una scarsa padronanza dell'inglese parlato, non è riuscito a stabilirsi come professore all'università - ma è entrato a far parte del team di ricercatori dell'IISH con sede a Londra e, senza ricevere compenso, in attività nel London School of Economics. Ed è certo che, nel corso dell'esilio, le condizioni economiche della famiglia Mayer assicurarono ai suoi membri solo un'esistenza molto modesta.

Le varie testimonianze sull'esilio di GM suggeriscono che rimase a fuori dagli schemi in Inghilterra. E non solo per le difficoltà di natura economica - queste pesavano molto - ma quelle motivate dalla perdita delle condizioni minime di lavoro, dalle denunce di barbarie operate dal nazismo, dalle sofferenze imposte ai lavoratori tedeschi, dall'allontanamento di amici che avevano impedito la continuità del lavoro furono decisivi il suo lavoro e la frantumazione delle loro vite e, infine, a causa del dramma che lo colpì direttamente - il suicidio del figlio maggiore, nel 1941. È un dato di fatto che GM si è sforzato di perseguire il suo storico studi, con saggi saggi e sostanziali riflessioni e note. Tuttavia, oltre ai suoi dolori d'anima, l'avanzare nei suoi settant'anni stava già facendo il suo pedaggio.

L'ultimo conto fu riscattato il 21 febbraio 1948, data della sua morte in Inghilterra.

3.

Credo che una sinossi, anche se schematica e povera, del contenuto dell'edizione del 1934 gioverebbe al lettore dell'opera di GM, in modo che possa riferirsi a quanto troverà nella versione condensata del 1936.

L'edizione del 1934, nei tredici capitoli che compongono il suo primo volume, tratta della vita e degli scritti di Engels dalla sua nascita (28 novembre 1820) fino al suo arrivo, in esilio, a Londra (novembre 1849) – copre così la i primi 29 anni del soggetto. Di questi tredici capitoli, i primi sette mettono in luce l'erudizione di GM nell'affrontare la storia politica e culturale della Confederazione tedesca e l'originalità della sua ricerca, portando alla luce elementi, allora ignorati, della precoce attività intellettuale di Engels (soprattutto il suo esordi letterari e giornalistici) e la rilevanza della sua corrispondenza, fino ad allora anch'essa poco esplorata, con amici (i fratelli Graeber), parenti (soprattutto la sua cara sorella Marie) e intellettuali. La perspicacia di GM nel tracciare gli indizi che permettono di chiarire i dilemmi religiosi, le opzioni letterarie e le scelte filosofiche del giovane Engels, così come la sua evoluzione in questi ambiti, è notevole. L'opzione comunista di Engels – data la sua intima spinta a collegare pensiero e azione – si chiarisce con l'indicazione delle sue fonti tedesche (ovvero Feuerbach e Moses Hess, catalizzate dalla lettura di Hegel) e con l'apprendimento fornito dal soggiorno di 21 mesi (1842-1844 ) in Inghilterra. Perspicace è anche l'analisi di GM della produzione intellettuale di Engels tra il 1841 e il 1844 – i suoi interventi sulla stampa cartista inglese, nel Rheinische Zeitung [Gazzetta del Reno] siamo noi Deutsch-Französische Jahrbücher [Annali franco-tedeschi], in particolare il saggio “Outline of a Critique of Political Economy” e la sua analisi di Thomas Carlyle.

I capitoli seguenti (VIII-XIII) trattano degli anni travagliati 1844-1849 – dall'inizio dell'amicizia e della collaborazione tra Marx ed Engels fino alla sconfitta della rivoluzione tedesca. Già per quel periodo, e sarà così per chi si riferisce agli anni successivi al 1850, GM ha avuto accesso ad un più ampio ventaglio di fonti documentarie già note, cosicché lo spirito pionieristico della sua originaria ricerca risulta attenuato rispetto a quello esercitato nei capitoli precedenti. Ma è impressionante la mole di informazioni che, organizzata, offre al suo lettore, con enfasi sui movimenti, i viaggi e le attività politico-militari di Engels in Germania, Belgio e Francia.

Allo stesso modo, i suoi approcci all'intervento engelsiano in Neue Rheinische Zeitung [Nuova Gazzetta Renana], o del ruolo di Engels nella preparazione dei Congressi della Lega dei comunisti e nella stesura delle opere marx-engelsiane di quegli anni (vale a dire n'l'ideologia tedesca, ma non ancoraLa Sacra Famiglia e manifesto comunista). Le annotazioni di GM sul processo rivoluzionario del 1848-1849 – e non solo in Germania – sono assolutamente feconde e attestano la sua profonda padronanza del materiale storico pertinente al movimento delle classi sociali. E, alla fine di questo capitolo, c'è una sintesi illuminante delle condizioni del riflusso rivoluzionario e dell'ondata riparatrice che ne seguì.

Il secondo volume, molto più corposo, composto di quindici capitoli, ricostruisce la vita e l'opera di Engels dal suo arrivo a Londra fino alla morte (05 agosto 1895). In effetti, tutte le attività di Engels – come industriale, politico, teorico e pubblicista – sono state scrutinate da GM, che ha anche colto con sensibilità e apertura mentale le sue relazioni personali e familiari. Nulla di essenziale della personalità di Engels – nella sua condizione di individuo singolare e di uomo pubblico – è sfuggito alla lente d'ingrandimento del biografo, che ha raggiunto la piena maturità intellettuale al tempo dei progressi della sua ricerca. La sicura padronanza della storia economica e politico-sociale dell'Europa della seconda metà dell'Ottocento e dello sviluppo, nel suo quadro, del movimento operaio, offrì a GM le basi fattuali per seguire con attenzione e rigore l'evoluzione del movimento engelsiano pensiero e azione negli anni che vanno dalla sconfitta del processo rivoluzionario del 1848-1849 al periodo di ascesa della socialdemocrazia tedesca.

Nelle pagine di questi quindici capitoli, molti dei quali davvero magistrali, sono registrate le lezioni che la storia ha imposto alle illusioni engelsiane (e anche marxiane) sull'imminenza di un momento rivoluzionario europeo successivo al 1848-1849 alle attese di fronte agli irlandesi lotte per l'indipendenza. Si verifica la piena solidarietà di Engels nei confronti di Marx – sul piano finanziario, personale, intellettuale e politico – solidarietà che si estendeva a tutti coloro che si vedevano perseguitati politicamente. Gli interessi scientifici di Engels furono ampliati, il che alla fine avrebbe coinvolto le tecniche e le strategie dell'azione bellica, le scienze naturali e le teorie politiche. Segue l'evoluzione del suo pensiero di fronte alle trasformazioni geopolitiche in atto in un'Europa che sta assistendo alla crisi del bonapartismo francese, all'esperienza della Comune, all'emergere di una Germania unita sotto il tallone imperiale della Prussia e alle tensioni derivanti dalla richieste insistenti e incustodite da parte delle unità nazionali (Italia, Polonia).

C'è un rinnovato interesse per i processi politici in atto nelle periferie europee (Turchia, Russia) e in Nord America. Sottolinea la sua attenzione ai mutamenti organizzativi del movimento operaio internazionale (Associazione internazionale dei lavoratori, Internazionale socialista) ai nascenti partiti nazionali dei lavoratori e, in particolare, nello scenario tedesco, con la costituzione della socialdemocrazia e la dinamica della sua dibattiti interni. E si evidenzia il suo contributo a dare una configurazione formale-sistematica alle idee e alle tesi formulate in collaborazione con Marx a partire dalla metà degli anni Quaranta dell'Ottocento.

Da queste pagine emerge il profilo di un rivoluzionario fermo nella polemica politica (il duro trattamento di Lassalle e Bakunin, lassalliani e anarchici) e teoretica (critica di Dühring) – e che, nella difesa di principi che sembrano indispensabili alla sua la vittoria del progetto proletario non risparmia dalla critica nemmeno i comprovati compagni di lotta (Liebknecht). Ma che combina questi tratti con la sollecitudine del rivoluzionario più esperto nel dialogo e nel consiglio dei più giovani. Il risultato è, infine, un ritratto a figura intera di un uomo che ha vissuto e collaborato per circa quarant'anni con un genio, senza aver mai provato il minimo sentimento di invidia e/o emulazione – piuttosto stimolante, comprendendo e ammirando la superiorità teorica del compagno, con la piena consapevolezza che, come un “secondo violino”, aveva luce propria.

Non sono esattamente queste le pagine che il lettore attraverserà: questo lettore sa già che avrà tra le mani – come indicato nel secondo paragrafo di questa “Presentazione” – la versione sintetica, con il sigillo dell'autore, della biografia pubblicata di F. Engels originariamente nei Paesi Bassi nel 1934. Non è questa l'occasione per indicare ciò che li differenzia formalmente e contenutisticamente. Ma valgono alcune precisazioni.

Le due versioni, l'edizione del 1934 e quella sintetica del 1936, mancano di indicazioni circostanziate e precise delle fonti bibliografiche originarie da cui GM trasse estratti e citazioni del suo biografo – indicazioni che caratterizzano un rilevante iter formale, che nel Novecento terminò per essendo generalmente adottato come requisito dell'atto giudiziario accademico-scientifico.

Va però evidenziato un fatto che non può essere trascurato nell'apprezzamento dell'opera di GM: nessuno dei suoi lettori qualificati ha individuato alcuna adulterazione delle formulazioni engelsiane da lui citate; se c'è la possibilità di discrepanze tra le sue interpretazioni, la sua fedeltà alla lettera di Engels non è mai stata messa in discussione. E non dimentichiamo che gran parte di questa mancanza è legata agli originali di Marx-Engels che GM ha potuto utilizzare, una parte significativa dei quali non era ancora stata stampata e pubblicata al momento della stesura della biografia; Va ricordato che i materiali marx-engelsiani rilevanti divennero pubblici solo con il lancio, dal 1927 in poi, del MEGA progettati da Riazanov – tra questi, gran parte della sua corrispondenza e anche testi essenziali (come quelli d'l'ideologia tedesca), che vide la luce solo nel 1932 e a cui GM ebbe accesso come manoscritti inediti.

È fuori discussione che la pesante documentazione autografa di Marx ed Engels resa pubblica dopo che GM ha completato la sua biografia di Engels ha permesso ai ricercatori di trattare testi, dati e informazioni che non erano disponibili per GM. Evidentemente, la padronanza di questa documentazione ha consentito – e continua a consentire – a specialisti e studiosi di Marx ed Engels di avere una visione più ampia e ricca per la ricostruzione storica della loro vita e del loro lavoro rispetto a quella con cui ha operato GM; tuttavia, i guadagni registrati con e nella bibliografia pubblicata dopo il 1932 – guadagni veramente consistenti – non anacronizzarono l'opera di GM, né ne contestarono lo status di biografia classica (come, in modo analogo, accadde con la biografia di Marx di Mehring ). In quanto tale, rimane un riferimento incrollabile per spiegare e comprendere la vita e l'opera di Engels.

Sia il suo metodo compositivo che i risultati raggiunti si distinguono come tratti garanti della durabilità referenziale di questa biografia. GM non ha visto in Engels un grande uomo che appare sulla scena del movimento operaio come un dio ex machina, né, al contrario, come epifenomeno teorico-culturale di questo movimento. Il biografo si è mostrato capace di cogliere la vita e l'opera del suo biografo come un processo in cui un soggetto singolare si costituisce come personalità espressiva e rappresentativa del suo tempo, ponendosi contemporaneamente come attore e autore della sua storia, accogliendo – attraverso delle mediazioni economiche, sociali e culturali – i vincoli che la sua origine di classe gli ha imposto e orientandosi consapevolmente verso un'altra opzione di classe; la particolarità di questo soggetto si costituiva come un progetto che trascendeva le sue originarie determinazioni inglobando idealmente determinazioni alternative rese oggettivamente possibili dalla società in cui si muoveva. Il procedimento di questo biografo ha portato alla ricostituzione della vita e dell'opera del biografo come un'unità dinamica: l'Engels di GM appare come un uomo in uno sviluppo unitario, dall'infanzia alla senescenza ; Il risultato fu un Engels unico ed estremamente singolare che però al limite, nella sua grandezza e nei suoi limiti, fu interamente socializzato e storicizzato. Insomma: il biografo è stato assolutamente fedele all'argomento.

Un ultimo commento si colloca ancora sul testo condensato nel 1936 della biografia di F. Engels a fronte del testo del 1934. Inutile sottolineare che, di questa versione condensata (che, tenuto conto del volume di pagine, contiene circa un terzo del materiale stampato nel 1934), sono esclusi i riferimenti storico-politici espressivi e gran parte del dettaglio fattuale, i dotti riferimenti culturali, la finezza analitica e anche la raffinatezza stilistica dell'opera del 1934. rivela perdite a fronte di la sua grandezza originaria; ma è un fatto che questa versione compressa della biografia di F. Engels, se confrontata con la opus magnum che lo ha originato, non ha perso nulla della sua essenzialità – svolge anche il compito principale a cui GM si è dedicato negli anni migliori della sua vita e che è stato formulato da Goethe, maestro anche in questo campo:

Il compito principale della biografia è […] descrivere e mostrare l'uomo nei suoi rapporti con i tempi, fino a che punto l'insieme [di questi rapporti] gli si oppone o lo favorisce, quali idee si forma in conseguenza di ciò sul mondo e sulla società .umanità e – se sei un artista, poeta, scrittore – come li rifletti.

Per questo, e per tutto il resto, spetta solo a noi salutare l'ingresso dell'opera di GM nel repertorio bibliografico della nostra lingua, che è davvero - scusate il ricorso a un luogo comune, per quanto vero - l'ultimo fiore della Lazio.

*José Paulo Netto È professore emerito presso l'Università Federale di Rio de Janeiro (UFRJ). Autore, tra gli altri libri, di Karl Marx - una biografia (Boitempo).

Riferimento


Gustav Mayer. Friedrich Engels - una biografia. Traduzione: Pedro Davoglio. San Paolo, Boitempo, 2020.

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