Harsiese

Leone della Porta di Ishtar, Babilonia (mattoni smaltati), Museo Archeologico, Istanbul, Turchia
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da EDUARDO SINKEVISQUE*

Considerazioni sul libro di Jacyntho Lins Brandão

La mummia bruciata dall'incendio del Museo Nazionale Quinta da Boa Vista rinasce come fenice nella poesia di Jacyntho Lins Brandão, che non la sostituisce né la ricrea nel suo ultimo libro di poesie, vincitore del Premio Alphonsus de Guimaraens di la Fondazione della Biblioteca Nazionale.

Em Harsiese, Jacyntho Lins Brandão fa volare la fenice, la sposta da luoghi che sono Ouro Preto, Belo Horizonte, tra gli altri orienti e orizzonti.

Nel suo libro di poesie recentemente pubblicato, Jacyntho Brandão fa parlare la mummia.

la poesia di Harsiese proviene da un non-luogo o dal luogo-della-morte e si rivolge agli occhi e alle orecchie (interni) del lettore. È meraviglia, stupore, precipizio, ricordo, rovina, assedio, Babilonia, Cartagine, Persia. È poesia enargeiaDi Evidentia. Storia, scavo.

Voglio dire che leggo le poesie che compongono Harsiasi seguendo la sua disposizione delle parti. Li ho letti come un lettore non obbediente, ma aderente alle scelte del poeta. In altre parole, leggo “Brancor” e le sue poesie in sequenza; “La Dialettica Dislessica” e le sue poesie; “Ouro Preto: Raízes” e le sue poesie e “Errancias” e le sue poesie. E li leggo lentamente. E li ho letti posticipando la fine.

In “Brancor” ho visto un tono malinconico, a volte un residuo di Carlos Drummond in “Casa dos Lodi”. E ho sentito il bellissimo ritmo della poesia. L'ho scritto: meraviglioso! Meraviglioso!!! E ho visto il poeta porre domande retoriche che non richiedono risposte. Ho visto grazia in “Delira, Marília”, quella dama cantata fin dal XVIII secolo, ma che porta con sé tanti luoghi antichi di donne, tanti strati di lirismo. Ho sentito la canzone, la canzone con ritornello di Jacyntho in questa poesia-modinha.

E ho anche sentito la canzone “Mi equilibrio su una corda tesa”, la musicalità della poesia, la grazia, la leggerezza. Ho riso dell'epigrafe di “Nada Dizer”, ho rivisto lo stimato Luciano in “Ilha da utopia”. Mi sono divertito in “Ode ao futuro”, incontrando nuovamente Drummond in Jacyntho Brandão in “Palavra em point de bullet”. Ho visto l'emulazione. Ho visto Jacyntho battere il (presunto) modello.

In “Dialettica Dislessica” non mi soffermerò sulla nitidezza che dà nome a questa parte Harsiese, ho cominciato scrivendo un'esclamazione appena ho letto l'epigrafe.

Le epigrafi del libro, infatti, sono tutte bellissime e gustose, compongono una lettura parallela oltre ad assolvere alla loro funzione di complemento e di illustrazione in qualche modo dei testi. Le epigrafi, infatti, possono funzionare come iscrizioni lapidarie, lapidi.

Se la mia ipotesi di lettura, che il poeta fa parlare i morti, fa parlare la rovina, le epigrafi di Harsiese Sono lapidi.

Ma tornando a “Dialettica Dislessica”, ho riconosciuto in Jacyntho Lins Brandão un uomo del suo tempo, di tanti tempi, di tutti i tempi.

Ho sottolineato tanti versi, disegnato tante esclamazioni, riversato affetti sugli affetti proposti.

“Ouro Preto: Raízes” è stata la parte in cui mi sono commosso meno, la parte che mi ha commosso meno. Lo intendo come una specie di libro di canzoni, un po' come Cecília Meirelles. Un canzoniere d'oro, che immagino in onore della città, uno degli amori di Jacyntho Brandão.

Anche così, ho scritto esclamazioni per indicare che ero rimasto colpito da una o da un'altra poesia della serie, che ho scritto magnificamente. Ho visto in questa particella di Harsiasi motto/gloss di sé negli anni, come nella poesia del 1955 (p. 69), le variazioni elocutive.

In “Errancias”, per essere “breve e leggero”, e non per amplificare, condenso il commento dicendo che ho rivisto Drummond. Ho visto un'emulazione di Drummond in “Non ci sono più tram per le tue gambe”.

Harsíese finisce a Itaca. Come solo poteva. Si comincia con la “traccia che corrompe” e si conclude il viaggio, il diegesi, a Itaca!

La poesia di Jacyntho in questo libro è posta sotto l'egida di Harsíese, un alto funzionario egiziano creato e lasciato bruciare dal fascismo brasiliano.

Questa è la poesia della dissoluzione. Potrebbe essere solo una soluzione come rima, ma no. Avere (e talvolta c'è) o non fare rima è più che una soluzione, un grosso intoppo. È una grande poesia, che è in dissoluzione.

*Eduardo Sinkevisque è borsista post-dottorato in teoria letteraria presso l'Institute of Language Studies (IEL) dell'Università Statale di Campinas (Unicamp).

Riferimento


Jacyntho Lins Brandão. Harsiese. San Paolo, Patua, 2023. [https://amzn.to/3R4bP82]

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