da RAFAEL R.IORIS*
Le elezioni del 2024 sono appena diventate più imprevedibili e sicuramente più complesse.
Il 4 aprile 2023 passerà agli annali della storia come la data in cui è stato incriminato il primo ex presidente degli Stati Uniti. L'ex presidente in questione è Donald Trump, e il reato è frode elettorale. L'atto d'accusa è stato autorizzato dal procuratore di New York Alvin Bragg, sulla base di indagini che risalgono a diversi anni fa e che ora vengono riesaminate e corroborate da una giuria speciale incaricata di approvare o meno tale iniziativa.
Parliamo, in definitiva, di frodi contabili, ma che sono diventate anche frodi elettorali perché si è trattato di un'impropria allocazione di risorse. Sarebbero stati, infatti, utilizzati per comprare il silenzio dell'attrice dei film erotici Stormy Daniels, con cui Donald Trump avrebbe avuto una relazione, ma che sono stati contabilizzati come risorse elettorali, nel bel mezzo del processo elettorale del 2016, che porterebbe Donald Trump alla Casa Bianca.
Donald Trump ha avuto l'immunità durante il suo mandato presidenziale. Ma ora, in quanto ex presidente, può essere incriminato come un comune cittadino. Inizialmente, si prevedeva che questioni più gravi, come, ad esempio, il fatto che Donald Trump avesse tentato di truccare il conteggio dei voti dello stato della Georgia durante la campagna di rielezione del 2020, avrebbero portato a un'eventuale incriminazione. In questo senso, data la singolarità del delitto, la prima reazione della maggior parte dei commentatori nordamericani è stata che, forse, l'ufficio del procuratore generale è stato troppo frettoloso, o addirittura "forzato la mano", dato che tale frode contabile sarebbe un crimine solo nello stato di New York, non a livello federale. Ciò significa che, forse, il reato in questione non può essere utilizzato per un atto d'accusa, trattandosi di una campagna a livello federale – l'unica nel Paese, per la Presidenza.
Gran parte dell'accusa si basa sulla testimonianza di un ex avvocato di Donald Trump, Michael Cohen, che è già stato condannato al carcere per una serie di crimini, inclusa l'accusa contro Donald Trump. Dato che questa è la parola di un "criminale", la difesa di Donald Trump ha già iniziato il compito di screditare la versione di Michael Cohen. Inoltre, lo stesso Donald Trump ha lavorato con insistenza, nelle ultime settimane, per creare una narrazione di persecuzione politica ("caccia alle streghe"). Lo sforzo ha funzionato in modo sorprendentemente efficace con la base repubblicana. La sua intenzione di votare per le prossime elezioni presidenziali, nel 2024, è cresciuta all'interno del partito. Ad oggi, Donald Trump ha raccolto più di 8 milioni di dollari in donazioni per la sua campagna di rielezione.
Il processo formalmente avviato oggi sarà lungo, e un'eventuale condanna potrebbe essere annunciata solo durante la campagna elettorale del prossimo anno. In questo senso, la domanda che si pone è se l'incriminazione e l'inoltro delle indagini saranno dannose, o benefiche, per il tentativo di Donald Trump di tornare alla Casa Bianca. Per il momento, l'imprenditore è riuscito a essere molto efficace nel raccogliere consensi dal suo elettorato più incallito e anche dai vertici del Partito Repubblicano in generale. Tra questi anche possibili oppositori nella campagna delle primarie del partito che, per non apparire opportunisti, hanno difeso l'ex presidente e classificato le accuse come indebite e persecutorie.
Se si mantiene la tendenza attuale, è possibile che Donald Trump venga nominato dai repubblicani per candidarsi eventualmente contro Joe Biden, anch'egli candidato alla rielezione, dal Partito democratico. Ciò che non è certo è se il sostegno a Donald Trump tra la base repubblicana sempre più conservatrice rifletta o meno le opinioni dell'elettorato più ampio del paese, in particolare il voto indipendente. Nei primi sondaggi la maggioranza della popolazione, in generale, è favorevole all'incriminazione di Donald Trump. C'è una fortissima tradizione legalistica, e persino moralistica, nella società americana che tende a inorgoglirsi ea ripetere la frase che “nessuno è al di sopra della legge”.
Solo un ex presidente è riuscito a tornare alla presidenza negli USA, dopo essere stato sconfitto al primo tentativo di rielezione. Se questo sarà il caso di Donald Trump dipenderà dalla sua capacità di espandere la narrativa di persecuzione politica infondata ad altri strati di elettori in modo da poter quindi iniziare a ottenere alcune possibili previsioni per le elezioni del prossimo anno. Per ora tutto sembra molto incerto e aperto. Quello che puoi sapere è che le elezioni del 2024 sono forse più imprevedibili e sicuramente più complesse.
*Rafael R. Ioris è professore presso il Dipartimento di Storia dell'Università di Denver (USA).
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