Fratelli d'oltreoceano?

Francesca Vivenza, Il mondo disfatto da chi aprì il vaso di Pandora, 2015
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da MOHAMMED ELHAJJI*

Presentazione del libro recentemente uscito di Mario Luis Grangeia

Il sistema migratorio portoghese-brasiliano

Come affrontare la questione della migrazione transnazionale? Come identificarne le molteplici sfaccettature e collocarle nel loro contesto sociale, culturale, economico e politico? Quali metodi e teorie dovremmo adottare nel nostro desiderio di approfondire la sua storicità e proiettarne le implicazioni a medio e lungo termine? Come definire il grado di successo dell’impresa migratoria – a livello individuale o comunitario? Si tratta di domande generali che riguardano il fenomeno in senso ampio, consentendo di delineare un'immagine intelligibile dell'oggetto di ricerca e di studio.

Tuttavia, non tutte le migrazioni, non tutte le pratiche migratorie in ogni tempo e luogo sono uguali o possono essere comprese sulla base degli stessi parametri. Ci sono situazioni in cui il problema, per la particolarità della sua storia e la specificità del suo significato sociale e culturale, richiede una trattazione altrettanto esatta e sui generis. Scenari in cui, oltre a possibili generalizzazioni paradigmatiche e metodologiche, è necessario mettere a punto le chiavi che danno all'evento una propria identità.

È il caso delle dinamiche migratorie tra Portogallo e Brasile, che iniziano con l'inizio della colonizzazione e si estendono agli spostamenti contemporanei; da percorsi a senso unico per diventare, nel tempo, scambi demografici reciproci e continui. Dinamiche che si configurano, allo stesso tempo, su basi strutturali della relazione sistemica tra i due Paesi, e manifestazioni cicliche derivanti dal contesto sociale o politico che determina la direzione dei flussi.

In primo luogo, si tratta originariamente di una relazione imperiale/coloniale; in cui i flussi umani assolsero un ruolo sociale, culturale e politico di possesso, occupazione e formazione della nuova nazione e trasformazione della matrice primordiale. In termini simbolici e immaginari, oltre che di possibilità di arricchimento materiale, il passaggio Nord-Sud era (e, in una certa misura, continua) gravido di una forte carica spettrale di carattere libidico e di soggettivazione emancipativa.

Per i portoghesi, prima che una destinazione geografica, il Brasile è un luogo immaginario, una fuga mentale dal rigido quadro sociale iberico, segnato dalla tradizione e dal rigore morale. Non sarebbe troppo azzardato affermare che, nel profondo, ogni portoghese ha qualche tipo di fantasia legata ai tropici e alle loro fantastiche creature.

D’altronde non sono molti gli esempi, nella storia moderna dell’umanità, in cui il rapporto tra colonizzatore e colonizzato inverte i poli del potere e la piramide sociale. Dopo l'era coloniale, il Portogallo fu retrocesso status dalla metropoli alla figura indigente del “portuga” (apparentemente) ingenuo che si adatta solo all'umorismo superficiale e pieno di pregiudizi che conosciamo. La stessa lingua portoghese è ridotta alla condizione di un “accento”, e le sue espressioni grammaticali e sintattiche sono considerate semplici regionalismi.

Tuttavia, nonostante o a causa di questa dialettica identitaria, gli scambi tra le due sponde dell’Atlantico si stanno consolidando come una “ritirata strategica” per entrambe le parti. Ad ogni episodio di crisi economica o politica in uno dei due Paesi si verifica una successiva densificazione dei flussi verso l'altro. Mobilità che può essere permanente o temporanea, somigliando talvolta più ad una transumanza stagionale che ad un'emigrazione nel senso tradizionale.

Così, nel corso dei decenni, la circolazione tra la penisola e il subcontinente è diventata un riflesso spontaneo, quasi naturale, rafforzato dal linguaggio comune e sorretto dalla figura giuridica della “parità di diritti” – esempio eloquente della continuità civica e soggettiva tra i due territori. Brasiliani in Portogallo o portoghesi in Brasile, il movimento storico, geografico e simbolico permette al soggetto migrante di sperimentare modalità inedite di essere, contemporaneamente, lo stesso e l'altro: un'alterità vicina o un'identicità lontana; una forma di identità relativa e relazionale, in cui le posizioni di ospitante e ospite sono continuamente condivise e intercambiabili – se non addirittura confuse.

Di fatto, questa attrazione reciproca finisce per costituire un unico sistema migratorio (portoghese-brasiliano). Allo stesso modo in cui la Terra e la Luna formano un unico sistema; essendo “i due corpi uniti da un forte legame gravitazionale e influenzandosi a vicenda”, le migrazioni (o erano, a livello macrostorico, transumanze?) tra Brasile e Portogallo non possono essere comprese senza considerare questo aspetto sistemico del rapporto tra i due popoli, le loro culture e le loro identità.

Il libro di Mario Luis Grangeia ci fornisce, appunto, le risorse fenomenologiche necessarie per comprendere l'argomento nella sua interezza e portata. Il suo metodo, plurale e modulare, permette di assemblare l'immagine generale di questa realtà storico-soggettiva in segmenti autonomi e complementari. Il risultato è un puzzle progressivo che si rivela, alla fine, un'opera completa e offre un panorama completo e intelligibile del fenomeno.

Osservazione, conversazione, testimonianza, analisi discorsiva, resoconto storiografico o archeologia documentaria, l'approccio panoramico da lui adottato si distingue per accessibilità, comprensibilità e ampiezza. Illumina e mette in risalto equamente le varie sfaccettature e livelli dell'oggetto esposto, senza lasciare angoli ciechi o zone d'ombra; raffigurando aspetti materiali di natura economica, politica e giuridica in dimensioni simboliche come pratiche culturali, relazioni sociali o produzione di immaginari legati a questa mobilità storica.

Tuttavia, la differenza principale dello studio di Mario Luis Grangeia è la sua potenza narrativa, il suo stile invitante e la sua esatta enunciazione, che rendono la lettura non solo piacevole, ma soprattutto un'esperienza soggettiva vivace, affettiva e assolutamente umana – come un caldo abbraccio fraterno.

*Mohammed ElHajji È professore presso la Scuola di Comunicazione dell'UFRJ.

Riferimento


Mario Luis Grangeia. Fratelli d'oltreoceano? Portoghese e immigrazione in Brasile. Rio de Janeiro, ed. UFRJ, 2024, 192 pagine. [https://amzn.to/4f93ASw]


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