João Candido Felisberto

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da CHICO ALENCAR*

Lettera aperta al comandante della Marina sulla Rivolta della Frusta

On. Sig. Marcos Sampaio Olsen, Comandante della Marina Brasiliana; con copia a José Múcio Monteiro, Ministro della Difesa e al deputato Aliel Machado, presidente della Commissione Cultura della Camera dei Deputati.

Signor Ammiraglio: L'iscrizione del nome di João Cândido Felisberto, leader della Rivolta contro la Frusta, nel 1910, nel Libro degli Eroi della Patria, già approvato dal Senato (PL 340/2018), è in fase di analisi in alla Camera dei Deputati, ove è in corso il trattamento (PL 4046/21).

Vostra Eccellenza. si è unito al dibattito, inviando una lettera al presidente della Commissione Cultura, il deputato Aliel Machado (PSB-PR). E' legittimo, la Camera del Popolo deve essere sempre democratica.

Pur sottolineando giustamente che “non è responsabilità della Marina brasiliana giudicare le argomentazioni dei membri della Camera Legislativa”, Eccellenza. giudicato e condannato la proposta.

Ha detto che la rivolta che ha posto fine alle punizioni corporali nella Marina "è un fatto odioso nella storia (...) che è stato causato dalle azioni di abietti marinai (...) per ricattare la nazione".

Ha affermato che i ribelli, “oltre alla giusta richiesta di revoca della ripugnante pratica della fustigazione, hanno cercato vantaggi aziendali e illegittimi” – considerando così le richieste di aumento della retribuzione, rimozione degli agenti torturatori e riduzione degli orari di lavoro faticosi.

Nella sua lettera ci sono almeno 10 aggettivi dispregiativi nei confronti di João Cândido – impegnato nella Marina da quando aveva 14 anni – e del movimento da lui guidato, il cui fattore scatenante furono le 250 frustate pubbliche contro il marinaio Marcelino Rodrigues Marques, continuate anche quando è svenuto ed era completamente insanguinato.

Del resto, João Cândido ha detto con indignazione che “la carne di un servitore della Patria sarà tagliata solo dalle armi del nemico, mai dalla frusta dei suoi fratelli!” (intervista con Posta del mattino, nel novembre 1910).

I ribelli, contrariamente a quanto affermato da Vostra Eccellenza, non spararono “a caso” sull'allora capitale della giovane Repubblica, ancora permeata dalle pratiche schiavistiche. Erano colpi di avvertimento.

La tragica morte di due bambini, sottolineata da Vostra Eccellenza, è stata considerata da João Cândido un grave errore, e oggetto del suo unico rammarico: “è stata una vergogna! Dal misero stipendio che ricevevamo, ricavammo duecentomila réis e li mandammo alla famiglia per seppellire i ragazzi” – ha detto a Edmar Morel, autore di un libro fondamentale sull’insurrezione, che consiglio di leggere (La rivolta della frusta, 1959).

João Cândido e i suoi compagni, a un certo punto, manovrarono addirittura (con insolita destrezza) le navi ammutinate fuori dalla baia di Guanabara: “Affonderei i cacciatorpediniere con una mezza dozzina di colpi (…) Quello che non volevo era l'inutile sacrificio di vivono fianco a fianco” – ha detto.

Vostra Eccellenza. menziona l'amnistia concessa dal Congresso, ma non la brutale repressione, la persecuzione, l'esilio, gli arresti e la morte dei marinai che ne seguirono.

Le espulsioni dalla Marina nel 1911 colpirono 1216 marinai. Il massacro sull'Isola dei Serpenti e la sparatoria sulla nave “Satellite” hanno causato decine di vittime “indesiderabili” e hanno rivelato un odio crudele e mostruoso e una vendetta da parte di chi deteneva il potere.

Non potevano sopportare la ribellione dei “marinai neri e analfabeti” – anche contro l’abominevole “routine” della tortura, ancora praticata nella Marina 22 anni dopo l’abolizione.

È interessante notare che il disprezzo per João Cândido non viene trasferito all’ammiraglio bianco Saldanha da Gama, che guidò (e perse) la violenta rivolta dell’Armada nel 1893, contro il governo del maresciallo Floriano Peixoto, considerato “consolidatore della Repubblica”.

Vostra Eccellenza. condanna “l'inclusione di João Cândido e di ogni altro partecipante a quella deplorevole pagina della storia nazionale nel Libro degli Eroi della Patria”.

Nel linguaggio della dittatura, che ha censurato anche alcuni brani del samba antologico Il padrone dei mari (di Aldir Blanc e João Bosco), lei conclude che la proposta “mette in evidenza passaggi noti per la sovversione”.

Come parlamentare e docente di storia, non sono assolutamente d’accordo con la tua visione, ormai ribadita come quella ufficiale, della Marina. Quel notevole evento storico ha fornito un nuovo livello di civiltà alla Marina brasiliana (ancora una volta offesa dalle vili torture perpetrate da Cenimar/Doi-Codi contro i prigionieri politici, durante la dittatura militare aziendale iniziata dal colpo di stato del 1964).

Mi schiero, con migliaia di storici e cittadini, con Adalberto Cândido, 85 anni, figlio minore di João Cândido, che afferma: “mio padre è nella storia del paese (…) ma è sempre stato perseguitato. Ancora oggi la Marina nutre un rancore nei suoi confronti, un maledetto rancore. (…) Dovrebbero ringraziare i marinai del 1910 per la Marina che esiste oggi” (The Globe, 27/4/2024).

Ciò che più corrode la gerarchia e la disciplina, in qualsiasi organizzazione umana, è l’ingiustizia, l’arbitrarietà e l’autoritarismo.

Rivisitare la storia, che non è campo di dogmi e di certezze assolute, è vederla anche dalla prospettiva degli sconfitti, che con coraggio hanno lottato contro ogni oppressione.

“Gloria a tutte le lotte ingloriosi/ che nel corso della nostra Storia/ non dimentichiamo mai!”

Viva João Cândido, l'Ammiraglio Nero, e tutti i marinai che hanno detto no alla tortura e all'umiliazione!

A vostra disposizione per la continuazione del dibattito, con rispetto.

* Chico Alencar È deputato federale (PSol-RJ), membro a pieno titolo della Commissione Costituzione, Giustizia e Cittadinanza della Camera dei Deputati.


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