Giovanni Sayad (1945 -2021)

Joan Miró, Corda e persone, I, 1935.
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da FERNANDO HADDAD & LEDA PAULANI*

Considerazioni sulla singolarità dell'economista recentemente scomparso

João Sayad ha avuto una carriera da far invidia a chiunque. Dopo un dottorato a Yale (USA), è stato professore ordinario presso la Facoltà di Economia dell'USP, FEA, quando non aveva ancora 40 anni. Giovanissimo, fu anche Segretario alle Finanze nel primo governo democraticamente eletto nello Stato di San Paolo dopo il golpe del 1964 (governo Franco Montoro) e Ministro della Pianificazione nel primo governo civile post-dittatura (governo Sarney); è stato socio di una banca, segretario finanziario del Comune di San Paolo, segretario di stato alla Cultura, vicepresidente della Banca interamericana di sviluppo (IDB) a Washington (USA) e presidente di TV Cultura. Un curriculum straordinario, con successo in tutti i ruoli, come personaggio pubblico, come imprenditore, come accademico.

Ma non c'era mai nemmeno un'ombra di orgoglio in lui, che avrebbe potuto benissimo avere, per tutti questi successi, per la sua brillante traiettoria; ancor meno ogni traccia di arroganza e prepotenza che di solito contraddistinguono persone considerate importanti, eminenti economisti. NO. Sayad era una persona dolce, affabile, premurosa, incapace di maltrattare qualcuno, anche se la creatura lo meritava.

Non pensare però che questa finezza nel trattare nasconda un soggetto pacato, perché indifferente alle cose, anzi; Si è buttato a capofitto nei progetti, ha voluto veder accadere le cose, si è indignato per le ingiustizie, si è appassionato a San Paolo e al suo Paese – che spesso vedeva con sconforto e tristezza, ma che gli dava più forza per tentare nuove strade. Negli anni '1990, irritato dal pensiero semplicistico e superficiale dei dottorandi appena arrivati ​​sui dilemmi della nostra economia, disse che nessuna spesa pubblica per l'istruzione doveva essere tagliata, tranne quella delle borse di studio per gli studenti brasiliani che avrebbero fatto un dottorato in Economia negli Stati Uniti. Poco più avanti, non ha esitato a dire quale banca andrebbe realmente nazionalizzata.

Il deficit di arroganza non era, tuttavia, l'unico tratto che lo distingueva dai suoi colleghi economisti. Sayad aveva un modo particolare di intendere l'economia. Con un ampio orizzonte intellettuale, si interessava e leggeva praticamente sempre, non solo articoli e scaramucce economiche, ma tutto ciò che riguardava l'arte, la filosofia, le scienze umane. La sua professione di fede keynesiana fu quindi mescolata e arricchita con una miriade di altre considerazioni importanti e spesso decisive.

Il denaro, ad esempio, uno dei suoi oggetti di studio più amati, era qualcosa che lo sfidava: nessuna delle teorie economiche soddisfaceva pienamente il suo desiderio di comprenderlo. A differenza del monetarista Milton Friedman, per il quale non era necessario sapere cos'è il denaro, Sayad non si è arreso finché non ha trovato nell'antropologia un indizio di questa comprensione: per lui il denaro è un mito, la cui funzionalità dipende dalla fede di coloro chi lo usa. Solo chi era presente può, non senza ridere, ricordare i volti attoniti e disgustati di una platea piena di economisti e dirigenti, quando disse qualcosa di simile a quella in un evento a San Paolo, una mattina dei primi anni 2000.

Abbiamo avuto il privilegio di vivere con questo economista molto speciale, con questo intellettuale molto insolito, come colleghi dell'Università di San Paolo e responsabili del dipartimento delle finanze del municipio di San Paolo. Impossibile dimenticare che, in mezzo a tante tribolazioni, in mezzo a tanti scheletri che abbiamo trovato negli armadi, in mezzo alle difficoltà nel risanare le indebolite finanze comunali dopo il disastro Malufista, alcune volte quando, in risposta alla chiamata del segretario, ci siamo recati nel suo studio, la domanda che ne è seguita è stata: cosa ha detto veramente Hegel del Concetto?

*Fernando Haddad è professore di scienze politiche all'USP. È stato ministro dell'Istruzione e sindaco di San Paolo. Autore, tra gli altri libri, di Lavoro e linguaggio: verso il rinnovamento del socialismo (argento vivo).

**Leda Maria Paulani è un professore senior presso FEA-USP. Autore, tra gli altri libri, di Modernità e discorso economico (Boitempo). [https://amzn.to/3x7mw3t]

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