da ERIK CHICONELLI GOMES*
Il regista che è riuscito a catturare l'essenza della classe operaia con autenticità e compassione
Nella storia del cinema britannico, pochi registi sono riusciti a catturare l’essenza della classe operaia con tanta autenticità e compassione quanto Ken Loach. La sua trilogia più recente, composta da Io Daniele Blake (2016) Non eri qui (2019) e La Vecchia Quercia (2023), funge da potente epilogo di una carriera dedicata a dare voce a coloro che sono emarginati e oppressi dalla società contemporanea.
Ken Loach, in tutta la sua vasta filmografia, si è sempre distinto per il suo approccio realistico e socialmente impegnato. I suoi film non sono mero intrattenimento, ma strumenti di sensibilizzazione e critica sociale. Questa trilogia finale non fa eccezione, offrendo uno sguardo incisivo alle conseguenze umane delle politiche economiche e sociali del Regno Unito degli ultimi decenni.
Io Daniele Blake apre la trilogia con la storia di un falegname di mezza età che si ritrova intrappolato in un labirinto burocratico mentre cerca di ottenere sussidi di invalidità. Il film denuncia crudamente i difetti del sistema di welfare britannico, rivelando come le politiche di austerità incidano direttamente sulla vita dei più vulnerabili.
Seguendo la stessa linea, Non eri qui affronta la precarietà del lavoro nell’era dell’economia delle piattaforme. Il film segue un fattorino autonomo e la sua famiglia, illustrando le conseguenze devastanti di un sistema economico che dà priorità al profitto rispetto al benessere dei lavoratori.
La Vecchia Quercia, il film che conclude non solo la trilogia ma forse anche la carriera di Ken Loach, continua a esplorare questioni sociali urgenti, questa volta concentrandosi sulla questione dei rifugiati e della xenofobia nelle piccole comunità. La storia di TJ Ballantyne, proprietario di un pub in fallimento, e della sua improbabile amicizia con Yara, una giovane rifugiata siriana, funge da metafora delle possibilità di solidarietà e comprensione reciproca in tempi di crisi.
Ciò che unisce questi tre film, al di là dei temi sociali, è la meticolosa attenzione di Loach all'esperienza vissuta dalla classe operaia. I suoi personaggi non sono semplici caricature o simboli di un messaggio politico; Sono individui complessi, con le proprie contraddizioni e lotte interne. Questo approccio riflette una profonda comprensione della storia “dal basso”, una prospettiva che valorizza le esperienze e le azioni della gente comune come motori fondamentali del cambiamento sociale.
Em La Vecchia Quercia, Ken Loach allarga il suo sguardo fino a includere non solo i lavoratori britannici ma anche i rifugiati, costretti a lasciare le loro case a causa dei conflitti globali. In tal modo, intreccia una narrazione che collega le lotte locali alle forze globali che modellano i destini di intere comunità.
Entra la telecamera di Yara La Vecchia Quercia funge da potente dispositivo narrativo, consentendo a Ken Loach di esplorare i temi della memoria, della rappresentazione e del potere dell'immagine nella costruzione di narrazioni collettive. È attraverso questo oggetto che il passato della comunità di Minas Gerais e il presente dei rifugiati si intrecciano, creando possibilità di comprensione reciproca e solidarietà.
Il pub stesso, “The Old Oak”, diventa un potente simbolo della comunità in cambiamento. Un tempo luogo di incontro e cameratismo per i minatori locali, ora lotta per sopravvivere in un contesto di declino economico e sociale. Il tentativo di TJ di rivitalizzare lo spazio come luogo di incontro per gente del posto e rifugiati riflette la convinzione persistente di Ken Loach nel potere dell'azione collettiva e della solidarietà di classe.
Nel corso della sua carriera, Ken Loach ha costantemente ritratto le lotte della classe operaia, dai disordini sindacali alle lotte Io Daniele Blake anche gli scioperi dei minatori nei film precedenti piacevano Da che parte stai? (1985). La Vecchia Quercia rivisita questi temi, mostrando come le cicatrici di queste battaglie passate modellano ancora il presente delle comunità ritratte.
La trilogia di Ken Loach può essere vista come uno studio longitudinale sulle mutevoli condizioni di vita e di lavoro della classe operaia britannica. Di Io Daniele Blake a La Vecchia Quercia, assistiamo a una progressione dallo smantellamento dello stato sociale, attraverso la precarietà del lavoro, fino a raggiungere un punto in cui intere comunità lottano per mantenere la propria coesione di fronte a profondi cambiamenti demografici ed economici.
Ciò che rende il lavoro di Ken Loach particolarmente prezioso dal punto di vista storiografico è la sua capacità di catturare il Zeitgeist di un’epoca attraverso le esperienze vissute di individui comuni. I suoi film funzionano come documenti storici, registrando non solo eventi, ma anche atteggiamenti, speranze e paure di una classe sociale spesso emarginata nelle narrazioni ufficiali.
L'approccio di Ken Loach alla narrazione cinematografica, con il suo stile quasi documentaristico e l'uso frequente di attori non professionisti, contribuisce al senso di autenticità che permea i suoi film. Questa tecnica, che ricorda il neorealismo italiano, permette alle esperienze rappresentate sullo schermo di risuonare con una veridicità rara nel cinema. tradizionale.
Em La Vecchia Quercia, come nei film precedenti della trilogia, Ken Loach dimostra un'acuta comprensione dell'importanza degli spazi comunitari nel plasmare la coscienza di classe. Il pub e il centro comunitario Io Daniele Blake, funge da microcosmo in cui vengono negoziate le tensioni sociali e dove emerge la possibilità di solidarietà tra diversi gruppi.
Concludendo la sua carriera con questa trilogia, Ken Loach non solo consolida la sua eredità come uno dei più importanti registi sociali del XX e dell'inizio del XXI secolo, ma offre anche un invito all'azione. I suoi film non sono solo rappresentazioni passive dell'ingiustizia sociale, ma inviti attivi alla riflessione e al cambiamento. A questo proposito, La Vecchia Quercia costituisce la testimonianza finale della ferma fiducia di Ken Loach nel potere trasformativo dell'empatia e dell'azione collettiva.
In definitiva l'ultima trilogia di Ken Loach, culminante in La Vecchia Quercia, rappresenta non solo il culmine di una carriera straordinaria, ma anche un importante documento storico del nostro tempo. Attraverso questi film, Ken Loach ci offre una lente attraverso la quale possiamo esaminare criticamente le strutture sociali ed economiche che modellano le nostre vite, ricordandoci anche la resilienza e la dignità insite in coloro che lottano contro le avversità. È un'eredità cinematografica che continuerà a risuonare e ispirare ben oltre i suoi tempi.
*Erik Chiconelli Gomes è un ricercatore post-dottorato presso la Facoltà di Giurisprudenza dell'USP.
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