Labirinto economico

Edificio del Ministero delle Finanze/ Immagine: Rafa Neddermeyer/ Agência Brasil
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da LEDA MARIA PAULANI*

Quando si tratta di analizzare e diagnosticare cosa succede alle aspettative e agli stati d’animo del mercato, è necessario tenere conto anche di altri fattori.

1.

Soffro da molto tempo di labirintite cronica, che attacca senza preavviso e mi mette fuori combattimento (sindrome di Ménière). Nelle ultime settimane ho vissuto in trance e in un mondo squilibrato. “Svegliandomi” ora, però, scopro che il labirinto dei disabili ha compromesso la mia capacità di giudizio. Vi lascio quindi con una domanda: nel frattempo è avvenuta una catastrofe di cui non ero a conoscenza?

Una nuova guerra, cioè una nuova guerra che ha fatto salire ulteriormente alle stelle il prezzo dell’energia e del cibo; o forse un grande disastro climatico, più grande di quello che ha inghiottito i nostri fratelli del Rio Grande do Sul; no, una nuova pandemia, cioè penso che sia una nuova pandemia, e infinitamente più devastante, che fa venire i brividi, soprattutto al “mercato”, che dovrà sopportare ancora una volta uno Stato senza vincoli di spesa; oppure il NYSE, il Nasdaq, la Borsa di Shanghai e il Nikkey hanno compiuto un'inversione spettacolare e sono finiti tutti insieme nel baratro; Oppure non è stato niente del genere e quello che è successo è stato un picco dell’inflazione americana a tal punto che gli Stati Uniti ora si sentono come il Brasile degli anni ’1980?

Qualunque cosa sia stata, deve essere stato qualcosa di apocalittico, senza il quale è impossibile spiegare il repentino cambiamento di aspettative, scenario, panorama, ambiente dell'economia brasiliana da metà aprile a questa fine giugno.

Quindi vediamo. Circa due mesi fa, le aspettative di inflazione erano in calo e perfettamente all’interno del target, le aspettative sull’andamento del PIL erano in aumento, in linea con quanto previsto per l’anno, la riscossione delle tasse era sorprendentemente positiva e costante e la disoccupazione continuava a diminuire. I conti con l'estero mostravano uno scenario non roseo come quello dell'anno precedente, ma il mercato lo aveva già scontato e, in ogni caso, neanche loro costituivano una sorpresa negativa.

Il cambio era intorno ai 5,00 R$, a volte un po' sotto, a volte un po' sopra, e l'Ibovespa B3 ha continuato con un trend al rialzo, sfiorando i 130mila punti. L'indagine Focus prevedeva che il Selic si collocasse al 9% alla fine dell'anno, segnalando un continuo movimento al ribasso. A mo' di corollario, il 1° maggio la famosa agenzia di rating del rischio Moodys, pur non modificando il valutazione del Brasile, ha cambiato il proprio outlook da “stabile” a “positivo”.

Domenica 16 giugno il Folha de S. Paul Aveva un titolo principale (scritto male): “Il Brasile ha una delle peggiori performance in borsa e in valuta”. Nell'articolo si informa che, tra le maggiori economie del mondo, la Borsa brasiliana avrebbe perso in media il 10% da inizio anno (intorno al 7%, diciamo, da metà aprile ad oggi), mentre la moneta brasiliana, toccando i 5,40 R$, non è stata al primo posto sul podio della svalutazione perché lo yen giapponese ha usurpato il posto. Nella riunione del 19 giugno, il Copom ha deciso all'unanimità di mantenere la Selic al 10,5%.

Qual è il motivo di una simile inversione di tendenza? Qualcuno dirà presto che, esternamente, il Federal Reserve L'America ha rinviato ancora una volta il momento di ridurre i tassi di interesse. Ma lo aveva già fatto almeno due volte solo quest'anno, senza provocare tutto questo trambusto. Internamente, alcuni ricorderanno, il governo Lula ha modificato l’obiettivo dei risultati primari per il 2025 da un ulteriore 0,5% a zero. Ma anche questo era già scontato dal mercato.

Non ce n'erano due o tre, ma diversi dirigenti di istituti finanziari hanno affermato che gli obiettivi di risultato primari sarebbero stati difficili da raggiungere e che stavano già lavorando con numeri peggiori. Inoltre, questo cambiamento è avvenuto in aprile e non ha alterato, ad esempio, la volontà di Moodys di migliorare, nella sua posto, la prospettiva attribuita all’economia brasiliana. Allora perché? La risposta non è tecnica.

2.

Quando si tratta di analizzare e diagnosticare cosa succede alle aspettative e agli stati d’animo del mercato, è necessario tenere conto anche di altri fattori. Teoricamente, la decisione della Banca Centrale riguardo al livello da fissare del tasso di interesse avviene attraverso la cosiddetta “funzione di riferimento”, la quale stabilisce che la principale variabile che influenza le aspettative di inflazione è la credibilità della politica monetaria, che, a sua volta, essa dipende visceralmente dal tasso di interesse stesso.

Tradotto, ciò che determina il comportamento dell'autorità monetaria riguardo alla fissazione del tasso di base è ciò che sente dal mercato, ma ciò che sente dal mercato dipende interamente da ciò che dice lei stessa. Un matrimonio così perfetto non solo rende “equilibrato” qualsiasi livello della tariffa, dal più basso al più alto, anche se volta le spalle a variabili oggettive, ma può anche diventare una collusione contro il Paese.

Quando la politica della Banca Centrale si limita rigorosamente e restrittivamente al raggiungimento di determinati risultati in relazione all’indice generale dei prezzi, abbandonando gli altri suoi compiti (secondo il suo diploma giuridico, essa deve anche garantire la crescita e l’occupazione, tanto per citare un’altra delle sue responsabilità ) e ascoltando, per impostare la sua “funzione di riferimento”, solo il mercato – ancora più strettamente, solo il mercato finanziario (non così, ad esempio, negli USA, il modello ineluttabile della nostra ortodossia), la fissazione del tasso di base diventa un gioco tra amici, pieno di profezie che si autoavverano.

Ecco dunque la prima variabile (non di carattere tecnico) da considerare: dal punto di vista istituzionale si sono create le condizioni oggettive per una sorta di “autismo” nella politica monetaria, che evidentemente serve interessi specifici, soprattutto quelli delle vecchie ricchezze, tramutate in carta – capitale fittizio, direbbe un vecchio barbuto, che cerca follemente di catturare nel futuro l’apprezzamento che dovrebbe contribuire a promuovere nel presente con applicazioni produttive. Ma c'è di più.

Da quando nel febbraio 179 è stata firmata la Legge complementare n. 2021, che concedeva l’autonomia alla Banca centrale, con l’impronta digitale criminale di Jair Bolsonaro, la situazione è diventata ancora più complessa. L’autonomia, in linea di principio una sorta di salvaguardia contro gli “interessi politici”, sempre dannosi, nella visione ultraliberale che ha motivato la proposta e l’approvazione della legge, al compito sacrosanto di preservare il comportamento dei prezzi, l’autonomia può trasformarsi, come stiamo ora vedendo ., un'arma politica letale.

Ricordando un certo giudice provinciale che assume in anticipo il dipartimento di Giustizia, arrestando il candidato più forte alle elezioni, un presidente della Banca Centrale che non si vergogna di accettare un posto di Ministro delle Finanze in un eventuale governo guidato da un candidato dell'opposizione potrebbe essere tutt'altro che autonomo. Indegno della posizione che occupa, Campos Neto usa e abusa del suo potere per dirigere la politica monetaria contro il governo, democraticamente sacro alle urne, che comanda l'Esecutivo.

E con ciò torniamo al colpo di scena, infondato dal punto di vista tecnico. Il 17 aprile, mentre si recava negli Stati Uniti per una riunione del Fondo Monetario Internazionale, Campos Neto annunciò che “c’è più incertezza adesso che nell’ultima riunione” (???) e che la mancanza di prevedibilità ostacolerebbe il piano adottato dal Copom in Marzo, per continuare la tendenza al ribasso del tasso Selic. Come ha osservato il giornalista Luis Nassif, la buccia di banana lanciata dal presidente della Banca Centrale ha dato risultati immediati: il giorno dopo il suo discorso, le aspettative riguardo ad un taglio dello 0,5% del Selic sono scese dal 79% al 28%.[I]

Meno di dieci giorni dopo Campos Neto colpisce ancora: l’inflazione, dice in un evento a San Paolo, “mantiene un trend al ribasso, ma le aspettative sono alte”[Ii] (Nota, ammette che l’inflazione sta diminuendo…). E di conseguenza, nella successiva riunione del Copom, il taglio è stato dello 0,25% e non dello 0,5%, con una decisione divisa.

Da quel momento in poi, le aspettative favorevoli sul comportamento dell'economia hanno cominciato a diminuire. Forzando un calo di appena lo 0,25%, invece del previsto 0,5%, nella riunione dell'8 maggio, che ha portato alla scissione del Copom (quelli nominati da Lula hanno votato per una riduzione dello 0,5%, quelli nominati da Jair Bolsonaro hanno votato per un calo 0,25%), ha contribuito ad accelerare l'offensiva.

Il nome di Gabriel Galípolo, attuale direttore della politica monetaria nominato dal governo Lula e considerato il probabile successore di Campos Neto alla presidenza dell'entità, comincia ad essere fortemente messo in discussione. Nell'ultima riunione del 19 giugno si è avverata la profezia di Campos Neto, un Copom completamente ostaggio di un mercato vorace e corrosivo, istigato dallo stesso presidente dell'autorità monetaria del paese, cerca di fermare l'emorragia di aspettative che la stessa BC fa leva e vota all’unisono per mantenere il tasso. Chi voterebbe contro? Da un Selic a fine anno intorno al 9%, ora non si parla d'altro che di mantenere il 10,5% fino alla fine del 2024. Missione compiuta.

3.

E l’economia brasiliana? Ah, va bene, grazie. Prodotto e occupazione continuano a sorprendere, entrate anche, conti con l'estero ok, inflazione in calo... E tutto questo che importa? Nulla. Ma poiché le aspettative contribuiscono a gonfiare le incertezze e a ridurre gli scarsi investimenti, il clima amaro contaminerà anche l’economia reale.

Dopo tre decenni al servizio della vecchia ricchezza, con l’Esecutivo sempre più legato, che fa del suo meglio per preservare un minimo grado di libertà, con il Congresso più reazionario della storia che manovra gli interessi più oscuri, resta da vedere se ci sarà un filo di Arianna per salvare il Paese da questo labirinto, più sinistro del mio, che ospita il Minotauro estremista che continua a divorare le nostre speranze.

*Leda Maria Paulani è un professore senior presso FEA-USP. Autore, tra gli altri libri, di Modernità e discorso economico (Boitempo).[https://amzn.to/3x7mw3t]

note:


[I] https://jornalggn.com.br/coluna-economica/luis-nassif-como-campos-neto-armou-novo-golpe-da-selic/

[Ii] https://economia.uol.com.br/noticias/reuters/2024/04/26/inflacao-no-brasil-mantem-trajetoria-de-queda-mas-servicos-subjacentes-e-expectativas-estao-elevados-diz-campos-neto.htm


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