da JORGE LUIZ SOUTO MAIOR*
Nel momento in cui si assume la responsabilità di chiarire i fatti, non può non riconoscere che la “riforma” sindacale è stata il risultato e anche la ragione del golpe del 2016
Con lungo ritardo e senza la possibilità concreta di riparare tutti i danni causati alla regolarità democratica e alla concreta effettività dei fondamentali diritti costituzionali, l'STF, infine, ha riconosciuto gli eccessi legali commessi nei procedimenti giudiziari adottati nell'ambito di Lava Jato.
È indispensabile, però, passare ad altre realtà che sono state coinvolte anche nel contesto di Lava Jato, se non come conseguenza di uno scopo preconcetto, almeno come effetto collaterale della logica autoritaria, antidemocratica e politicamente impegnata che lo ha spinto. Seguendo l'esempio di quanto accaduto nell'“impeachment” della presidente Dilma e nel processo all'ex presidente Lula, sono stati pubblicati innumerevoli testi e discorsi che, all'epoca, denunciavano l'abbandono delle procedure democratiche e delle garanzie costituzionali che avevano portato a tali eventi .
Quanto al secondo fatto, l'STF ha già espressamente riconosciuto le irregolarità in questione, e resta ancora da pagare il conto quanto al primo. Ma, come dicevo, sarà fondamentale andare avanti, perché, come mi sono espresso nell'occasione, sia il golpe contro la presidente Dilma che la condanna di Lula erano direttamente collegati a un obiettivo preciso, che era quello di introdurre un profondo declassamento della protezione sociale in Brasile, del lavoro e della sicurezza sociale, al fine di favorire, con la conseguente riduzione dei costi di produzione e l'indebolimento dei sindacati, i grandi conglomerati internazionali nelle loro dinamiche di riproduzione del capitale attraverso lo sfruttamento della forza lavoro.
Sta di fatto che la “riforma” sindacale attuata in Brasile nel 2017 è direttamente collegata a tutte queste vicende (“impeachment”, condanna dell'ex Presidente e di Lava Jato), in un rapporto di causa ed effetto, essendo stata segnata, di conseguenza, da lo stesso disprezzo dei precetti democratici e delle garanzie costituzionali.
Nel momento in cui si assume la responsabilità di chiarire i fatti, non può non riconoscere che la “riforma” sindacale è stata il risultato e anche la ragione del golpe del 2016 e si è basata sugli stessi meccanismi di “rottura democratica” (per usare l'espressione del relatore per la “riforma” PL alla Camera dei deputati, Rogério Marinho), assolvendo a questo compito come misura sia di coerenza che di legittimità del processo di ricostruzione della regolarità democratica e del rispetto dell'ordine costituzionale che si annuncia all'interno della campo di applicazione della STF e nelle manifestazioni dei grandi media.
La difficoltà potrebbe essere che, per quanto riguarda la "riforma" del lavoro, molti degli attori che oggi cercano di svolgere un ruolo di primo piano in questo processo di difesa della democrazia e dell'autorità della Costituzione, in particolare l'STF e i mezzi di stampa tradizionali, erano anche partecipanti attivi allo smantellamento e, quindi, molto probabilmente non saranno disposti ad assumersi la propria colpa in questo processo.
Tale presa di posizione, peraltro, è già stata pronunciata in modo esplicito, poiché contestualmente a dichiarare l'irregolarità procedurale nel processo, nell'ambito di Lava Jato, che ha portato Lula in carcere e gli ha impedito di candidarsi alle elezioni del 2018, l'STF , con il silenzio connivente dei media mainstream, il 18 dicembre 2020, giudicando ADC 58 e 59, ha distrutto la ricomposizione monetaria dei crediti di lavoro; accertando ADC 66, in pari data, ha dichiarato la costituzionalità dell'articolo 129 della Legge 11.196/2005, il quale stabilisce che, ai fini tributari e previdenziali, la prestazione di servizi intellettuali, inclusi quelli di natura scientifica, artistica o culturale, è soggetto solo alla legislazione applicabile alle persone giuridiche, indipendentemente dal fatto che il servizio sia fornito a titolo personale o meno, con o senza l'attribuzione di alcun obbligo a partner o dipendenti della società che fornisce servizi; e, in data 26, giudicando RE 03, ha deliberato, nella sua composizione maggioritaria, che la retribuzione dei lavoratori somministrati non può essere equiparata a quella dei lavoratori a tempo indeterminato (as), anche se la fattispecie, posta in esame, riguardava solo a parità retributiva tra lavoratore terzo e lavoratore di ente pubblico, approvato con gara pubblica.
Ciò nonostante, vale la pena insistere e ricordare ancora una volta i fatti storici che dimostrano, in modo inequivocabile, come il golpe del 2016 e Lava Jato abbiano favorito, a scapito dei presupposti democratici e per venire incontro a interessi localizzati, l'approvazione della “riforma” sindacale. . Questa osservazione è rilevante sia per riaffermare l'importanza della STF e di altre istituzioni che si dichiarano democratiche nel riconoscere questo fatto, sia per far sì che, in campo giuridico, in maniera del tutto estranea alla realtà storica, il Diritto N. 13.467/17 non continua ad essere applicato e visto sotto forma di una legge come le altre.
Allora vediamo.
Tutto va verso la “riforma” del lavoro, in modo più esplicito e deciso, dal 2014 in poi, quando, per rendere fattibile l'ospitazione dei Mondiali in Brasile, sono state fatte numerose concessioni al potere economico, allargando le fratture istituzionali e alimentando il logica dello Stato di eccezione (rappresentata dal disprezzo di alcuni precetti costituzionali). Di conseguenza, sono state infrante tutte le barriere di contenimento degli interessi delle grandi aziende e queste, poi, hanno assunto una posizione decisa e organizzata verso l'eliminazione di diversi diritti del lavoro, come, peraltro, era già stato espresso, dal 2012, nella documento redatto dalla Confederazione nazionale delle industrie che enuncia “101 proposte per la modernizzazione del lavoro”.
Si dà il caso che la candidata Dilma Roussef per essere rieletta, cercando il necessario appoggio dei fronti sindacali, abbia dichiarato: “Io non tocco diritti sindacali anche se la vacca tossisce”.
Da quel momento Dilma è stata posta sotto il mirino diretto del potere economico, il quale, ovviamente, ha presunto di non lasciarsi sfuggire l'occasione storica che si è aperta per realizzare i declassamenti del lavoro iniziati negli anni '90 e che sono rimasti allo stesso livello legislativo - praticamente stagnante - dal 2002.
Dilma, già eletta, ha provato anche a fare un cenno di conciliazione al potere economico e, in 30/12/14, editi deputati 664 e 665, che rendevano difficoltoso per i lavoratori l'accesso all'indennità di disoccupazione, ai bonus salariali, alla cassa integrazione, alla pensione in caso di morte, all'indennità di malattia e all'assistenza carceraria.
Sempre sulla stessa linea, in 06/07/15, pubblicato MP 680 (Programma di Tutela del Lavoro), che istituiva il Programma di Tutela del Lavoro, attraverso il quale era consentita una riduzione temporanea fino al trenta per cento dell'orario di lavoro dei dipendenti, con una proporzionale riduzione della retribuzione ( art. 3º.), permissiva concesso alle imprese che hanno aderito, fino al 31/12/15, al PPE e “si sono trovate in una situazione di difficoltà economica e finanziaria, alle condizioni e nella forma stabilite con atto dell'Esecutivo Federale” (art. 2º. ) .
Queste misure, però, non soddisfacevano la fame di capitale, anche perché, a proposito della MP 680, sussistevano alcune condizioni per raggiungere l'obiettivo, come la necessità di “sottoscrivere uno specifico contratto collettivo di lavoro”, a copertura “ tutti i dipendenti della società o, almeno, i dipendenti di un determinato settore” (§ 2, art. 3), garanzia di percepire il salario minimo; indennità pecuniaria pari al cinquanta per cento dell'importo della riduzione salariale e limitata al 65% (sessantacinque per cento) dell'importo massimo della rata del sussidio di disoccupazione, per tutta la durata del periodo di riduzione temporanea dell'orario di lavoro; garanzia di occupazione durante il periodo in cui è in vigore l'adesione dell'azienda al PPE, prorogata per un periodo pari ad un terzo del periodo di adesione, dopo la cessazione.
Rendendosi conto dell'opportunità data dalla fragilità del governo, che perde consensi per aver infranto la promessa elettorale, ma anche immaginando che il governo non si spingerebbe fino a soddisfare, al livello richiesto, le pretese del potere economico, il PMDB, anche come parte del governo, in 29/10/15, presenta al settore economico il suo programma “Un ponte verso il futuro”, che prevedeva la realizzazione delle “riforme strutturali” necessarie per rilanciare l'economia, parlando anche di modifiche alle leggi e alla Costituzione, le cui “disfunzionalità” dovrebbero essere corrette.
Vero è che il programma in questione, pur parlando di “riforme”, non dava indicazioni concrete su cosa si sarebbe fatto in proposito, limitandosi a menzionare espressamente, in ambito previdenziale, l'innalzamento dell'età minima per il pensionamento, e, in materia di lavoro, ad un'azione per “far prevalere i contratti collettivi sulle norme di legge, ad eccezione dei diritti fondamentali”[I].
In ogni caso, questa indicazione fatta al potere economico, era lo slancio che mancava per l'apertura del processo di accusa, che appare anche come una soluzione all'impasse.
Così, dopo che Eduardo Cunha ha accolto, in 02/12/15, la richiesta di accusa, di cui si comincia a discutere alla Camera in 04/12/15[Ii], il mondo imprenditoriale iniziò a manifestarsi espressamente a favore della destituzione del Presidente, avendo la percezione che, di fronte al potenziale indebolimento delle istituzioni democratiche (che già si stava manifestando, è bene ricordare, in formule esplicite di Stato di eccezione, dal 2013 ), se avrebbe avuto l'opportunità di concretizzare un desiderio già espresso nel 1989, vale a dire, distruggere la formalizzazione di uno Stato sociale introdotta nella Costituzione del 1988, in particolare in aspetti della posizione dei diritti fondamentali che è stata conferita a i diritti dei lavoratori e della società rilevanza data al Tribunale del lavoro, soprattutto dopo la CE45/04, quando la sua competenza giurisdizionale è stata ampliata[Iii].
La FIESP e la CIESP si sono solo espresse espressamente a favore del accusa em 14/12/2015[Iv]; la CNA, in 06/04/2016; il CNI e il CNT, in 14/04/2016, cioè tre giorni prima del voto alla Camera, avvenuto in 17/04/16. FEBRABAN non ha commentato la questione (il che non significa che fosse contraria, ovviamente).
Un giorno prima del voto alla Camera, per giustificare il accusa, già considerato essenziale per la “ripresa dell'economia”, il presidente della FIESP, Paulo Skaf, in un'intervista concessa al quotidiano O Estado de S. Paulo, pubblicata nell'edizione di 16/04/16[V], annunciava: “Con la ripresa della fiducia [leggi: con il accusa di Dilma e di un governo Temer], l'economia riprenderà a crescere, e non ci vorrà molto. Il merito va dato al presidente che si insedia. (…) Non c'era modo di risolvere l'economia senza cambiare il governo”.
E il presidente della CNA (Confederazione nazionale dell'agricoltura e dell'allevamento), João Martins, lo stesso giorno, parlando ai deputati del gruppo ruralista, ha detto: “La dura realtà è che l'attuale governo ha scelto la strada sbagliata adottando misure che ha influito sulla stabilità dell'economia e ha provocato la crescita della disoccupazione (…) la chiusura di 100mila esercizi commerciali in tutto il Paese, generando 10 milioni di disoccupati e con il governo che ha perso ogni credibilità presso la popolazione e la comunità finanziaria internazionale (…). Cambiare il Paese, ricostruire l'economia, realizzare riforme strutturali, ad esempio, della previdenza sociale e della legislazione sul lavoro, sono compiti complessi da svolgere dopo l'approvazione dell'impeachment”.
Il cosiddetto “pedale fiscale” è stato l'argomento (politico-legale) per l'approvazione dell'“impeachment”, ma la motivazione è stata il disperato tentativo del settore economico di approfittare della finestra storica per imporre battute d'arresto sul lavoro.
Questa motivazione e il modus operandi sono i fattori che definiscono l'“impeachment” come un autentico colpo di stato istituzionale legato agli interessi di un settore molto ristretto della società, anche se camuffato dai discorsi di interesse generale della lotta alla corruzione e della moralità amministrativa.
Accade così che dopo un mese dall'insediamento di Temer – ancora provvisoriamente, visto che l'impeachment era ancora in corso – non sia stata intrapresa alcuna azione governativa per una riforma del lavoro. E la stessa PL 4.330/04 - sull'esternalizzazione, che è stata una grande scommessa imprenditoriale e che era già stata approvata alla Camera il 23, ha incontrato forti ostacoli sociali e politici fin da quando ha iniziato a essere discussa al Senato, dal 04/15/28, con numero PLC 04/15, con relatore il Senatore Paulo Paim, nominato il 30/15/17.
Entra in Lava Jato allora.
Di fronte all'inerzia del governo, che non ha mantenuto quanto promesso, in 19/05/16, è stata diffusa la notizia che alcuni membri del governo, compresi i ministri, sono stati coinvolti nelle accuse di Lava Jato[Vi].
Il governo non ha recepito il messaggio e ha continuato a non occuparsi in modo così rigoroso della riforma del lavoro, poiché ha espressamente dato priorità alla riforma della previdenza sociale, come affermato dal ministro del Lavoro, Ronaldo Nogueira, in 20/05/16: “Il ministero ascolterà i lavoratori perché la riforma del lavoro è un secondo passo. In primo luogo, il governo sta lavorando per cercare un consenso in materia di previdenza sociale”.[Vii].
Il ministro è stato addirittura applaudito dai sindacalisti quando ha annunciato: “nessun provvedimento verrà annunciato senza prima costruire una base consensuale con i sindacati”. [Viii].
Conseguenza: il giorno 08/06/16, 150 imprenditori di diversi settori, vista l'occasione della crisi politica, si sono recati al Planalto per incontrare il Presidente (fino ad allora interinale), manifestare il proprio sostegno al governo e cogliere l'occasione per ricordargli l'impegno assunto nei confronti di riforme strutturali della legislazione previdenziale e del lavoro[Ix].
Il governo, svelando il patto stretto con questa fascia della società, il mondo delle imprese e i media mainstream, ha ribadito pubblicamente la volontà di attuare le cosiddette “misure impopolari” per realizzare le cosiddette “riforme strutturali” e, vogliamo dire, ha cambiato il corso della prosa.
I ministri del governo Temer, allora, si sono fatti avanti per fare della volontà d'affari una voce ufficiale dello Stato.
Em 18/06/16, il Ministro del Lavoro passa poi a parlare della necessità di cambiare la legislazione del lavoro: “Serve un contratto di lavoro che espliciti più chiaramente le regole, riguardo ai diritti e alle garanzie del lavoratore”[X].
La ministra della Casa Civile, la stessa che ha annunciato la fine di Lava Jato, spiegando che dovrebbe sapere quando fermarsi[Xi], per giustificare la fine del CLT, ha affermato, nella stessa data, che "... gli anni '40 e '46 sono stati lasciati indietro molto tempo fa", affermando che se c'era una ragione per la legislazione del lavoro creata da Getúlio Vargas a quella volta, questi motivi non esistono più[Xii].
Ed è andato oltre affermando che: “…dobbiamo guardare al domani, (vedere cosa) stanno facendo i paesi sviluppati, e dobbiamo farlo qui. La questione di ciò che è stato concordato rispetto a ciò che è stato legiferato, con ciò che è stato concordato rispetto a ciò che è stato legiferato, cioè il mondo. Non stiamo qui a inventare la ruota. È così nel mondo di oggi, data la competitività che si è instaurata per avere un lavoro. Tutti (stanno) cercando di perseguire la piena occupazione. Quindi le forme di assunzione devono essere semplificate”.
Il Presidente del CNI si è sentito così a suo agio con la situazione politica del Paese, estremamente favorevole al settore economico, che, in 11/07/16, è venuto a dire[Xiii] che per recuperare la competitività delle imprese sarebbe necessario aumentare il limite di lavoro da 44 a 80 ore settimanali. È vero, in seguito ha riconsiderato il suo discorso per chiarire che ha menzionato il limite di 60 ore settimanali[Xiv] e non gli anni '80.
Anche i grandi media hanno provato a fare la loro parte e, in giornata 20/07/16, il quotidiano Folha de S. Paulo ha evidenziato la notizia (che era concretamente un ultimatum) che il governo avrebbe inviato al Congresso nazionale, entro la fine dell'anno, tre proposte di riforma del lavoro[Xv].
Il governo ha saputo approfittare della situazione e, in 24 / 08 / 16, giorni prima del voto accusa della Presidente Dilma al Senato, ha convocato imprenditori a un evento a Palazzo Planalto e, in una manifestazione pubblica, ha fatto cosa? Ha difeso la riforma del lavoro, che, ovviamente, è stata rapidamente coperta dalla stampa.[Xvi].
Con tutto questo apparato di promesse e impegni assunti dal governo ad interim, in 31/08/16, il golpe si consolida attraverso l'approvazione definitiva del accusa al Senato.
Si scopre che, il giorno 8/9/16, nel processo RE 895.759 (1159), il Ministro Teori Zavascki, con decisione monocratica, seguendo la stessa linea già aperta dalla decisione emessa con RE 590.415, del 30 aprile 2015 (relatore il Ministro Roberto Barroso), ha ammesso la validità di un collegiale norma che fissava il limite massimo di ore “in itinere”, addirittura appropriandosi di quanto pattuito rispetto a quanto legiferato.
Nel giorno 14/09/16, il Supremo, riflettendo il momento politico, probabilmente per la prima volta in tutta la sua storia, ha designato un'agenda composta interamente da processi che riguardavano le questioni del lavoro. Ed è stata un'agenda scelta con cura, poiché le domande, tutte, erano legate al tema della flessibilità. È stato, cioè, redatto un ordine del giorno con l'obiettivo di promuovere un'autentica “riforma” giurisprudenziale del lavoro, andando oltre le intese, nelle stesse materie, già espresse dal TST, come verificate nel contenuto delle sentenze emesse.
Nella sentenza dell'ADIN 4842 (relatore, Ministro Celso de Melo), la STF ha dichiarato l'art. 5 della Legge n. 11.901/09, che fissa in 12 ore la giornata lavorativa dei vigili del fuoco civili, seguite da 36 ore di riposo e limitate a 36 ore settimanali, contrariamente alla limitazione giornaliera stabilita dall'art. 7, XIII, della Costituzione federale.
Nella stessa seduta della giornata 14/9/16, il ministro Roberto Barroso, chiamando al dialogo il ministro Marco Aurélio de Melo, ha affermato: “ogni tendenza del diritto del lavoro contemporaneo è verso la flessibilizzazione delle relazioni e la collettivizzazione delle discussioni”. E il ministro Marco Aurélio ha aggiunto: “Fatto. Prima o poi dovremo andare per questa riforma”.
Di fronte a questa esplicita manifestazione da parte della STF, Temer vede l'opportunità di non andare avanti con i disagi della riforma del lavoro, dichiarando, il giorno successivo, 15/09/16, che non è stato un “idiota” ad eliminare i diritti dei lavoratori e ha addirittura annunciato che avrebbe rinviato al 2017 la presentazione di eventuali emendamenti sindacali, mantenendo il focus sulla riforma della previdenza sociale[Xvii].
Em 21/09/16, il governo ufficializza la sua posizione nel senso di rinviare, al 2° semestre del 2017, le discussioni sulla riforma del lavoro. Il ministro del Lavoro precisa: “Siamo solo nella fase degli studi e dei dibattiti, perché la questione è complessa e necessita della partecipazione di tutti i settori coinvolti”. E chiarisce che prima di discutere di modifiche al diritto del lavoro, il governo si concentrerebbe sulla ripresa dell'economia[Xviii].
Ma, anche se l'STF si fosse presentato come un agente di riforma, questo, ovviamente, non era di piena soddisfazione del settore imprenditoriale che ha gonfiato l'arrivo al potere di Temer, poiché in questo modo la regolamentazione dei rapporti patrimoniali sarebbe rimasta sotto controllo il controllo della Magistratura - il lavoro e quello che questo settore voleva era molto di più; era eliminare l'intermediazione statale e controllare direttamente la forza lavoro. Inoltre, le decisioni dell'STF, sebbene flessibili, non sono arrivate al punto previsto di rovesciamento totale dei diritti del lavoro, arrivando addirittura a mantenere incrollabili i principi del diritto del lavoro e l'autorità stessa del tribunale del lavoro.
Nonostante diverse decisioni STF favorevoli al settore economico, si è avvertita la necessità di ritornare sul tema della riforma del lavoro nell'ambito del legislatore.
Fu allora che, in un'altra coincidenza, il giorno 10/12/16, "fa trapelare" ai media mainstream l'informazione che il nome di Temer era stato menzionato 43 volte nelle accuse di Odebrecht[Xix].
Questa volta il messaggio è stato perfettamente compreso e, per tutta risposta, il governo è subito tornato sul tema della riforma del lavoro.
Nel giorno 17/12/16, il Ministro del Lavoro, stravolgendo completamente il suo discorso precedente, ha dichiarato pubblicamente che il governo avrebbe presentato una proposta di riforma del lavoro, non sapendo però quale sarebbe stata tale riforma. Ha solo detto che potrebbe esserci l'adozione del “lavoro intermittente”, spiegando anche che su questo punto non c'è consenso.[Xx].
È evidente, quindi, che il governo, come aveva già affermato, non aveva una proposta concreta di riforma del lavoro, almeno frutto di studi, con proiezioni e aspettative. Quello che si intendeva in quel momento, con quell'informazione, era solo quello di soffocare gli effetti nefasti delle ultime notizie. Ma si può anche dire che il governo ha subito pressioni per mantenere la promessa che aveva fatto di realizzare la riforma del lavoro “impopolare”.
È così che è stato organizzato, solo 5 giorni dopo, cioè in 22/12/16, grande pedana presso Palazzo Planalto, per annunciare la presentazione dell'eventuale disegno di legge e per comunicare che avrà effetto il rilascio, a partire dal 1° febbraio 2017, dei conti FGTS inattivi.
Il governo è riuscito, in questo modo, a cambiare l'agenda dei media mainstream, distogliendo l'attenzione dalla denuncia che coinvolgeva Temer e mettendo in prima pagina la notizia della riforma del lavoro, mentre tranquillizzava gli imprenditori – e anche lavoratori, con il rilascio della FGTS –, tenendo entrambi in attesa.
Ma vale la pena notare. Il governo non aveva un proprio progetto di riforma del lavoro. La bozza che ha presentato al Congresso Nazionale, il giorno seguente, in 23/12/16 (dove ricevette il numero PL 6.787/16), con il soprannome di mini-riforma, fu fatto in fretta e furia per soffocare la crisi politica; contava ben 9 misere pagine, giustificazione compresa, e modificava solo 7 articoli del CLT, oltre a proporre una riformulazione della Legge n. 6.019/16 (lavoro interinale).
Parallelamente, come già accennato, era in corso di elaborazione al Senato Federale la PLC 30/15 che prevedeva l'ampliamento dell'esternalizzazione, ma essendo forte la reazione sociale contro il progetto, favorita dall'operato del relatore, il senatore Paulo Paim, bisognava fare qualcosa perché venisse sciolto anche il nodo legato alla questione dell'outsourcing.
L'impulso per il risultato è arrivato con nuove notizie su Lava Jato.
Nel giorno 03/03/17, sono state rilasciate informazioni secondo cui il "primo" reclamo Lava Jato dell'anno era stato accettato quel giorno[Xxi].
Nello stesso giorno, 03 marzo 2017, viene diffusa la notizia[Xxii] che la Camera intendeva riprendere il trattamento della PL 4.302/98, occupandosi del lavoro interinale (seppure se ne parlava già nella PL 6786/16), ma che faceva anche menzione, seppur non molto precisa, di esternalizzazione, con autorizzazione per il core business delle aziende.
PL 4.302/98 era praticamente senza elaborazione[Xxiii], evidenziando una sola richiesta di spostamento, indirizzata al Presidente della Camera, formulata da Fecomércio, il 10/01/17, che è stata inoltrata al CCJC, il 25/01/17, dove è stata depositata il 26/01/17 .
Nel giorno 21/03/17, la Polizia Federale ha avviato la prima operazione riferita ai nomi denunciati dall'accusa Odebrecht, coinvolgendo 4 senatori, in 4 Stati[Xxiv] e, nello stesso giorno, il 21 marzo, sono state risolte tutte le “pendenze” della PL 4.302/98 ed il progetto è stato inviato in plenaria ed approvato in sede 22/03/17.
Il risultato è stato che una procedura così accelerata non si era mai vista prima. Il PL è stato sanzionato da Temer, in 31/03/17, divenuto Legge n. 13.429/17, pubblicata lo stesso giorno nella Gazzetta Ufficiale Federale.
E il legame Lava Jato, o il suo utilizzo, anche se su iniziativa dei media mainstream, per raggiungere determinati fini, è più evidente quando (dopo aver realizzato la “riforma” sindacale), in 11/04/17[Xxv], è stata diffusa la “lista Fachin” dei denunciati da Lava Jato 11/04/17[Xxvi], e il nome di Temer non è apparso. Sebbene ci fosse una base giuridica per questa “scomparsa”, dovuta al suo ricoprire la carica di Presidenza della Repubblica, il fatto concreto è che, come già espresso[Xxvii], vanno fatte alcune “valutazioni legali” per non permettere che la “stabilità del Paese” venga scossa. In questo caso la stabilità è stata sostenuta, anche se sulle sabbie mobili, per soddisfare lo scopo di realizzare le riforme del lavoro e della sicurezza sociale, che è stato ciò che, contraddittoriamente, ha motivato il rimescolamento della democrazia e delle istituzioni del Paese. Ricordiamo, inoltre, che ad oggi – da quando è stata consegnata la “riforma” – nessuna indagine è stata condotta contro Temer, anche se, come visto, il suo nome è comparso 43 volte nelle accuse di Odebrecht. Ed è anche importante non dimenticare che la “riforma” è stata portata avanti da diversi parlamentari denunciati nella “lista Fachin”.
Nella relazione finale di PL 6.787/16, presentata all'indomani della pubblicazione della lista Fachin, cioè in 12/04/17, non c'è stato, inizialmente (il 23/12/16), un progetto di riforma del lavoro, come sopra evidenziato, ma in soli quattro mesi (va considerato che, infatti, la procedura inizia in 09/02/17, quando è stata insediata la commissione speciale per le riforme ed è stato eletto relatore il deputato Rogério Marinho, il che ha portato a scarsi risultati due mesi di elaborazione) la traballante e priva di fondamento PL si trasformò in un testo di 132 pagine, compreso il Parere, proponendo la modifica di oltre 200 disposizioni del CLT, tra articoli e commi, tutti nella stessa direzione, quella della tutela degli interessi dei grandi conglomerati economici – allontanandosi, quindi, da ogni tradizione storica di formazione e consolidamento delle norme del lavoro.
Em 18/04/17, tuttavia, il governo ha perso il voto al Congresso per includere il progetto con urgenza[Xxviii]. Ma la base alleata del governo non si è arresa e, nell'ennesima mancanza di rispetto alle regole del gioco democratico, la questione è stata rimessa ai voti il giorno successivo, 19/04/17, quando, poi, è stata approvata l'urgenza[Xxix].
Nel giorno 22/04/17 è stata pubblicata la notizia che le principali aziende citate in Lava Jato avevano licenziato 600mila persone, negli ultimi 3 anni, senza fare alcuna considerazione critica al riguardo, cioè naturalizzando i licenziamenti.
Senza dirlo espressamente, la notizia punta sulla necessità di una limitazione di Lava Jato, evidenziandone gli “effetti collaterali”[Xxx].
Inoltre, aveva la funzione di diffondere l'idea che le imprese corruttrici andrebbero perdonate perché, oltre ad aver contribuito alle accuse, sono ancora vittime degli effetti economici del processo, che, indirettamente, serve a giustificare la manodopera controriforme, che potrebbero aiutarli nella loro ripresa, favorendo il governo nella diffusione dell'occupazione aumentano i numeri dovuti alla riforma, anche se, di fatto, si tratta di sottoccupazione.
Coincidenza o no, il giorno dopo, dentro 23/04/17, il presidente di Natura è diventato pubblico per difendere il mantenimento al potere di Temer fino al 2018[Xxxi].
In caso di emergenza, in 26/04/17, il sostituto di PL 6787/16 è stato approvato dalla Camera dei Deputati.
Si scopre che due giorni dopo, in 28/04/17, si è svolto quello che è stato considerato il più grande sciopero generale della storia del Brasile, indetto da tutte le centrali sindacali e con una partecipazione stimata di 35 milioni di persone, raggiungendo tutte le regioni del Paese, essendo stato integrato anche da diversi movimenti sociali e da un parte rilevante della gioventù organizzata.
Per effetto della forza dello sciopero, quando al Senato si comincia a discutere della “riforma” PL, in 02/05/17, già sotto il numero PLC38/2017, non è assegnato il regime di emergenza.
D'altra parte, lo svolgimento del processo relativo alla “lista Fachin” dava già segni di eternazione nell'STF.
Inoltre, secondo un sondaggio realizzato da Datafolha, pubblicato in 1/05/17, il 64% dei brasiliani ha capito che la riforma del lavoro votata al Congresso doveva favorire gli interessi economici[Xxxii].
Lo stesso sondaggio ha anche evidenziato che il 71% era contrario alla riforma della previdenza sociale[Xxxiii].
Vedendo il rischio che l'occasione si perda, il quotidiano Folha de S. Paulo, attraverso un editoriale del giorno 02/05/17, intitolato “Dores da Democracia”, che riproduce un vecchio appello di un ministro durante la dittatura, ha espresso il suo prurito di coscienza a favore e si è espresso pubblicamente per difendere l'idea che i governi non dovrebbero soddisfare i desideri della maggioranza della popolazione se così esigere le esigenze economiche[Xxxiv].
Ma per dimostrare che un arretramento su questa vicenda non poteva essere tollerato, poiché al Senato Federale si intravedeva un contenzioso politico ben più grande di quello avvenuto alla Camera dei Deputati, in 17/05/17 Le notizie trapelano sulla registrazione della conversazione tra il proprietario di JBS e il presidente Temer[Xxxv].
La carta, è vero, era molto forte e lo stesso settore economico arrivò ad ammettere che il governo, tramortito dalla notizia, non sarebbe stato in grado di portare avanti le riforme. In ogni caso ha chiarito che rinuncerà al governo, ma non alle “riforme”.
Così, quella che sembrava una possibilità di svolta negli attacchi ai diritti dei lavoratori si è rivelata una situazione ancora più tragica per i lavoratori, perché il governo e tutte le altre forze hanno cominciato ad agire sulla base del tutto o niente, senza preoccuparsi di qualsiasi limite, o apparenza, per ottenere l'approvazione della “riforma” sindacale.
La questione della “riforma” è diventata un'ancora di salvezza per il governo e una questione d'onore e di affermazione del potere per il settore economico.
Con ciò, più che rapidamente il governo ha promesso pubblicamente che la "riforma" del lavoro sarebbe stata approvata rapidamente[Xxxvi].
Nella logica del tutto o niente e fregandosene di qualsiasi patina per camuffare la situazione, il relatore per la “riforma” sindacale alla Camera, il deputato Rogério Marinho, quando, il giorno 17/05/17, ha partecipato a un'udienza pubblica presso il Senato federale, ha confessato che la "riforma" è stata il risultato di una "rottura del processo democratico".
Ventuno giorni dopo l'inizio dell'elaborazione del PL al Senato, più precisamente, il giorno 23 / 05 / 17, La relazione del senatore Ricardo Ferraço era pronta. Il rapporto è stato presentato lo stesso giorno alla commissione per gli affari economici del Senato federale. E, per divergenza sulla procedura stabilita nella seduta del CAE, la relazione non è stata letta, ma, per deliberazione autoritaria e al di fuori dei parametri normativi, è stata considerata letta (e nulla di tutto ciò contava più).
La relazione riconosceva l'esistenza di carenze tecniche del Progetto, ma per evitare che fosse approvato con Modifiche, che avrebbero determinato il ritorno del progetto alla Camera, il parere raccomandava che il Presidente della Repubblica, attraverso Provvedimenti Provvisori, promuovesse la modifiche proposte al parere.
Dimostrando di essere davvero disposto a tutto pur di portare avanti la “riforma”, quasi di vita o di morte, nel pomeriggio della giornata 24/05/17, Temer emette un Decreto, autorizzando l'impiego delle Forze Armate per contenere una grande manifestazione annunciata contro il ddl “riforma”.
Successivamente, è stato lo stesso capo dell'Esecutivo, in un altro dei tanti incontri che ha tenuto con i rappresentanti della capitale, lo stesso giorno 24/05/17, che ha garantito che, crisi politica a parte, il Congresso avrebbe continuato a lavorare per portare avanti le riforme, con le quali, ovviamente, gli uomini d'affari erano d'accordo[Xxxvii].
Successivamente, nel 30/05/17, lo stesso signore, in un nuovo discorso rivolto agli imprenditori, questa volta al Brazil Investment Forum 2017, affermando che non esisteva un piano “B”, ha ribadito che il governo rimarrà impegnato nelle riforme del lavoro e della previdenza sociale[Xxxviii].
Allo stesso evento hanno partecipato, al seguito del Capo dell'Esecutivo, il Presidente del Senato Federale Eunício de Oliveira e il Presidente della Camera dei Deputati Rodrigo Maia, quest'ultimo, dopo aver difeso la sua posizione, che può essere letta come un appello o un proposta di adeguamento degli interessi, secondo cui il Brasile non aveva bisogno di un cambio di Presidenza della Repubblica, ha chiarito che la Camera dei Deputati era (e certamente è tuttora) impegnata nell'agenda del mercato finanziario[Xxxix].
Em 06 / 06 / 17, la relazione preparata dal senatore Ricardo Ferraço è approvata dalla CAE – Commissione Affari Economici.
Il governo, con il chiaro obiettivo di guadagnarsi da vivere, annuncia che darà priorità all'approvazione della riforma del lavoro al Senato[Xl].
Em 20/06/17, il governo subisce una sconfitta con la bocciatura del parere in TAS – Commissione Affari Sociali[Xli].
Nel frattempo, dentro 26/06/17, L'avvocato Rodrigo Janot presenta una denuncia contro Temer all'STF[Xlii], che, d'altra parte, accresce l'impegno del governo per l'approvazione della “riforma”.
Lo stesso giorno 26/06/17, il presidente della Fiesp ha espresso pubblicamente che spetterà all'istituzione manifestare su dimissioni e politica[Xliii].
Quindi dentro 28/06/17, il parere viene approvato dalla Commissione Costituzione e Giustizia, potendo essere sottoposto a votazione nella plenaria del Senato Federale[Xliv].
Em 29/06/17, arriva alla Camera dei Deputati la denuncia contro Temer[Xlv].
Nella corsa contro il tempo, in 04/07/17, la plenaria del Senato approva il regime di urgenza per il voto sulla PLC 38/17[Xlvi] è acceso 11/07/17, approva, senza modifiche, il disegno di legge venuto dalla Camera, si noti che, a suo tempo, il sito del Senato presentava un sondaggio in cui 172.168 persone erano contrarie alla “riforma” e solo 16.791 favorevoli.
È stato a dir poco imbarazzante il modo in cui si è svolto al Senato il voto sulla “riforma” del lavoro, con diversi senatori che hanno dichiarato esplicitamente di non essere d'accordo con il contenuto del testo che stavano approvando, ma che lo hanno fatto perché avevano un documento firmato dal presidente Temer, che prometteva di correggere le incoerenze e le incostituzionalità riconosciute attraverso l'emanazione di un provvedimento provvisorio.
Ma non c'era spazio perché questa modalità totalmente antidemocratica e legalmente irregolare con cui si è svolta la votazione avesse ripercussioni mediatiche perché, per l'ennesima coincidenza, il giorno dopo, cioè a 12/07/17, è stato il giorno in cui l'ex giudice Sérgio Moro ha scelto di pubblicare e riportare sulla stampa mainstream la condanna dell'ex presidente Lula[Xlvii]. E, incontinente, il dollaro scende, a dimostrazione dell'enorme soddisfazione del potere economico per tutto ciò[Xlviii].
Così, con una grande cerimonia tenutasi a Planalto, il giorno 13/07/17, il governo sanziona il ddl “riforma” e, in 14/07/17, viene pubblicata la legge nº 13.467/17 – mentre i media sono collegati alla condanna dell'ex presidente.
Per chiudere il cerchio, dentro 02/08/17, la denuncia contro Temer viene respinta alla Camera dei Deputati (e non viene seguita alcuna istruttoria contro Temer).
Non si sta dicendo che gli attori diretti di Lava Jato abbiano inteso o agito per una “riforma” sindacale – ipotesi che non può essere del tutto esclusa, visto l'impegno politico-ideologico dimostrato nei messaggi rivelati – ma piuttosto che la dinamica di Lava Jato, di lasciare il settore politico sotto minaccia e conseguente controllo, è stato volutamente utilizzato dal settore economico, con il supporto dei media mainstream e il silenzio connivente delle altre istituzioni democratiche, per portare avanti il progetto di approvazione della legge di “riforma” , superamento di tutti i postulati normativi del voto su una legge di tale portata e dei suoi famigerati effetti sociali, politici ed economici, incidendo sulla stessa sovranità nazionale e sulla conservazione della ricchezza prodotta internamente.
Questi sono i fatti che, come è già stato pubblicamente riconosciuto in relazione alla causa contro l'ex presidente Lula e che un giorno dovranno ancora essere riconosciuti in relazione al golpe commesso contro l'ex presidente Dilma, hanno spinto la “riforma” sindacale e che, pertanto, viziano innegabilmente l'intero iter di approvazione della Legge n. 13.467/17.
Se vogliamo davvero ripulire il Brasile e ricostruire le basi democratiche e i legami di socialità radicati nella solidarietà e nel rispetto della vita degli altri, dei Diritti Umani, dei Diritti Fondamentali e dei Diritti Sociali, questo riconoscimento, seguito dall'immediata dichiarazione di illegittimità di questa legge, deve essere espresso con urgenza.
Tuttavia, tragicamente, ciò che si è assistito è, in primo luogo, un'intensa smobilitazione delle organizzazioni sindacali, senza la forza, quindi, di guidare questo dibattito; in secondo luogo, un contenzioso e giurisdizione del lavoro dimesso e un po' alienato, applicando la legge n. 13.467/17 come se nessuno di tali fatti si fosse verificato; e, infine, l'STF e i media mainstream, che si esprimono da protagonisti nella difesa della democrazia e della Costituzione, alleandosi con l'attuale governo – di cui si presentano come “avversari” su altre questioni – per promuovere, avvalorare o plaudere all'approfondimento dello smantellamento del lavoro, che si accompagna all'aumento della sofferenza della classe che vive – o vivrà – del lavoro.
Quello che non si può fare, in alcun modo, è riconoscere le irregolarità procedurali di Lava Jato sotto l'aspetto di essere stata utilizzata per interferire in modo mirato nella vita politica nazionale, favorendo, di conseguenza, l'annullamento di molti suoi atti e, allo stesso tempo, chiudendo un occhio davanti alla deleteria e indebita influenza di Lava Jato nella promulgazione e approvazione della legge di “riforma” del lavoro, poiché tale atteggiamento contraddittorio rappresenta una certa compromettente alleanza con le stesse irregolarità che, con un aria di “salvatore” della Patria”, viene denunciato, senza contare gli effetti ancor più gravi del continuare a promuovere e avvalorare la “riforma” e di cancellare i fatti dalla storia, lasciando che i suoi personaggi, con le loro responsabilità, rimangano nell'oblio .
*Jorge Luiz Souto Maior è docente di diritto del lavoro presso la Facoltà di Giurisprudenza dell'USP. Autore, tra gli altri libri, di Il danno morale nei rapporti di lavoro (redattori di studio).
note:
[I]. http://pmdb.org.br/wp-content/uploads/2015/10/RELEASE-TEMER_A4-28.10.15-Online.pdf
[Ii]. http://radioagencianacional.ebc.com.br/politica/audio/2015-12/processo-de-impeachment-de-dilma-comeca-tramitar-na-camara
[Iii]. Ed era già possibile intravedere quanto fossero a rischio i diritti del lavoro: SOUTO MAIOR, Jorge Luiz. “2015: Vecchi attacchi e nuove resistenze”. In: http://www.jorgesoutomaior.com/blog/2015-velhos-ataques-e-novas-resistencias
[Iv]. http://oglobo.globo.com/brasil/fiesp-ciesp-apoiarao-impeachment-da-presidente-dilma-18293920, consultato il 14/07/16.
[V]. http://politica.estadao.com.br/noticias/geral,esperamos-ajuste-sem-aumento-de-impostos,10000026350
[Vi]. http://www1.folha.uol.com.br/poder/2016/05/1772725-ministros-do-governo-temer-sao-alvo-de-investigacoes-alem-da-lava-jato.shtml
[Vii]. http://g1.globo.com/economia/noticia/2016/05/reforma-trabalhista-e-para-segundo-momento-diz-ministro-do-trabalho.html
[Viii]. http://g1.globo.com/economia/noticia/2016/05/reforma-trabalhista-e-para-segundo-momento-diz-ministro-do-trabalho.html
[Ix]. CARNEIRO, Mariana, WIZIACK, Júlio e CRUZ, Valdo. "Gli uomini d'affari segnano un atto a sostegno di Temer." Folha de S. Paulo, 8 giugno 2016, p. 1 – Mercato.
[X]. http://www.redetv.uol.com.br/jornalismo/marianagodoyentrevista/blog/blog-do-programa/precisamos-readequar-a-legislacao-trabalhista-diz-ministro-do-trabalho, consultato il 18/06/16.
[Xi]. http://g1.globo.com/bom-dia-brasil/noticia/2016/06/ministro-eliseu-padilha-diz-que-lava-jato-deve-saber-hora-de-parar.html, consultato il 18/06/16.
[Xii]. http://www.redebrasilatual.com.br/trabalho/2016/06/eliseu-padilha-defende-acabar-com-a-clt-como-solucao-para-a-201ccompetitividade201d-2592.html, consultato il 18/06/16.
[Xiii]. http://g1.globo.com/economia/noticia/2016/07/cni-elogia-meta-fiscal-de-2017-mas-se-diz-contra-aumento-impostos.html, consultato il 11/07/16.
[Xiv]. http://www.jornalopcao.com.br/ultimas-noticias/em-nota-cni-tenta-corrigir-declaracao-de-presidente-sobre-80-horas-semanais-de-trabalho-70242/, consultato il 11/07/16.
[Xv]. http://www1.folha.uol.com.br/mercado/2016/07/1793537-governo-enviara-ao-congresso-ate-final-do-ano-tres-propostas-trabalhistas.shtml, consultato il 22/07/16.
[Xvi]. http://g1.globo.com/politica/noticia/2016/08/temer-defende-reforma-trabalhista-e-diz-que-e-saida-para-manter-empregos.html , accesso il 27/08/16
[Xvii]. http://www1.folha.uol.com.br/mercado/2016/09/1813456-temer-diz-que-nao-e-idiota-de-eliminar-direitos-trabalhistas.shtml
[Xviii]. http://g1.globo.com/economia/noticia/2016/09/modernizacao-da-legislacao-trabalhista-fica-para-2017-diz-ministro.html
[Xix]. http://www1.folha.uol.com.br/poder/2016/12/1840250-nome-de-temer-e-citado-43-vezes-em-delacao-de-executivo-da-odebrecht.shtml
[Xx]. http://jconline.ne10.uol.com.br/canal/economia/noticia/2016/12/17/jornada-flexivel-de-trabalho-ainda-nao-e-consenso-afirmaministro-263953.php
[Xxi]. http://exame.abril.com.br/brasil/moro-aceita-primeira-denuncia-da-lava-jato-em-2017/
[Xxii]. http://www1.folha.uol.com.br/mercado/2017/03/1863246-camara-reabre-debate-sobre-terceirizacao.shtml?cmpid=softassinanteuol
[Xxiii]. http://www.camara.gov.br/proposicoesWeb/fichadetramitacao?idProposicao=20794
[Xxiv]. http://www1.folha.uol.com.br/poder/2017/03/1868327-autorizada-pelo-stf-nova-fase-da-lava-jato-cumpre-mandados-no-nordeste.shtml
[Xxv]. http://g1.globo.com/politica/operacao-lava-jato/noticia/a-lista-de-fachin.ghtml
[Xxvi]. http://g1.globo.com/politica/operacao-lava-jato/noticia/a-lista-de-fachin.ghtml
[Xxvii]. Lo stesso argomento che era già stato suggerito come base per la valutazione del processo del biglietto Dilma-Temer: http://veja.abril.com.br/politica/estabilidade-do-pais-influira-em-decisao-sobre-temer-diz-gilmar/
[Xxviii]. https://www.poder360.com.br/congresso/saiba-como-temer-perdeu-a-votacao-sobre-reforma-trabalhista-na-camara/
[Xxix]. https://economia.uol.com.br/noticias/redacao/2017/04/19/camara-reverte-derrota-e-aprova-urgencia-para-reforma-trabalhista.htm
[Xxx]. http://economia.estadao.com.br/noticias/geral,em-3-anos-principais-empresas-citadas-na-lava-jato-demitiram-quase-600-mil,70001748171
[Xxxi]. http://www1.folha.uol.com.br/mercado/2017/04/1877775-brasil-ganhara-se-for-possivel-manter-governo-ate-2018-diz-socio-da-natura.shtml
[Xxxii]. http://www1.folha.uol.com.br/mercado/2017/05/1880028-para-60-dos-brasileiros-novas-leis-trabalhistas-beneficiam-os-patroes.shtml
[Xxxiii]. http://www1.folha.uol.com.br/mercado/2017/05/1880026-71-dos-brasileiros-sao-contra-reforma-da-previdencia-mostra-datafolha.shtml
[Xxxiv]. http://www1.folha.uol.com.br/opiniao/2017/05/1880242-dores-da-democracia.shtml
[Xxxv]. http://g1.globo.com/jornal-nacional/noticia/2017/05/dono-da-jbs-grava-conversa-com-michel-temer-diz-o-globo.html, consultato il 06/08/17.
[Xxxvi]. http://www1.folha.uol.com.br/mercado/2017/05/1888611-reforma-trabalhista-sera-aprovada-no-senado-nesta-semana-diz-ministro.shtml
[Xxxvii]. http://epocanegocios.globo.com/Brasil/noticia/2017/05/temer-avalia-em-reuniao-com-empresarios-que-congresso-continua-trabalhando.html
[Xxxviii]. http://economia.estadao.com.br/noticias/geral,se-de-fato-nos-queremos-futuro-melhor-nao-ha-plano-b-diz-temer,70001818812
[Xxxix]. http://www.valor.com.br/politica/4985710/agenda-da-camara-e-do-mercado-sustenta-rodrigo-maia
[Xl]. http://noticias.uol.com.br/politica/ultimas-noticias/2017/06/09/temer-prioriza-reforma-trabalhista-antes-de-denuncia-da-pgr-previdencia-fica-para-depois.htm
[Xli]. http://www1.folha.uol.com.br/mercado/2017/06/1894372-governo-sofre-primeira-derrota-na-reforma-trabalhista-no-senado.shtml
[Xlii]. http://g1.globo.com/politica/noticia/janot-apresenta-ao-supremo-denuncia-contra-temer-por-corrupcao.ghtml
[Xliii]. https://www.cartacapital.com.br/politica/nao-cabe-a-fiesp-falar-de-renuncia-diz-skaf-lider-de-atos-anti-dilma
[Xliv]. http://g1.globo.com/politica/noticia/ccj-do-senado-aprova-texto-base-da-reforma-trabalhista.ghtml
[Xlv]. http://politica.estadao.com.br/noticias/geral,stf-protocola-denuncia-contra-temer-na-camara,70001870446
[Xlvi]. http://www12.senado.leg.br/noticias/materias/2017/07/04/plenario-aprova-regime-de-urgencia-para-tramitacao-da-reforma-trabalhista
[Xlvii]. http://g1.globo.com/jornal-nacional/noticia/2017/07/sergio-moro-condena-ex-presidente-lula-9-anos-e-6-meses-de-prisao.html
[Xlviii]. https://economia.uol.com.br/cotacoes/noticias/redacao/2017/07/12/dolar.ht