Leila Miccolis

Iziasie Kopalie, Cacciatore, 2015
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da SERAFINO PIETROFORTE*

I versi di Leila sono risposte taglienti e puntuali, abbastanza forti da dare un nuovo senso all'ordine fluente delle cose e della stessa poesia.

ti presento Leila Míccolis

Nel 1984 l'editore Codecri lanciò il libro Antologia/Arte porno, il primo volume della collezione ARTESetCETERA; La selezione dei poeti comprende, oltre a Glauco Mattoso, Paulo Leminski e Bráulio Tavares, Leila Míccolis, per la quale, nello spirito del libro, “viva la puttana di merda, la vecchia puttana, la puttana, la figlia di una puttana, e ogni prostituta che ha partorito». Così, tra tante puttane e sulle pagine di Antologia, puoi trovare questa sua poesia:

Dei mali, il minimo
Se ti chiamo stronzetta
Sono sessista e indecente!
Tuttavia, se non chiamo,
non ti piace...

La porno arte non può essere creata senza l'uso di parolacce, questo è un modo di essere indecenti; La poesia porno apprezza certamente la parola censurata, ma non solo per gli spaventi che, forse, provoca. Una volta che la poesia, le parole e le parolacce rappresentano grandezze testuali che vanno oltre il vocabolario; nella poesia di Leila Míccolis si nota senza dubbio la musicalità prosodica che lega le frasi e le parole, tuttavia l'ingegno poetico non si limita a questo, ed è meglio apprezzare come, nei versi, la catena tra ciò che viene detto e come si fa a dirlo.

La poesia è quasi una quartina e, proprio in questo “quasi”, si rivela ingegnosa. Nelle quartine, i quattro versi sono solitamente espressi in metri regolari, generalmente in redondilha maggiori o minori; La quartina di Leila suggerisce che sia formata da redondilhas più grandi, cioè da sette sillabe poetiche, poiché nei primi tre versi, però, l'ultimo ha solo quattro sillabe, stonando con il ritmo delle altre.

In questo modo, la stabilità prosodica, generata dalla ricorrenza metrica, cambia nell'ultimo verso, alterando significativamente il ritmo ritmico stabilito tra i toni tonici e atoni iniziali; La scansione della poesia permette sicuramente di visualizzarla meglio:

Se ti chiamo stronzetta uu – uuu –
Sono sessista e indecente! uuuuuuuuuuu
Comunque, se non chiamo, uu – uuu –
non ti piace... uuu -

Allo stesso tempo, nella narrazione del testo, due amanti si incontrano e uno di loro resiste alle molestie verbali dell'altro, ma ha bisogno, paradossalmente, di loro per godere. In considerazione di ciò, se la presunta molestia scorre attraverso le parolacce, scorre anche il godimento, scorrendo anche, nelle dimensioni prosodiche, nelle redondilhas più grandi e nel ritmo stabilito; se però la molestia cessa, interrompendo il godimento, il ritmo si spezza. La fluidità narrativa, quindi, è correlata alla fluidità prosodica, rivelando la complessità del testo.

In queste circostanze, come leggere Leila Míccolis? In linea di principio basterebbe conoscere la lingua portoghese, tuttavia, tra la lingua e gli innumerevoli discorsi che attraverso di essa si generano, c'è la dimensione discorsiva, che trasmette diversi tipi di discorsi, ciascuno con le sue specificità semiotiche. In altre parole, dalle potenzialità della lingua alle conquiste linguistiche, esistono generi discorsivi che consentono, tra le altre funzioni, di distinguere, nella nostra cultura, ad esempio, discorsi religiosi, politici, giornalistici, letterari, ecc.

Tali formazioni discorsive, una volta stabilizzate, si costituiscono polemicamente; Nel discorso letterario emergono, quindi, criteri per dire cosa appartiene o meno al suo campo, o meglio ancora, per dire cosa è letterario e cosa non lo è. Tali criteri riflettono, esattamente, gli scontri ideologici dei molti modi di fare letteratura; La domanda iniziale, quindi, potrebbe essere riformulata così: in termini letterari, come orienta Leila Míccolis la sua poetica?

La semiotica dell'ingegneria poetica

Il gusto della poesia, lungi dal concentrarsi esclusivamente sulla soggettività, esige, da parte dei lettori sensibili – quindi attenti – riflessioni rivolte all'oggettività della lingua e dei suoi discorsi variegati; Usando questa obiettività, quando ti viene chiesto del tuo poeta preferito, forse è prudente rispondere che dipende, tra molti criteri, dal regime discorsivo evocato nella poesia. In questo modo, oltre a dialogare con la poesia, il poeta tende a scegliere determinate direzioni poetiche e le utilizza sia per comporre che per giustificarsi esteticamente; Una volta giustificata la poesia nel regime poetico della sua composizione, scegliendo alcune forme discorsive e, di conseguenza, escludendone altre, vengono suggerite diverse modalità di apprezzamento.

Per proseguire, partendo dal presupposto che la poesia si crea attraverso il lavoro con i linguaggi verbali, diventa conveniente cercare, nell'ingegneria poetica, proposte di sistematizzazione dei regimi discorsivi; a tal fine Augusto de Campos viene paragonato a Roberto Piva.

Augusto de Campos, in diverse poesie, sottolinea la decostruzione del sistema linguistico, investendo: (1) nella segmentazione della frase in costituenti lessicali – nella poesia Cuore – Testa, la frase “la mia testa inizia nel mio cuore” appare riscritta come azione di colore (in (come (ca (my) beça) ça) my), mentre la frase “il mio cuore non si adatta alla mia testa”, viene riscritta come si adatta ( in (nessun (colore (mia) azione) si adatta) mio) ça –;

(2) nella segmentazione della parola in costituenti morfologici – la poesia Città è costruito dal morfema -idade (suffisso che esprime una qualità soggettiva nella forma del sostantivo), accomodamento fonologico in [sidade] e una serie di aggettivi con la parola “città” risonante nel sostantivo formato, come capace -abilità, loquace-loquaciosità ecc.;

(3) nella segmentazione del morfema in costituenti fonologici – nel Poetamenos, ci sono versi come “semen(t)emventre”, con frasi suggerite utilizzando fonemi comuni, ad esempio “sêmen em ventre” o “semente em ventre”.

Roberto Piva, al contrario, investe più sul flusso inattivo che sulle segmentazioni dei livelli di analisi del linguaggio; nella poesia Gli angeli di Sodoma, basandosi sul motto “Vidi gli angeli di Sodoma”, il poeta sviluppa i suoi versi:

Ho visto gli angeli di Sodoma arrampicarsi
una montagna verso il cielo
e le sue ali distrutte dal fuoco
ventilava l'aria pomeridiana
Ho visto gli angeli di Sodoma seminare
meraviglie per la creazione
perdi il ritmo delle arpe
Ho visto leccare gli angeli di Sodoma
         le ferite di coloro che sono morti senza
         vanto, di supplici, di suicidi
         e i giovani morti
Ho visto crescere gli angeli di Sodoma
         con il fuoco e saltarono dalle loro bocche
         medusa cieca
Ho visto gli angeli di Sodoma scarmigliati e
         uomini violenti che annientano i mercanti,
         rubare il sonno alle vergini,
         creando parole turbolente
Ho visto gli angeli di Sodoma inventare
         La follia e il pentimento di Dio

In termini generali, mentre Augusto de Campos afferma la discontinuità della parola, Roberto Piva afferma la continuità. In altre parole, l'uno taglia la lingua in costituenti formali e l'altro, inserendo la parola nel flusso intonante, garantisce il flusso discorsivo. In quest'ultimo caso, il flusso non è solo intonazione, c'è, tuttavia, un flusso semantico, poiché l'enunciatore, mettendo in relazione significati comunemente disparati, genera delusioni lessicali, riunendo campi semantici comunemente distinti, promuovendo così continuità tra domini presi, in generale , separatamente.

In questo modo, dalla definizione della categoria formale discontinuità vs. continuità, applicata al linguaggio verbale, si propone una sistematizzazione dei regimi di ingegneria poetica, in virtù della quale, attraverso di essi, si descrivono, in linea di principio, modi di fare poesia. Si definiscono quindi due regimi: (1) il regime del poeta che afferma la discontinuità, il poeta linguista – questo poeta taglia la lingua in costituenti proprio come i linguisti, nelle loro analisi; (2) e il regime del poeta che afferma la continuità, il poeta visionario – questo poeta agisce in modo simile ai visionari religiosi, intriso di ispirazione mistica e delusioni lessicali.

Dai due regimi opposti derivano altri due regimi. Ci sono quindi poeti che preferiscono negare la discontinuità verbale; avvicinandosi al linguaggio colloquiale, questi poeti non dividono il discorso in costituenti linguistici né investono in flussi inattivi e contenuti deliranti; Nei loro versi si avvicinano alle conversazioni piuttosto che alle manifestazioni e alla predicazione. In alcune poesie, Ferreira Gullar, ad esempio, compone utilizzando questa tecnica; ecco i versi di Due poeti sulla spiaggia:

è carnevale,
la terra trema:
parlano un paio di poeti
Sulla spiaggia del Leme!

Entrambi parlano di poesia
e bagnanti
che non hanno mai letto Drummond o Mallarmé.
– E leggeranno la mia poesia?
chiede.
– Qualcuno lo leggerà.
– Anche se non lo leggi
Non smetterò di dirlo
cosa vedo in questa sabbia?
che camminano senza vedere.

E il poeta più antico
sorride confortato:
la poesia è lì
rinascere al tuo fianco.

La parola non è segmentata e non esistono flussi inattivi; la poesia si avvicina alla parola attraverso il verso libero e la concentrazione semantica sui personaggi della spiaggia, sui bagnanti e sulla coppia di poeti del Carnevale di Rio. Così facendo, il poeta sembra parlare ai suoi lettori; Questo è il poeta conversazionale. Tutto avviene, quindi, per gradazioni tra i termini opposti discontinuità vs. continuità, delineando zone di attività poetica:

discontinuità/linguista →
non-discontinuità/conversazionale →
continuità/visionario

Ci sono infine poeti che preferiscono negare la continuità, percorrendo la strada opposta a quella del poeta conversazionale. Questi poeti usano versi misurati, perché con la metrica, attraverso regole e convenzioni, si impongono dei limiti alle continuità prosodiche e semantiche del visionario senza però segmentare la parola, come fa il linguista. Così, creando poesia utilizzando regole compositive ben definite, si definisce il poeta architetto.

Nella letteratura brasiliana, due buoni esempi di poeti architetti sono Glauco Mattoso, con i suoi 5555 sonetti (in decasillabi eroici o saffici), e Pedro Xisto, con i suoi oltre 1500 haiku, tutti secondo la proposta di Guilherme de Almeida (cioè versi di cinque, sette e cinque sillabe, con rime alla fine della redondilha minore e l'accento della redondilha maggiore che rima con la fine del verso). Ecco alcuni haiku di Pedro Xisto, con le regole rispettate, nonostante le innovazioni del poeta in questa struttura:

battono gli atabaques
atabaques atabaques
atabaques:
          tonfi

iaia iaia ia
lì: ciao yo-yo: lì
oh oh iaià ia

mare santo (da chiamare
il bello) si specchia e rivela
già: madre iemanjá

olinda: oh che bello
figlia di qualcosa di glauco senza fine
marimare la marina

LÁJEA LÁJEA LÁJEA
LÁJEA LÁJEA LÁJEA LÁJEA
 LÁJEA LÁJEA lacrima

Ritornando al ragionamento precedente, ci sono nuove gradazioni tra i due termini discontinuità vs. continuità, questa volta, però, in direzione opposta:

continuità / visionario →
non continuità / architetto →
discontinuità/linguista

Da questo punto di vista – semiotico – Leila Míccolis è una poetessa conversazionale, le sue poesie, anche in rima, sono più vicine alla poesia colloquiale, più vicine alla parola che alle strutture prosodico-fonologiche enfatizzate da Glauco Mattoso o Pedro Xisto. . Vale la pena chiedersi, poi, come Leila Míccolis sviluppa la sua conversazione, cercando cioè di comprendere il suo tema, i suoi modi di dirlo, i rapporti tra il dire e ciò che viene detto. Prima, però, di procedere è opportuno fare alcune considerazioni sul metodo semiotico sviluppato e sulla letteratura comparata.

Letteratura, discorso e linguaggio come sistemi

Nell'ambito degli studi linguistici e letterari si ricorre spesso, esplicitamente o implicitamente, al concetto di sistema, richiedendo, nella polisemia di ogni concetto, di precisare la definizione portata avanti; In considerazione di ciò, il sistema viene designato come un insieme organizzato, in cui ogni elemento è stabilito in relazione agli altri.

In questo modo, secondo la linguistica moderna, in una data lingua, in termini espressivi, un fonema si definisce in relazione agli altri, attraverso caratteristiche fonologiche, proprie di quel sistema linguistico; In portoghese, ad esempio, la vocale /a/ è definita in relazione alle vocali /e/ e /o/ attraverso il grado di apertura, mentre la durata non è rilevante in questa lingua, come in latino. Sempre in linguistica, a livello contenutistico, il lessico è similmente formato in opposizioni semantiche: (i) in inglese, le parole carne e carne sono definiti, rispettivamente, in base alla categoria morte contro vita, con il primo che ha il significato di carne che viene mangiata e, per il secondo, carne formata da muscoli e grasso negli esseri viventi; (ii) in portoghese questa categoria, invece, non rientra nel significato della parola “carne”.

In queste circostanze, quando la linguistica, trasponendo i domini della frase, si sviluppa in teorie del discorso, tale metodologia basata su sistemi, derivati ​​direttamente dalle correnti di pensiero strutturalista, viene portata avanti in alcune proposte, tra cui, nella semiotica narrativa e discorsivo.

In questa prospettiva, in un dato campo discorsivo, costituito in relazione ad altri campi, ogni discorso si definisce in relazione agli altri, questa volta, attraverso categorie semiotiche, coinvolgendo sia il piano dell'espressione che quello del contenuto; Detto ciò, i regimi dell’ingegneria poetica, sopra dimostrati, sono definiti in relazione tra loro attraverso la categoria formale discontinuità vs. continuità, applicata sia a istanze prosodiche e fonologiche sia a istanze semantiche e pragmatiche.

Da questo punto di vista il sistema letterario, secondo la celebre formulazione di Antonio Candido in Formazione della letteratura brasiliana, deriva da concezioni equivalenti; In generale, secondo l'autore, la letteratura si configura come un sistema, in cui autori, lettori e critici si definiscono a vicenda. In considerazione di ciò, si tratta di sapere in che misura la lingua, fondamento semiotico della letteratura, media i rapporti tra i formanti del sistema letterario.

In questo ambito, la concezione dei regimi di ingegneria poetica – descrivendo i rapporti semiotici tra poeti, lingua e poesia – consente, tra le varie forme del sistema letterario in via di costituzione, di specificare il modo in cui la critica, attraverso l’analisi, e la il pubblico, guidato dal gusto, si conforma al significato strettamente verbale, attraverso il quale vengono espressi letterariamente temi e contraddizioni sociali e psicologiche.

Inoltre, nelle idee di Antonio Candido, nel definire i ruoli discorsivi responsabili dell’enunciazione del sistema letterario – cioè lo scrittore, il critico e il lettore – si stabiliscono, talvolta si inseriscono, i co-enunciatori della scena enunciativa letteraria nella composizione e talvolta nella fruizione dei percorsi della poesia, che avviene come pratica, appunto, nella semiotica di quei regimi.

L'ingegneria poetica di Leila Míccolis

Sebbene la poesia di Leila Míccolis enfatizzi temi erotico-pornografici – il che è già abbastanza rilevante, data la natura pudica di gran parte della poesia brasiliana canonizzata –, il suo lavoro comprende altri temi; la sua conversazione, come l'architettura di Glauco Mattoso, non si presta solo all'erotico, ma tratta quasi di tutto; Anche nell'erotismo, dal femminile al sottile, ci sono gradazioni. Giusto per illustrare questo:

Dosare
Vuoi sapere cosa succede?
Il nostro amore, così sobrio,
è diventato un disastro.

Fotocamera bassa
Vendo decespugliatore,
la formica protesta e urla;
— Spegni quella motosega!

La geometria del mare
Ottieni uno zero in matematica
Lo considero un affronto:
e trova gli angoli giusti delle onde...
non conta?

Circo
Ridere per obbligo
o alla media
È una tragedia.

Lotta tra gatti
Vivi come i gatti,
quel nido
uno sopra l'altro,
e dormire in amichevole intimità,
fino al prossimo combattimento.

Autodidatta
Ho sofferto
l'influenza di molti poeti
che non ho mai letto.

I nomi sono cambiati
La natura è saggia,
ma a volte si intromette.
Un esempio di questo fallimento
lessicale-grammaticale,
vediamo nel regno animale:
che dovrebbe chiamarsi Viuvinha
Quella non era l'ape regina?

Prova
Da cola scrive il contenuto
sulla gamba tornita;
e il collega, vedendo tutto,
non riesco a incollare nulla.

Radar
In genere,
la mia normalità
È una scia analogica
e vai a dormire digitalmente.

Leila Míccolis, simile a Glauco Mattoso, pur trattando tematiche varie, vede il mondo mediato dall'erotismo; tuttavia, mentre lui sceglie il sonetto per esprimersi, lei si definisce attraverso uno stile di conversazione specifico, caratterizzato dalla concisione della parola. Per leggerla con attenzione, dunque, vale la pena cercare Leila Míccolis piuttosto nei suoi modi di dire che, in senso stretto, nei suoi temi preferiti.

I poeti conversazionali, in generale, optano per discorsi lunghi; poiché in un tale regime l’attenzione viene distolta dall’apparato prosodico-fonologico – enfatizzato da poeti architetti e visionari – ai contenuti semantici formati nella poesia, il regime conversazionalista si presta, efficacemente, a discorsi impegnati, poiché il regime, di per sé, favorisce tematizzazione, così importante per giustificare e affermare qualsiasi ideologia.

Per fare un esempio, basta rivolgersi a poeti in sintonia con cause politiche, come Ferreira Gullar, o azioni affermative, come Paulo Colina o Horácio Costa, coinvolti, rispettivamente, con i movimenti neri e omoerotici; tutti poeti, che usano spesso la cosiddetta poesia colloquiale. Leila Míccolis, però, anche se parla molto, essendo numerose le sue opere, scrive in modo conciso, prendendo le distanze dalla prolissità dei tre poeti precedenti, e vale quindi la pena verificare quali effetti di significato si generano nella sua poesia, poiché il le conversazioni di Ferreira Gullar, Paulo Colina e Horácio Costa garantiscono un'esauriente spiegazione delle cause difese.

Esistono certamente correlazioni immediate tra la concisione e la prolissità delle forme poetiche e i quattro regimi poetici determinati; i poeti e gli architetti linguisti tendono alla concisione, mentre i poeti e i conversatori visionari tendono alla prolissità, dopo tutto, le conversazioni e le prediche portano a poesie più lunghe dei sonetti, degli haiku o delle poesie più concrete. In considerazione di ciò, per osservare i lunghi testi scaturiti dai motti dei veggenti, basta invocare la preghiera “Vidi gli angeli di Sodoma” e il modo in cui Roberto Piva la elabora in Gli angeli di Sodoma, o ancora le frasi “Ho visto gli esponenti della mia generazione (…) che (…)”, “Moloch” e “Io sono con te a Rockland”, usate da Allen Ginsberg per comporre la lunga poesia ululato.

Per quanto riguarda i conversatori, il quarto angolo della poesia Nella notte veloce, di Ferreira Gullar, in cui viene narrato l'assassinio del leader rivoluzionario Ernesto Che Guevara, si rivela un buon esempio di come, basandosi sull'enfasi su un certo percorso tematico, tali poeti compongano lunghe conferenze quando, impegnati, cercano di giustificarsi :

Le acque di Yuro scorrono, le riprese adesso
è più intenso, il nemico avanza
e chiude l'assedio.
         I guerriglieri
in piccoli gruppi divisi
         aspettare
la lotta, proteggi la ritirata
dei compagni feriti.
         In alto,
grandi masse di nuvole si muovono lentamente 
sorvolando i paesi
verso il Pacifico, con i capelli blu. 
Uno sciopero a Santiago. Piove
in Giamaica. A Buenos Aires c'è il sole
Nei viali alberati un generale trama un colpo di stato. 
Una famiglia festeggia il suo anniversario d'argento su un treno in avvicinamento 
da Montevideo. Sul lato della strada
muggisce un bue veloce. La Borsa
a Rio chiude al massimo
         o basso.
Inti Peredo, Benigno, Urbano, Eustáquio, Ñato 
punire l'anticipo
dos ranger. 
         Cascate urbane,
         Eustachio,
         sostiene Che Guevara
il fuoco, una folata lo colpisce, lo scaglia più lontano, lo risolve 
         il ginocchio, stupito
         ritornano i compagni
         per prenderlo. È tardi. Fuggono.
La notte veloce si chiude sui volti dei morti.

In questo modo, sebbene tali effetti di concisione e prolissità siano confermati nei regimi dell’ingegneria poetica, si trasmettono anche altre correlazioni – tra queste, la concisa conversazione di Leila Míccolis –, che, prima di invalidare le corrispondenze precedenti, finiscono per esprimere il potenziale di ciascun regime, suggerendo nuovi effetti di significato.

In generale, i visionari si presentano come poeti mistici, evocando angeli, demoni e altre entità religiose, mentre i conversatori, con versi colloquiali, quasi in prosa, diventano più umani; In questo modo, se il visionario, dal pulpito in cui parla, si pone al di sopra dell'enunciatore della poesia, al conversatore bastano incontri casuali per iniziare a parlare. Tuttavia, in queste conversazioni casuali, a volte lunghe e serie, come si inseriscono gli interventi rapidi e taglienti di Leila Míccolis?

Inserita nella conversazione, la sua poesia si riferisce alle cosiddette forme brevi, come battute o giochi di parole. Il noto studio di Freud, Lo scherzo e il suo rapporto con l'inconscio, risponde all'efficacia di tali scelte; grosso modo, Freud avvicina i meccanismi del motto di spirito a quelli dell'inconscio; per lui, attraverso lo scherzo, si esprimono contenuti repressi, dicendo con essi cose che non si potrebbero dire.

Si dice che due uomini pubblici, arricchiti disonestamente, commissionarono ritratti ad un pittore rinomato; durante la festa per l'esposizione dei quadri, entrambi chiedono il suo parere ad un certo critico, tra gli invitati, quando questi, sorprendentemente, si lamenta della figura di Cristo assente tra le due cornici; Si dice anche che, interrogato sulla visita al cugino ricco, il cugino povero abbia risposto che si trattava di una visita “di famiglia”.

Gli esempi provengono dallo stesso Freud: nel primo, data l'impossibilità di offendere direttamente gli uomini pubblici, definendoli corrotti, il critico rileva l'assenza di Cristo, crocifisso tra due ladri; Nella seconda battuta, il neologismo “familionária” nasce dalla combinazione delle parole “famiglia” e “milionario”, confondendo i significati nella fusione dei significanti, indicando rapporti personali definiti più nelle distinzioni sociali che nei legami familiari.

Collocate in contesti discorsivi, le battute implicano un lavoro con il linguaggio, con esso, in termini pragmatici, che contesta i flussi conversazionali in questione; Così, nell'esempio dei dipinti, lo scherzo trasforma gli ospiti illustri in criminali e, in quello dei cugini, i rapporti familiari soccombono alle differenze sociali.

In questa prospettiva, per disorientare la conversazione, le battute presentano necessariamente argomenti capaci di superare i valori enunciati nel parlato fluente; Tuttavia, in termini di efficacia linguistica, le battute non si prestano a risposte lunghe, cercando di contrastare il flusso attuale con un altro flusso, ma lo fanno puntualmente, investendo nella battuta, comportandosi come uno spavento, nel corso di ciò che ci si aspetta. Di conseguenza, quando la conversazione si interrompe, appare il silenzio, un momento di riflessione e imbarazzo.

Allo stesso modo, la poesia concisa di Leila Míccolis si rivela un accento tonico e acuto nella fluidità dei poeti conversazionali; La sua poesia ricorda le poesie concise di EM de Melo e Castro, o meglio, la loro acutezza. Inventare i generi discorsivi nei campi della poesia, Melo e Castro, nel libro Poesie neo-pagane, compone settanta nitidezze, dalle quali vengono selezionate le prime tre:

1.
area minima
punto massimo
sabbia
liquido
contare
labirinto

2.
corpo fallico
mare poco profondo
 solo
 Sirena
 aerea

3.
seminare il suono
tra l'aria
e sabbia
cima dell'onda
completo

Melo e Castro, quando è dedicato alla discontinuità della parola in poesie concrete e sperimentali, o a forme fisse, come nei sonetti, si muove tra i regimi dei poeti linguisti e architetti, facendo della loro acutezza nuove forme fisse. Leila Míccolis, però, non purifica le forme precostituite; i suoi versi, sebbene concisi e taglienti, guidano la poesia in modo diverso.

Per comprendere meglio l'ingegneria poetica di Leila Míccolis e il modo in cui trasforma lo scherzo in poesia, vale la pena confrontare, in termini di rima, i suoi versi con quelli di Pedro Xisto, che, analogamente a Melo e Castro, si muove tra i regimi di poeta linguista e architetto.

Prendendo i cinque haiku sopra menzionati, sebbene innovativi e ingegnosi, la prosodia e le rime rimangono costanti, con le rime alla fine delle redondilha minori e l'accento della redondilha maggiore che rima con la fine del verso; in questo modo viene garantita la struttura prosodico-fonologica imposta dal genere richiamato dal poeta.

In questo modo, la metrica e le rime sono funzione dei vincoli del genere; apprezzarli implica, innanzitutto, valorizzare le soluzioni trovate non solo all'interno del poema, ma anche in relazione alla forma canonica prescelta.

In Leila Míccolis, invece, ciò non accade; poiché non ci sono regole rigide da seguire, rime e metriche si susseguono in tutto il poema, senza condizioni prestabilite, generando effetti di senso di spontaneità, staccando i versi dalle tradizioni formali.

Le rime, forse perché suonano più evidenti delle altre proprietà prosodiche del poema, sembrano, ai lettori meno avvezzi alla poesia, l'unica caratteristica dei discorsi poetici; Ciò accade nei poeti giovani e inesperti, quando non hanno cura del metro, o nelle visioni conservatrici, che non riconoscono la poesia quando è fatta senza rima. Approfittando di queste circostanze, Leila Míccolis crea, in rima, una poesia senza pretese ma non male elaborata.

Una breve analisi della poesia Dei mali, il minimo, fatta all'inizio, conferma queste osservazioni; in questa poesia – Se ti chiamo stronzetta / sono sessista e indecente! / Però se non chiamo, / non godi... –, la parola “gode”, che fa rima con “indecoroso”, non compare a caso, proprio per far sembrare il testo poesia attraverso le rime; nei versi la rima è legata alla scomposizione del metro e alle sue correlazioni con la narrazione, sopra esposte.

Così, senza apparentemente affermarsi in complesse architetture linguistiche, l'arguta poesia di Leila, suonando spontanea e senza pretese, incontra, all'interno di conversazioni serie ed estese, poeti conversazionali, tuttavia, a causa della colloquialità, senza cessare di svolgersi in questo regime poetico. Resta ancora da verificare l'attitudine performativa del poeta conversazionale.

Nel modello teorico dei regimi poetici, oltre ad una sistematizzazione dei modi di fare poesia, si deduce prestazioni, cioè i modi in cui il poeta agisce in relazione alla propria opera e ai suoi co-enunciatori. Quindi, poeti linguisti, quando affermano la discontinuità delle unità linguistiche, hanno bisogno della scrittura per segmentare la parola, la quale, espressa oralmente, per il flusso inattivo, appare sempre legata alle altre parole.

Soltanto nell'analisi le unità linguistiche si riconoscono come unità discrete; di conseguenza, tali poeti tendono alla poesia visiva, creando stretti legami con i supporti utilizzati per la scrittura, qualunque essi siano. Al contrario, i poeti visionari, quando affermano la continuità prosodica nei motti e nelle variazioni, scivolano verso l'oralità, diventando poeti della scena piuttosto che dei libri; quando declama, il poeta diventa esecutore più in linea con la prassi teatrale che con le arti plastiche e tipografiche.

Il poeta architetto, a sua volta, utilizza costantemente la scrittura per organizzare le forme poetiche scelte; l'ordinamento tipografico dei sonetti o degli haiku ne è un esempio. Il poeta conversazionale, infine, esercita l' performance costruendo scene enunciative adatte allo svolgersi dell'oralità tranquillamente condivisa tra co-enunciatori e meno effusive e centrate sul poeta enunciatore, come fanno i poeti visionari, molto più enfatici.

Negli studi sulla poesia di Ana Cristina Cesar, spesso concisa come quella di Leila Míccolis, Viviana Bosi fa alcune osservazioni riguardo ai rapporti tra l'atteggiamento performativo e lo stile breve e conciso; In termini generali, secondo l'autrice, Ana Cristina Cesar, insieme ad artisti performativi, faceva suonare alcune delle sue poesie mentre prestazioni orale. In questo modo la poesia diventa accadendo; sembrerebbero queste quattro poesie di Ana Cristina eventi all'interno dell'oralità, analogamente all'inserimento di accadendo nella vita di tutti i giorni:

Vivo di ora in ora, con molta paura.
Un giorno me la caverò – a poco a poco la farò franca, inizierò un safari.

Sono una donna del 19esimo secolo
mascherato nel 20 ° secolo

Perché questa mancanza di concentrazione?
Se mi ami, perché non ti concentri?

Sono geloso di questa sigaretta che fumi
Così distrattamente

La poetica di Leila Míccolis si equivale; Utilizzando le conclusioni di Viviana Bosi si ammettono le stesse osservazioni sulla sua pratica. Nelle sue poesie-eventi, tra i poeti della letteratura brasiliana, Leila appare come se ci parlasse; Nelle conversazioni, spesso serie, i suoi versi sono risposte taglienti e puntuali, abbastanza forti da dare un nuovo senso all'ordine fluente delle cose e della stessa poesia.

*Serafino Pietroforte È professore ordinario di semiotica presso l'Università di San Paolo (USP). Autore, tra gli altri libri, di Semiotica visiva: i percorsi dello sguardo (Contesto). [https://amzn.to/4g05uWM]

Riferimenti


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PIVA, Roberto. Uno straniero nella legione – opere raccolte volume 1. Rio de Janeiro: Globo, 2005.

XISTO, Pedro. Percorsi. Rio de Janeiro: Berlendis & Vertecchia, 1979.


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